F/F
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Tra le ceneri di un mondo in rovina, un agente del comandamento trova una lettera: “bruciare prima di leggere”. Inizia così la strana corrispondenza tra due agenti rivali, Rossa e Blu, emissarie di due fazioni in lotta, ciascuna desiderosa di controllare il passato per dominare il futuro. Ma quella che è iniziata come una sfida a distanza presto si trasforma in qualcosa di diverso. Qualcosa di epico. Qualcosa di romantico … qualcosa che potrebbe farle uccidere. Perchè in fine dei conti c’è una guerra in corso. E qualcuno deve vincerla. Non è così che funziona?
Ma le guerre sono un susseguirsi di cause ed effetti, calcoli e strani attrattori, e ancora di più lo sono le guerre nel tempo.
Rossa e Blu. Due agenti nemiche, che percorrono le trecce del tempo, ciocca per ciocca, una contro l’altra, una fa, l’altra disfa, perché gli obiettivi delle loro fazioni non possono essere più diversi.
Agenzia e Giardino. Duro e morbido.
Poi, una lettera. All’inizio è quasi un gioco. Blu contatta Rossa perché la sua bravura la stuzzica, la fa sentire viva.
Alla prima lettera, una provocazione, segue una risposta, e in breve le due avversarie sfruttano ogni modo per comunicare. I toni, da ironici cominciano a diventare personali, le lettere rivelano sempre di più l’animo di chi scrive. Entrambe cercano qualcosa perché il loro mondo non è completo, trovano nell’altra quello che manca, quello che rende la vita degna di essere vissuta. Come se fossero due metà della stessa anima.
Hai mai visto un tramonto così? I colori non si mescolano: quanto più rosso è il cielo, tanto più blu è l’acqua, mentre scivoliamo via dal sole.
In un testo quasi onirico in cui ogni parola è scelta con cura, in cui le due anime si svelano tramite immagini del loro mondo, tramite le loro azioni, il lettore, prima un po’ confuso, rimane incantato.
Il mondo che Rossa e Blu creano con le loro lettere, un mondo in cui loro si rifugiano, sempre più complici, è anche rifugio del lettore, che si affeziona, che spera che qualcosa per loro possa cambiare.
Le parole possono ferire, ma sono anche ponti. Ma forse un ponte può essere anche una ferita?
Amore.
Amore quello che nasce tra Rossa e Blu, un amore che niente ha di fisico, tra due persone che non possono toccarsi, possono solo condividere esperienze e sensazioni. E questo sentimento si percepisce, cattura il lettore in particolare quando verso la fine qualcosa comincia a minacciarle e le scelte si fanno difficili e si tiene il respiro, voltando le pagine sempre più in fretta.
Quindi in questa lettera sono tua. Non del Giardino, non della tua missione, solo tua. Sono tua anche in altri modi: tua mentre mi guardo intorno in cerca di un tuo segno, apofenica come un aruspice; tua quando valuto metodi, motivi, occasioni per consegnare le lettere; tua quando ripasso le tue parole secondo il loro ordine, suono, profumo, gusto, stando ben attenta a non logorarne il ricordo. Tua.
“Così si perde la guerra del tempo” è un romanzo insolito, originale e affascinante, ma allo stesso un testo non lineare, con molte cose non dette, con piccole informazioni che al lettore sfuggono sul momento. Un libro che con poche pennellate ci presenta un mondo ma non ci spiega, che fa porre tante domande ma concede pochissime risposte. Un libro, quindi, che richiede al lettore di accettare di rimanere nella magia, di non avere certezze, di intuire le cose più che capirle. Un libro che va assaporato e forse riletto, alla fine, perché il gusto che rimane è delicato. Ma allo stesso tempo un libro che deve rimanere così, non troppo lungo, come un istante prezioso, prima che subentri l’abitudine o, peggio, la noia.
Le braci della lettera muoiono. L’ombra di una nave da combattimento distrutta si torce. Vuota, si riempie. Una cercatrice emerge da quell’ombra, portando altre ombre con sé
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