Un ragazzo spezzato alla ricerca della propria identità; un uomo taciturno e carico di mistero.
Mary Durante (17 gennaio 2020). acquistabile qui.
Tabula rasa.
È così che Tyler sente la propria mente quando si sveglia, confuso e dolorante, in una stanza sconosciuta.
Ricorda solo il suo nome e pochi sprazzi di un passato carico di abusi, che hanno segnato la sua pelle e la sua psiche.
Nella casa in mezzo al nulla dove comincia il suo nuovo presente, ogni giornata diventa presto uno sforzo per la sopravvivenza.
C’è la mente che non risponde al suo volere. Ci sono gli incubi che lo aggrediscono, strascichi di un tempo in cui veniva trattato come uno schiavo da tormentare e deridere.
E poi c’è Butch, l’uomo che ha trovato accanto a sé al proprio risveglio.
Dice di averlo strappato ai suoi vecchi aguzzini, sembra prendersi cura di lui, ma al contempo rimane un minaccioso carceriere che lo possiede e ha le chiavi della sua nuova prigione.
Se davvero non vuole fargli del male, per quale motivo non gli permette di uscire? E perché oscilla tra la figura di un salvatore e quella di un carnefice di cui avere paura?
Tra momenti di terrore e inaspettate parentesi di gentilezza da parte di quel gigante taciturno, Tyler deve cercare la verità sul proprio passato, per poter ricostruire se stesso.
⇔
«Grazie,» ripeté, gli occhi puntati al suolo.
Non si stupì del tutto quando Butch gli sollevò il mento, così da spingerlo a incontrare il suo sguardo. A sorprenderlo, invece, fu il bacio che gli depositò sulle labbra, in un contatto fuggevole e accompagnato da una carezza alla guancia.
Non gli risultò il bacio pregno di possesso con cui gli aveva rubato il respiro giorni prima. Non un bacio da padrone.
Anche dopo che Butch si staccò e che sistemarono il bagno, per poi tornare al film, il fantasma di quel tocco continuò a bruciare, sulla sua bocca e nei suoi pensieri.
⇔
Senza che le lacrime smettessero di scorrergli lungo le guance, sollevò il viso fino a ricercare i suoi occhi e poi le sue labbra.
“Sarò bravo, quindi lasciami stare con te.”⇔
Si protese nella sua direzione, cercando di abbracciare quell’uomo grosso il doppio di lui, che lo faceva sentire come un ragazzino troppo giovane; ma voleva trasmettergli un minimo del conforto che Butch aveva portato nella sua vita.
«Vorrei… vorrei solo renderti felice.»
Un bacio a fior di labbra si posò sulla sua testa, e poi, finalmente, l’abbraccio tornò a stringerlo.
«Lo fai già.»
«Come?»
«Erano anni che non avevo qualcuno.»
«E adesso hai me.» Tyler insinuò una gamba tra le sue. «Che tu lo voglia o no.»
«Adesso ho te,» confermò lui, le mani calde che erano una pesante sicurezza sul suo bacino e sulla sua schiena. Non aveva sorriso, lo aveva solo guardato con un’espressione carica d’affetto, l’amante che aveva coperto l’assassino. «Almeno finché mi vorrai al tuo fianco.»
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