Il mio nome è Cisco Suarez: negromante, incantatore di ombre, fuorilegge della magia nera. Sembra abbastanza fico, vero? Lo era, fino a quando non mi sono risvegliato mezzo morto in un cassonetto.
Ho detto mezzo morto? Perché intendevo morto al 100%. Non faccio le cose a metà.
Perciò eccomi qui, ancora vivo per una qualche ragione, in un altro giorno assolato a Miami. È un paradiso perfetto, se non fosse che mi sono immischiato in qualcosa di brutto. Ricercato dalla polizia, avvolto dal fetore della magia oscura, con creature dell’Altrove che sbucano da tutte le parti… per non parlare delle gang voodoo haitiane. Credetemi, è tutto molto divertente fino a quando non hai un cane zombie alle calcagna.
Il mio nome è Cisco Suarez: negromante, incantatore di ombre, fuorilegge della magia nera… e sono totalmente fottuto.
Stregoneria. Magia nera. Ha una pessima reputazione. Le persone la temono, ma non c’è niente di malvagio o demoniaco al riguardo. Il potere tende a rivelare la vera natura di una persona, tutto qua. E alle persone non sempre piace la verità.
Cisco Suarez è un negromante. Un negromante morto. Quando si risveglia vivo e vegeto (e addirittura in forma migliore di quanto ricordasse) in un cassonetto dell’immondizia non capisce cosa possa essere accaduto e la sua memoria non lo aiuta. L’unica cosa di cui si rende conto immediatamente è che i suoi guai non sono finiti, ma nonostante tutto non è una persona facile da scoraggiare. Animista dotato quanto sbruffone, è del tutto concentrato su se stesso e la sua situazione.
Cisco ci racconta le sue vicende in una prima persona frizzante e carica d’ironia, mentre indaga su quello che gli sta succedendo e allo stesso tempo ci spiega il suo mondo fatto di manipolazione delle ombre, riti, risveglio di cadaveri e altre amenità.
La magia nasce dal bisogno. È un altro strumento attaccato alla cintura della popolazione libera. L’uomo crea la magia, non il contrario. Non è intrinsecamente buona o cattiva dall’inizio. È sulle motivazioni che le cose si fanno complicate. E le motivazioni hanno origine proprio dal bisogno.
Ma i guai non hanno intenzione di lasciarlo stare, in una raffica di scene d’azione, il protagonista lotta contro creature malvagie di tutti i generi, mentre il mistero che circonda la sua morte non si schiarisce nemmeno un pochino, anzi sul piatto vengono messi sempre più avversari che non è chiaro se fanno parte dello stesso schieramento oppure no.
Anche ritrovare vecchi amici e alleati è più difficile del previsto, molte cose sono successe nel frattempo.
Due porte si profilavano sulla parete più distante, una aperta e una chiusa. Mi avvicinai lentamente, chiedendomi se a quel punto fossi un intruso. Il cartello sulla porta chiusa diceva SERGENTE RONALDO GARCIA. Quando mi avvicinai a quella aperta per vedere a chi appartenesse la stanza, vidi Evan Cross che alzava il capo da dietro la scrivania. «Che stai…» cominciò, fermandosi di colpo. Spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta, provando a parlare senza riuscirci. Sorrisi. «A chi lo hai dovuto succhiare per avere questo ufficio?» Dalla sua espressione, sembrò non avermi neanche sentito. Evan si alzò in piedi. «Cisco?» Provai a pensare a un’altra sofisticata frase a effetto, ma a volte è meglio lasciar stare la perfezione così com’è. Mi limitai a fare spallucce.
Cisco Suarez sembra incapace di avere rapporti normali con gli altri esseri umani, le sue riflessioni, ironiche celano un velo di amaro, fatto di occasioni perse, amicizie infrante e la sua corazza d’ironia e sbruffoneria mostra pian piano le sue incrinature.
Il libro è un’alternanza d’investigazione e battaglie, scoperte e nuovi misteri in una narrazione che da un lato non annoia, ma per il mio personale parere, non coinvolge come dovrebbe. Mi spiego meglio: se amate i libri adrenalinici, che ricordino un film d’azione senza respiro, questo libro è perfetto per voi. In più ha un’ambientazione originale fatta di voodoo e magia nera curata e interessante, nella quale i momenti di spiegazione non sono mai noiosi, ma anzi ci fanno capire qualcosa di più del protagonista.
Però se oltre all’azione volete anche altro e, anzi, l’azione non intervallata a momenti più lenti e riflessivi tende a confondervi, forse non è il libro giusto. Per quanto il personaggio sia caratterizzato a tutto tondo con grande efficacia, la mancanza di qualsiasi tipo d’interazione non superficiale con altri personaggi e la scarsità di emozioni che non siano rabbia, paura o desiderio di vendetta, sono per me i limiti che non mi consentono di lasciarmi travolgere dalla vicenda; fanno la differenza tra un libro piacevole e uno indimenticabile.
Devo dire, comunque, che strappa spesso una risata e questo è un pregio di cui tenere conto…
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