Si dice che anche il diavolo tema l’ira di una donna, ma non Carlos. Valentine Harper, scenderà a patti con il diablo pur di raggiungere il suo scopo. Dovrà fare i conti con la personalità contorta dell’uomo e accontentarlo finché lui ne avrà voglia.
Inizia così un gioco pericoloso, dove non ci sono vincitori e vinti.
Due mondi malati che si annientano lentamente fino all’ultimo respiro. Solo un folle può rimanere sapendo che sarà la sua fine e loro sono entrambi folli.
«Una volta entrati nella mia vita, esiste solo un modo per uscirne…la morte.»
Un dark romance che vi spalancherà le porte di una Cuba sommersa, dove l’illegalità e brutalità vincono…quasi sempre.
Questo romanzo non è un dark romance. Nonostante la sinossi dia un’indicazione di questo tipo, la storia a mio avviso rientra nella categoria erotico. Mi preme sottolinearlo per quei lettori che, alla parola Dark, si aspettano un certo tipo di storia.
Questo romanzo è ben lontano da anche la più “allargata” delle definizioni di Dark, genere che ha delle caratteristiche precise e tratta temi forti, a volte anche in modo molto più che estremo. Spesso si tratta persino di storie deviate, “malate” e con picchi di crudeltà inaudita; possiamo trovare anche umiliazioni, vessazioni e costrizioni, tutti elementi che, per menti contorte come la mia, portano all’amore viscerale verso il protagonista e soprattutto mi fanno chiedere: “Perché provo così tanta attrazione verso un personaggio verso il quale dovrei provare solo odio?”.
Per essere tale una storia, non è sufficiente che nel testo si incontrino le parole “veleno” e “vendetta”, bensì sono necessarie precise caratteristiche, specie a livello emotivo e sentimentale affinché le relazioni o i rapporti tra personaggi siano alimentati perlopiù da sentimenti negativi.
In questo romanzo invece, i protagonisti sono mossi da sentimenti di amore e, pur avendo un passato molto pesante alle spalle, non smettono di vedere il buono nell’altra persona.
«No, non vai da nessuna parte. No, non voglio punirti. Si, voglio averti nella mia vita. Si, penso che tra noi ci sia qualcosa cha ve oltre all’attrazione. E si, mi ricordo ciò che ci siamo detti ieri sera ed è stato come se mi sentissi veramente libero dopo tanti anni»
…
«Ecco cosa faremo. Tu rimani, vediamo come va e nel mentre io ti insegno a ritornare a vivere.»
Chi parla, qui, è Carlos, il Diablo di Cuba, un uomo invischiato nella Malavita; non è subito chiaro in che giro sia, ciò che si comprende immediatamente, invece, è che è temuto da tutti. Come ben potete capire dalla citazione è un Diavolo con un’indole buona e con sentimenti positivi, che vanno ben oltre le sensazioni derivanti dalla sola attrazione fisica, tanto che a un certo punto arriva persino a dedicare alla protagonista una canzone romantica, ovvero Despacito, quella che dice “suave, suavecito”, insomma molto poco “oscura” come canzone…
L’uomo conosce la protagonista, Valentine, dopo una gara illegale di moto: lei è il campione della gara e, non appena i loro sguardi si incrociano, scatta la scintilla. Risultato: sesso, tanto sesso, fin dalle prime pagine. Ben descritto e mai volgare, scene ben curate, ma eccessivo. Amo le scene erotiche, se ben contestualizzate; quando invece sono poste solo come riempitivo le trovo poco credibili.
Questo è un elemento che ben indica, a mio avviso, il genere di appartenenza del romanzo, ovvero l’erotico.
Altro elemento illuminante credo sia la personalità di Valentine. Lei è una donna che tenta a tutti i costi di lavorare per Carlos e scopriremo solo a metà libro il vero motivo di tale aspirazione. Ciò che sappiamo, sin dal principio, è che è così ostinata in quanto lui è la causa di tutti i suoi mali, le ha rovinato la vita, le ha strappato il cuore, la gioia di vivere, ma ogni volta che i loro corpi entrano in contatto lei non solo è ben lieta di tale avvicinamento e non lo rinnega, ma lo brama con tutta se stessa.
«Odio quest’uomo con tutta me stessa, ma mescolato all’adrenalina accumulata fino a questo momento diviene eccitazione e io non posso far altro che lasciare che succeda»
È vero che ci sono motivi di vendetta che giustificano il suo agire, ma restano del tutto sullo sfondo, mai esibiti, e Valentine è una continua contraddizione: pensa di vendicarsi, parla anche di vendetta, ma poi i suoi atteggiamenti sempre accomodanti sono in totale contrasto con le intenzioni.
Benché sia rimasta delusa, perché mi aspettavo tutt’altro genere di romanzo e, al di là dell’arroganza del protagonista maschile e dell’incoerenza di Valentine, è un libro che si fa leggere, e il testo contiene anche messaggi importanti.
Uno tra i tanti, che l’autrice ci vuole comunicare, o per lo meno quello che io ho compreso, è che non bisogna mai smettere di lottare, qualsiasi sia la motivazione che ci ha spinto a intraprendere la lotta: seppur feriti dobbiamo continuare a combattere per non soccombere e avere (e nel caso di Carlos anche dare) un futuro migliore.
«Le cicatrici restano, i ricordi altrettanto, ma tu puoi dimostrare che niente ti può distruggere. Hai due scelte. Lasci che la tua vita finisca per mano di qualcun altro oppure, decidi di viverla al massimo facendola rimpiangere a chi ha provato a distruggerti. Perché alla fine, quando un giorno la tua vita giungerà al termine come prevede il processo della vita, devi poter dire di aver vissuto veramente e morire in pace con te stesso.»
È come se fossimo dei cani feriti e abbandonati: davanti a un avversario, a un qualcosa che ci ricorda ciò che ci ha fatto del male, è vero che dobbiamo lottare per far sì che non ce ne venga fatto altro, magari peggiore, ma anche vero che non tutte le mani che si avvicinano al nostro brutto muso vogliono bastonarci. Potrebbe essere una carezza quella che ci aspetta, ma se non ci avviciniamo non lo sapremo mai.
Un appunto: i passaggi fondamentali del libro terminano vero il 70% del romanzo, dopo di che è tutto un epilogo molto lungo/preparazione al secondo capitolo della serie. Un tantino eccessivo per ciò che mi riguarda e l’attenzione era scemata già al 72/73%. Informazioni strutturate sì, ma direi superflue.
Concludendo: l’errata classificazione di genere ha, per me, condizionato fortemente il voto, ma il libro è una lettura gradevole.
Un piccolo post scriptum per dovere di cronaca. Ho ricevuto la bozza pre-editing del romanzo e non so quale sarà il risultato finale, ma spero che molti dei refusi vengano visti e corretti. Non essendo ancora pubblicato, non posso giudicare la forma, ma solo la sostanza.
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