Secondo la tradizione cinese, quando una persona muore la sua anima si divide in tre. Una sale in cielo. Una resta nella tomba e l’ultima risiede nella tavoletta del tempio.
Ma se l’anima non si dividesse? Se restasse ancorata a questo mondo? Se ci fosse un modo per tornare indietro? Eliza sta per conoscere le risposte…
Dopo dieci anni dalla tragica morte del suo fidanzato, Eliza torna a Seattle per far visita alla sua tomba. Vuole dargli l’ultimo addio prima di sposarsi e iniziare una nuova vita. Durante il suo viaggio negli U.S.A, però, Eliza scoprirà che il passato che pensava di aver sepolto è ancora vivo. Adam Shang, il suo grande amore che credeva perso per sempre, è tornato dal mondo dei morti ma per restare in vita ha bisogno di lei.
Adam ed Eliza, due amanti, due cuori che non hanno mai smesso di battere l’uno per l’altra, stanno per affrontare un lungo cammino che li porterà a rivivere gli orrori del passato, a combattere vecchi nemici, a scavare nel passato della famiglia Shang, nelle millenarie tradizioni cinesi per riuscire a vincere contro l’invidia dei demoni e contro un’antica maledizione.
Occhi d’acqua, quelli di lei.
Occhi di fuoco, quelli di lui.
Yin e Yang, si uniranno per lottare per un amore che va oltre la morte, oltre la leggenda.
Quando l’amore incontra i miti e le leggende, c’è sempre da aspettarsi qualcosa di davvero gradevole.
“Coming Back” narra la storia di un amore che sfida la vita e la morte, trascende lo spazio e il tempo pur di riunire due anime destinate a stare insieme. Differentemente da quanto potessi aspettarmi, però, non è un romanzo dove l’amore trionfa a tutti costi, supera tutti gli ostacoli per trovare il caro vecchio “e vissero tutti felici contenti”, no. Questo è un romanzo che, seppur romanzato con miti, leggende ed elementi fantasy, racconta di come l’Amore debba lottare per poter sopravvivere, combattere e rischiare, indipendentemente dalle probabilità di successo.
Cosa si è disposti a sacrificare per amore? La carriera, la propria libertà, gli amici, la famiglia d’origine, il proprio orgoglio. La lista potrebbe prolungarsi all’infinito. Sono tante e troppe le cose che si sacrificano quando si è intrappolati in una relazione che è solo uno pallido riflesso di quello che dovrebbe essere l’amore. L’amore non accetta sacrifici, e nemmeno li chiede. È spontaneità, istinto che arriva dritto dalle viscere. Il suo cammino non è fatto di scelte forzate, ma di strade che il cuore decide di intraprendere di sua volontà. Amare è accettare l’altra persona e farla diventare parte di sé per sempre. La mia storia d’amore con Adam non ha mai implicato sacrifici. Almeno, fino a oggi. Cosa ho sacrificato io per amore?
Chi parla è Eliza, una donna che poco prima di sposarsi decide di recarsi presso la tomba del suo amore, defunto da dieci anni, per dirgli definitivamente addio. Accade però qualcosa: tornata in albergo, Adam, il defunto, la raggiunge nella stanza. Dopo un primo attimo di smarrimento decidono di comprendere il motivo di tale resurrezione e di lottare per far sì che non si perdano di nuovo.
Ripercorrono dunque la vita di Adam, il cui padre è morto alla sua stessa età in circostanze misteriose, esattamente come è successo a lui (vi sembrerà di rivivere la storia di Bruce e Brandon Lee). Sembra che la sua famiglia sia gravata da una maledizione, e attraverso l’aiuto del cugino Chen, capiscono che gli Anziani del loro villaggio natio potrebbero avere la soluzione. Infatti, entrambi gli uomini appartengono a un mondo in cui si narra che il prescelto, colui che ha gli occhi di fuoco, possa essere salvato dal vero amore, dalla donna in cui riconoscerà gli occhi d’acqua.
Si recano in Cina e con l’aiuto di un altro defunto, il maestro Shifu, la cui anima torna dall’Aldilà esattamente dopo sette mesi dalla sua morte, capiranno che la maledizione può essere spezzata. Ciò che non hanno ben chiaro però è il costo da pagare e la durata che potrebbe avere questo sacrificio.
Stop! Non vi aspetterete mica che continui con il racconto, vero?
Ciò che posso dirvi è come questo romanzo mi abbia piacevolmente colpito. I protagonisti, ed è questo il concetto che voglio che emerga, pur facendo parte di un romanzo fantasy, sono veri, tangibili, reali.
Eliza è una donna che sta per sposarsi e d’un tratto si ritrova a dover scegliere tra l’amore che le ha restituito la vita e quello che invece gliel’ha sottratta. Una scelta difficile da compiere, senza alcun dubbio decide di lottare contro le maledizioni, contro il mondo intero per non perdere ciò che un tempo l’ha resa la donna più felice del mondo. Eliza è la forza delle donne in persona, la tenacia; non si abbatte davanti agli ostacoli, ma ogni volta che ne incontra uno sembra che questo la tempri e le dia la risolutezza per andare avanti. Prenderà per mano il suo amore, e decisa, gli infonderà il coraggio necessario per combattere insieme questa battaglia contro il destino.
«Sorprendimi, Adam, mostra al mondo di non aver paura di stare al mio fianco. Anche se non sarà per sempre, anche se significa lottare per stare assieme, combatti con me, non ti arrendere.»
Adam invece è uno degli uomini “più uomo” di cui abbia avuto il piacere di leggere. Io leggo solo romanzi in cui protagonisti maschili hanno carattere forti, che trasudano protezione anche dalla punta dei loro mignoli, ma Adam va oltre. Come scrivevo qualche riga più su, sono personaggi reali, e Adam con i suoi attimi di debolezza, con i suoi modi gentili, con la sua forza nel mostrare le sue fragilità è un Uomo con la U maiuscola. Non è sempre necessario mostrare i muscoli, ostentare il fare da macho man per far comprendere di essere un uomo forte, pronto a proteggere la donna che si ama: a volte basta solo un gelato, comprato al momento giusto, del gusto giusto, per dimostrare quanto e come si ama. Sono i piccoli gesti a fare la differenza, non quelli plateali.
Per quanto la storia mi abbia entusiasmato, lo stile mi ha confuso non poco però, motivo per cui la mia valutazione non sarà eccellente.
Il romanzo è narrato in prima persona, ma è rivolto sempre alla seconda persona singolare; Eliza continua a rivolgersi ad Adam direttamente, anche nei racconti.
Afferro distrattamente un jeans e un maglione dalla valigia e vado in bagno. Al mio ritorno tu sei già pronto. Indossi gli abiti della sera prima lavati e stirati a nuovo. In pochi minuti siamo per strada.
La mia percezione è che questo stile alla fine si riveli un racconto postumo, un sogno o una lettera, o un qualcosa di simile. È come se Eliza stesse raccontando ad Adam, in un momento nel futuro, la vicenda che stanno vivendo, cosa che si rivela errata. Alla fine ho avuto la sensazione di aver letto qualcosa di incompiuto.
Lo stile meccanico oltretutto, quasi schematico, come dimostra l’esempio che ho riportato, non rende la lettura scorrevole e fluente, ma la appesantisce risultando spesso, purtroppo, noiosa.
Un altro punto dolente, a mio avviso, è la mancanza quasi totale di descrizioni. In un romanzo dove si parla di Oriente, di miti e leggende mi sarei aspettata lunghe descrizioni dei luoghi e delle atmosfere, una mix di sogno e magia, che avrebbe spezzato quel ritmo così statico di cui parlavo prima.
Concludendo, un libro sicuramente da leggere, armatevi però di tanta pazienza.
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