♦ Traduzione a cura di Paolo Costa
Quixote Edizioni, acquistabile qui ♦
Condannato a venticinque anni per spaccio di cocaina, e rinchiuso in un carcere federale, Ryan Burgess deve adattarsi alla vita della prigione che per lui inizia con l’isolamento. Il giorno in cui assiste all’omicidio a sangue freddo di uno dei detenuti, per un regolamento di conti tra blocchi, decide che ha bisogno di protezione, anche se questo vuol dire affidarsi a Harrison e diventare la sua puttana.
Harrison è rinchiuso in carcere da ben ventiquattro anni. Il suo traffico di droga, all’interno dell’istituto, prospera grazie a guardie corrotte, scambi di favori e soprattutto grazie alla regola numero uno: in prigione ognuno pensa a se stesso.
Quando Ryan gli chiede protezione, specificando che non sarà la sua cagna, Harrison lo asseconda perché, da quando quel ragazzo così giovane è arrivato, ha capito che forse, dopotutto, anche in prigione si può trovare un angolo di felicità.
E quella felicità è il cuore di Ryan.
“Cuori in prigione” di Yamila Abraham è sul mio reader anche in lingua originale, l’avevo acquistato diverso tempo fa, ma vista la mia scarsa conoscenza della lingua inglese non ho mai avuto il coraggio di iniziarlo, quindi è piuttosto semplice immaginare quanto fossi ansiosa di poterlo leggere in italiano e di potermelo finalmente gustare appieno.
L’ho iniziato e finito in una notte e l’ho trovato molto diverso da come me lo aspettavo, ma ci tengo a chiarire subito che il fatto che me lo aspettassi differente non vuol dire che non mi sia piaciuto, l’ho amato dalla prima all’ultima riga e mi sono praticamente innamorata dei due protagonisti, ma me lo aspettavo più crudo e con un’atmosfera più cupa. Non che sia tutto rose e fiori, si tratta pur sempre di una storia d’amore tra due detenuti, ci sono episodi di una certa violenza, continui riferimenti al consumo e allo spaccio di droga e i protagonisti usano spesso un linguaggio abbastanza volgare.
Vivevo in un mondo fantastico in cui c’ero solo io contro dei mostri stupratori. Non mi ero reso conto che forse qualcun altro attorno a me stava male e si sentiva perso. Il ragazzo che avevo accanto era molto più umano di me, dal momento che riusciva ancora a piangere.
Non tutto ruotava attorno a me.
Le epifanie erano riservate a tempi e posti imprevedibili. Sì, sapevo di dover maturare ancora un po’. Dopo. Per il momento ero entrato in modalità sopravvivenza e dovevo dimenticare lo scarto della Princeton che ero. Sarei diventato chiunque dovessi essere per sopravvivere. Il problema era che non sapevo ancora chi fossi.
Quando viene arrestato e condannato a venticinque anni di prigione per possesso di droga, Ryan è solo un ragazzino ricco e viziato che frequenta il primo anno di college e non ha mai dovuto affrontare nessuna difficoltà nella vita.
Non appena arriva nel penitenziario in cui sconterà la sua condanna incontra Ray Harrison, un uomo di 48 anni che ha passato metà della sua vita in prigione ed è il capo di una delle bande che gestiscono il traffico di droga all’interno del carcere. È temuto e rispettato da tutti e rivendica subito Ryan come una sua proprietà.
Dopo qualche minuto, i miei battiti si calmarono e tornai a pensare a come allontanare il mio culo da una banda di mostri pervertiti, sicuramente peggiori dei reietti presenti in questa cella.
La mia paura si trasformò in delirio. Vidi il mio riflesso sul dosatore della carta igienica vuoto e capii quanto bianca fosse la mia pelle. La paura mi aveva paralizzato e intorpidito. Avrei voluto agire, ma che cazzo potevo fare? Che cosa avrebbe potuto fare un ragazzino per proteggersi dalla prigione? Non avevo denaro qui e il nome di mio padre non significava niente.
Ero senza speranze.
Harrison è un personaggio molto controverso e il suo rapporto con Ryan mi ha lasciata abbastanza perplessa, infatti ha un atteggiamento che non ti aspetti assolutamente da un uomo del genere. Il suo comportamento nei confronti del ragazzo è molto protettivo e sempre attento ai suoi bisogni, tanto che pian piano Ryan inizia a fidarsi di lui e i due si avvicinano sempre di più.
«Ascolta, Ryan. Voglio che tu mantenga l’immagine di me che hai appena visto, quando ti sto attorno. Non pensare alle spacconate e alle cazzate, quelle sono per gli altri. Voglio che tu veda il vero Ray Harrison, non una persona di cui avere paura.»
«Va bene.» Dovetti far uscire quelle parole attraverso il groppo che avevo in gola. Anche Harrison era riuscito ad arrivare al vero me e volevo credere che fosse un’ottima cosa, ma era ancora troppo presto per dirlo.
Il carcere e la vita al suo interno vengono descritti in modo abbastanza realistico, ma senza approfondire troppo i lati più negativi dell’ambiente, certo ci sono alcune scene abbastanza forti e viene descritto nei dettagli l’uso frequente di droghe, ma il tutto passa in secondo piano facendo solo da sfondo alla storia d’amore tra i due protagonisti che viene sviluppata molto lentamente e con estrema coerenza.
Fui grato per quel pasto decente, ma mi fece male ricordare che Harrison avrebbe perso quel bacio di cui avevamo parlato. Quando fossi uscito da qui l’avrei baciato, abbracciato e, dannazione, mi sarei fatto dare anche una palpatina.
Volevo stargli di nuovo vicino.
I tratti caratteriali dei due protagonisti vengono delineati con grande accuratezza e il loro comportamento resta sempre coerente.
Le scene hot non sono molte, ma sono estremamente sensuali, molto particolari e mai volgari.
Il finale è un po’ affrettato e avrei preferito un maggiore approfondimento dell’ultima parte, ma sono comunque soddisfatta del lieto fine, che in un romance è assolutamente imprescindibile.
Recensione:
Editing:
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