Grace Holden è rimasta vedova da tre anni. Il suo matrimonio era basato sull’affetto e il rispetto, non certo sull’amore. Dopo la morte del marito si sente svuotata e si interroga sul suo futuro. Madre e nonna soddisfatta, sente però di non aver mai vissuto appieno la vita, come se le mancasse una parte essenziale. Complice un week-end per singoli, regalo della figlia, e un piccolo incidente, Grace inizia a riaprirsi alla vita e a conoscere davvero l’attrazione grazie all’incontro con Tray.
Ci sono momenti nell’esistenza di ognuno in cui è inevitabile fare un bilancio della propria vita. Grace, la nostra protagonista, si trova in una delicata fase di transizione nella quale inizia davvero ad elaborare il lutto per la perdita del marito. Non era l’amore con la “A” maiuscola, piuttosto la roccia a cui appoggiarsi e senza la quale Grace si ritrova perduta e senza più un ruolo. Per anni è stata solo la moglie di Harold Luff, la madre dei suoi figli e la perfetta compagna per un uomo come lui, altolocato e di successo.
Ora non sa più chi è.
Soprattutto Grace si domanda come sarebbe stata la sua vita se non avesse scelto di sposare Harold, pur consapevole di non essere innamorata di lui. Quando la figlia le propone un week-end finalizzato a conoscere persone della sua età e “socializzare”, Grace non vuole neanche sentirne parlare. Per troppi anni ha chiuso il suo cuore e la sua mente all’idea stessa dell’amore romantico, nonostante da ragazza fosse ben diversa. Tuttavia non si sfugge ai propri desideri e la decisione di usufruire del regalo della figlia alla fine si rivelerà la più giusta. Ma Grace non è una donna impulsiva e subito si pente di essere partita. Questo la porta a isolarsi e a decidere di affittare degli sci di fondo per allontanarsi dall’atmosfera caotica dell’albergo e, soprattutto, da un vecchio amico del marito, anche lui vedovo, che sembra intenzionato a conquistarla. Poi capita. Come tutte le cose davvero importanti si presenta inaspettata, improvvisa e unica. Il suo nome è Tracy, anche se si fa chiamare Tray, affitta sci, è vedovo, è simpatico, è affascinante. Grace regredisce all’istante, perde la sua solita compostezza e un’intera armata di campanelli di allarme inizia a suonare nella sua testa. Li soffoca perché questa è la sua natura.
Poi, un incidente alla caviglia e un soccorritore fin troppo zelante innescano una serie di eventi che saranno per Grace una rivelazione. Invece di chiudersi, stavolta decide di aprirsi e di vivere appieno il momento. Questa storia l’ho scelta per caso, una di quelle decisioni delle quali ringrazio il fato. Erano secoli che non leggevo un racconto che coinvolgesse persone di una certa età. Non per partito preso, anzi da “giovane” ero una estimatrice della collana Harmony “Destiny”, che come sottotitolo aveva “C’è sempre una seconda volta per amare” e che affrontava l’amore anche dopo una certa età. Semplicemente il mercato non offre tanto in questo senso e dopo aver letto questa piccola perla me ne rammarico. La scrittura della Regnery è fluida e armoniosa, capace di farti entrare davvero nella storia con uno stile semplice e diretto che arriva dritto al cuore. Grace e Tray sono semplicemente stupendi, ti emoziona la loro capacità di vivere appieno un sentimento nuovo e fragile, la capacità di lasciare che la razionalità e la maturità accumulata in anni di vita si sciolgano come la neve che li ha fatti incontrare. Apprezzo anche la scelta dell’autrice di non togliere realismo al loro incontro, privilegiando una storia di sentimenti e di contraddizioni, piuttosto che di carnalità.
Inutile dire che lo consiglio, magari in un freddo pomeriggio d’inverno, con accanto una tazza di cioccolata calda, quando avete bisogno di una buona storia che vi scaldi dentro.
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