Dissonanza = Qualsiasi accostamento che produca un effetto disarmonico o discordante, dissonanza d’idee, di opinioni, di sentimenti.
Dawn Blackridge (28 marzo 2019), acquistabile qui.
La vita di Kevin è una dissonanza continua, fin da quel giorno maledetto in cui, bambino, dopo ripetuti abusi, assiste a un evento traumatico che gli avrebbe distrutto la vita. La musica, la scrittura e Katie sono i suoi unici punti fermi in un mondo del quale non vorrebbe far parte.
Marc è un editore, il suo lavoro e i suoi amici sono tutto ciò che ha. Vorrebbe un compagno, tuttavia, nessuno fino a ora ha acceso dentro di lui quella fiamma che vorrebbe sentire. E poi legge questo nuovo manoscritto di uno scrittore esordiente, lo incontra e qualcosa scatta.
Kevin ha bisogno di aiuto, tanto, e Marc prova con tutto se stesso a stargli vicino e, da una scintilla, ciò che si scatena tra loro due è un incendio inarrestabile.
Non resta che una domanda: si bruceranno entrambi?
x3
Thud, thud, thud…il rumore sordo di un oggetto che colpiva qualcosa di duro lo fece rabbrividire. «Mamma…mamma, ho paura…» ma la mamma non rispondeva e poi thump… un tonfo sordo, come se qualcuno fosse caduto. Non poteva più restare sotto al letto. Strisciò adagio fino alla porta della sua camera e poi nel corridoio. Vedeva la mamma in piedi nella stanza in fondo. A piedi nudi non fece alcun rumore e lei non si accorse della sua presenza. Si appoggiò allo stipite e non capì subito cosa stesse guardando.
⇔
Kevin sollevò lo sguardo su di lui, gli occhi pieni di lacrime a stento trattenute e annuì. Marc allora si alzò, gli prese le mani e lo tirò in piedi, circondandogli il corpo con le sue braccia. Lo sentì rigido, contro di sé, tuttavia, lentamente si rese conto che si stava lasciando andare, finché le mani di Kevin gli sfiorarono timidamente la schiena, la fronte appoggiata alla sua spalla. La sensazione di quel corpo finalmente pressato al suo fu indescrivibile, un’emozione che non credeva avrebbe mai provato, non sapeva come chiamarla, voleva solo viverla, era quella giusta, non se ne sarebbe pentito, non lo avrebbe più lasciato andare perché lo sapeva, tutti tornavano, tranne le persone che davvero voleva. Restarono così, immobili, mentre la stretta di Kevin s’intensificava.
«Va bene,» lo udì bisbigliare.
⇔
Era come se tutti quei mesi in cui aveva fatto enormi progressi fossero stati spazzati via e lui fosse ritornato quello che era prima, il vuoto guscio di un uomo destinato a restare solo tutta la vita. Non era degno di Marc, non era alla sua altezza, quell’uomo meritava di meglio di un essere spezzato senza possibilità di riparazione, quello che era successo lo dimostrava, erano bastate poche ore a distruggere tutto quello che pensava di aver riconquistato in quei mesi. Doveva fare in modo che si dimenticasse di lui, doveva lasciarlo andare. Non riusciva neanche a guardarlo e volse il capo verso la finestra.
Commenti
Nessun commento ancora.