Giorgia, 27 anni, sembrava destinata ad un roseo destino, frutto del suo impegno e della sua concretezza. Un incidente stradale che le porta via il marito dopo solo sei mesi di matrimonio, trascina con sé sogni, certezze e fiducia nel futuro. Determinata a non mostrare le proprie debolezze, Giorgia si ritrova sola a farsi carico di tutto quello che in precedenza divideva col marito, suo primo e unico amore: lavoro, casa, speranze. La sera di quello che avrebbe dovuto essere il suo secondo anniversario di matrimonio, Giorgia accompagna Giulia, sua amica e dipendente, all’inaugurazione di un locale. All’uscita dalla discoteca, le due ragazze subiscono un tentativo di violenza, fortunatamente impedito grazie all’intervento di due agenti dei carabinieri in libera uscita. È in questa circostanza che Giorgia fa la conoscenza di Diego. Pur reputandolo inizialmente antipatico, rigido e dispotico, Giorgia non può fare a meno di provare un’attrazione fisica per il ragazzo. Diego impone la sua presenza in casa di Giorgia, a tutela di quest’ultima, per impedire un’eventuale intromissione degli aggressori nell’abitazione della ragazza. Da quella sera si instaura un particolare tipo di rapporto tra i due giovani, che si scoprono legati dal fatto di provare lo stesso tipo di dolore. Nonostante un grave episodio del passato condizioni la vita di Diego, nella coppia si insinua un particolare tipo di alchimia che li spinge l’uno verso l’altra. La sensazione diventa impossibile da contenere, tanto che entrambi si impongono una relazione basata sul solo lato fisico. Ma troppe sono le influenze dall’esterno e troppo intensi i loro sentimenti. E quando ad essere in gioco è la vita di uno dei due, il destino li porterà a compiere delle scelte che influiranno sulle loro esistenze. Niente sarà più come prima, a cominciare da loro stessi.
Innanzitutto vorrei fare un plauso alla padronanza che l’autrice ha dell’uso della lingua italiana, a parte qualche fisiologico refuso, il testo è scritto bene e denota ampiezza di vocabolario e dominio sintattico e grammaticale. La sinossi del libro mi ha attirato fin da subito, non è facile trovare un romanzo in cui si parli di Carabinieri e io apprezzo l’Arma per retaggio familiare. Le mie aspettative sono rimaste in parte deluse e leggendo ho avuto sentimenti contrastanti. Vado in ordine.
La trama non è lineare, alcune contraddizioni rendono la lettura poco scorrevole. In certi punti mancano i passaggi logici che spiegano i comportamenti dei personaggi per cui ci si ritrova all’improvviso con un Lui arrabbiato o con una Lei acida senza che ci siano le reali basi per portare un adulto a provare tali emozioni. Di conseguenza, in certi momenti, gli atteggiamenti sembrano più da adolescenti e il dipanarsi della vicenda ne risente.
Innanzitutto la protagonista femminile, Giorgia. Il suo comportamento è schizofrenico, un secondo prima appare felice e convinta delle scelte fatte e un istante dopo afferma il contrario, prima pensa che lui sia dolcissimo e un attimo dopo ha paura. È una donna che ha subito un grave lutto, a volte sembra averlo elaborato, altre pare tornare prepotente, ma senza una logica precisa. I lunghi monologhi interiori risultano pesanti e soprattutto vi è la continua ripetizione dello stesso concetto. Il protagonista maschile Diego, è un carabiniere, miliardario in incognito, bellissimo e sensuale. Anche il suo comportamento è dettato da un lutto, molto simile a quello di Giorgia, e da una minaccia costante da parte di un nemico che per tutto il libro rimane sullo sfondo, anzi praticamente non esiste, se non nelle dichiarazioni di Diego. Questo a mio parere è un aspetto che toglie molto pathos allo scritto, visto che proprio sulla base di questa spada di Damocle si dipana la storia tra i due protagonisti.
Le scene di sesso sono davvero ben scritte, ma occupano troppo spazio nella narrazione, forse sarebbe stato maggiormente interessante approfondire i personaggi secondari della trama.
La sensazione è che alcune parti siano abbozzate, incompiute, altre oltremodo ridondanti.
Così come il finale, affrettato e inverosimile. Illogico, al limite dell’incredibile, ed è solo uno degli esempi possibili, che lui non scopra una certa situazione, in un arco di tempo relativamente lungo, in una città piccola come Padova. Sopra le righe anche il deus ex machina che risolve infine la situazione. Anche questo toglie smalto a una storia che avrebbe buone potenzialità. Ultima nota: chiunque conosca l’Arma dei Carabinieri, o anche solo si documenti, non può sentire pronunciare la parola “agente” dentro una caserma. Mai.
Assegno tre stelline perché è scritto davvero bene e ci sono, a mio parere, le potenzialità per migliorarlo molto, magari con un editing professionale.
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