In una terribile notte, Allegra Ennis, musicista e cantante di talento, perde il padre, la vista e la carriera. Ricordi confusi e frammentari di quel trauma la perseguitano nei suoi incubi notturni, e la minaccia di chi le ha già rovinato l’esistenza continua a incombere su di lei. Finché nella sua vita entra Douglas Kowalski. Ex comandante dei reparti speciali, segnato nell’anima e nel viso da cicatrici profonde, Douglas le salva la vita durante una rapina. Presto divampa la passione ma entrambi hanno svariate ragioni per dubitare che possa durare a lungo. Tuttavia, se tanti sono i fantasmi del passato, troppo intenso è il sentimento che ora li lega…
Terzo e ultimo libro della serie Midnight, “A mezzanotte un angelo” chiude la sequenza di storie parallele. Vi ho già presentato John e Bud, questa volta tocca a Douglas.
Ex Comandante delle Forze Speciali, anche lui è impiegato nella sicurezza ed è socio di John. Durante una festa incontra la nostra protagonista, Allegra, ed è amore a prima vista, anzi a prima nota. Douglas è un uomo solitario, durante la sua vita non ha mai contato sugli altri, se non sui suoi commilitoni, ed è, anche fisicamente, un uomo… particolare.
Le belle donne non gli sorridevano mai, a malapena lo guardavano in faccia. Ma non le biasimava, conosceva il proprio aspetto. Aveva l’aria di un mezzo criminale, uno duro, uno pericoloso, uno cattivo. Forse perché era davvero duro, pericoloso e cattivo. Era strano che una donna gli sorridesse. Doveva rendere atto a Suzanne che riusciva a fingere perfettamente che lui apparisse come uno qualsiasi. Ma non era così. Era sempre stato grande e grosso, con lineamenti irregolari e rozzi, e la sua vita non aveva contribuito ad ammorbidirli. Si era rotto il naso quattro volte. Dieci anni prima un terrorista lo aveva aggredito con un coltello. Il figlio di puttana era riuscito a tagliargli la faccia prima di finire al tappeto. Era successo a oltre mille chilometri dall’ospedale più vicino e si era dovuto ricucire la bocca da solo, usando la lama del coltello come specchio. La Marina si era offerta di pagargli l’intervento di chirurgia plastica per riparare il danno, ma lui aveva rifiutato. Non gli importava nulla di quella cicatrice. Anzi, più incuteva timore, meglio era. E in ogni caso non aveva voglia di farsi tagliare e cucire di nuovo. Aveva trascorso tutta la vita adulta facendo il duro e insegnando ad altri uomini duri ad affrontare la morte. E quello era un mestiere che non si poteva fare con un bel sorriso e gli occhi teneri. Aveva imparato a mostrarsi un duro finché non era diventata una seconda natura.
Quando, per una serie di circostanze che non posso rivelare, si troverà a riaccompagnare Allegra a casa, scatterà qualcosa che li unirà come mai Douglas si sarebbe aspettato, spaventandolo come nessuno ha saputo fare prima.
Allegra è una talentuosa cantante, virtuosa dell’arpa, che a causa di un’aggressione è diventata non vedente e ancora stenta ad accettare la nuova condizione. Odia il modo in cui le persone la trattano, come una bambola di fragile porcellana che potrebbe andare in pezzi da un momento all’altro. Eppure questa è la realtà, è fragile Allegra, impaurita dal futuro e terrorizzata di diventare un peso per gli altri. Per questo non accetta la sua cecità e si rifiuta di mettere in sicurezza la casa, di usare il bastone o comprarsi un cane.
Douglas entra nella sua vita con prepotenza e all’improvviso non è più tutto così buio.
Non era più la povera piccola Allegra, cieca e indifesa. Era un’Allegra sicura, forte, e aveva ridotto in pappa quell’uomo grande e grosso.
[…]
Per la prima volta in cinque mesi Allegra si svegliò felice. Di solito si svegliava con le guance segnate di lacrime. Ogni notte aveva incubi, a giudicare dal profondo senso di oppressione del mattino. Non ne ricordava mai il contenuto, solo la sensazione di panico e di terrore. Spesso doveva arrivare fino a metà mattina prima di riuscire a liberarsene. Ma non quel giorno. Si risvegliò su una superficie dura, calda e pelosa: il torace di Douglas. Le sue labbra si curvarono in un sorriso appena le sue mani si mossero su quel petto villoso e forte. Quell’uomo era così grande e grosso che la stupiva di continuo. Douglas era sveglio. Qualcosa nell’aria che lo circondava glielo fece capire. Stava sviluppando una sensibilità particolare, come le avevano detto i medici?
Ok, va bene, lo confesso, gli uomini della Rice sono testosteronici maschi alfa, iperprotettivi e pure un po’ maschilisti. Ma siccome sono finti (purtroppo) gli si perdona questo e altro, anche perché l’autrice, con la sua scrittura fluida e mai volgare, riesce persino a suscitare una certa qual tenerezza nei loro confronti.
Consigliato a tutte quelle a cui piacciono le scene hot e nel contempo anche romantiche, come solo la Rice sa scrivere.
Inutile dire che dovete leggerlo, come degna conclusione di una serie davvero speciale.
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