Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno. Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro. Ma Galaxy “Alex” Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale.
Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l’assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il “gentiluomo della Lethe”. Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all’opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l’oscurità insita nelle mura dell’università.
Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile magnifico di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.
“Il mondo è pieno di cose magiche, in paziente attesa che i nostri sensi si affinino.”
Ho aspettato quasi tre lunghi, lunghissimi anni per poter leggere questo libro con il timore che l’attesa non avrebbe ripagato le mie aspettative (altissime)… Beh, devo dire che la lunga attesa è stata ripagata, poiché sono stata letteralmente rapita dalla storia e dalle avventure narrate. Sì, Leigh Bardugo sa come catturare l’attenzione.
La storia inizia da dove era finito il precedente libro: Darlington è disperso all’inferno, mentre Galaxy (Alex) e Pamela sono alla disperata ricerca di un modo per salvarlo. Un modo che esiste, ma che è assai pericoloso, tanto che nessuno è mai riuscito a compiere un’impresa di quel genere. Le informazioni sul come riuscire sono scarse, eppure le due ragazze non si perdono d’animo e riescono a mettere insieme una squadra di aspiranti salvatori. Tuttavia, la situazione in cui si trova Darlington non è la sola preoccupazione per Alex. Nel campus, infatti, eventi strani e morti in circostanze misteriose indicano che qualcosa di davvero pericoloso e oscuro è all’opera. Potrebbe trattarsi di qualcuno, o di qualcosa, venuto dall’inferno?
Trovo che Alex sia una protagonista eccezionale: la adoro, anche se non è perfetta. Non è positiva, non è né buona né cattiva, però è semplicemente vera. Leggere della sua evoluzione lungo tutto il libro è stato più che interessante; lei, abituata a pensare solo a se stessa, pian piano impara a integrarsi in un gruppo, in una “famiglia”, con tutto quanto ne consegue. Non più sola, bensì parte di un qualcosa più grande e, poco alla volta, diventa indispensabile e insostituibile, un vero e proprio cuore pulsante.
“Per saldare i tuoi conti, dovevi sapere con chi eri in debito. Dovevi decidere per chi eri disposto ad andare in guerra, e chi potevi essere sicuro che si sarebbe gettato nella mischia per te. Era questo che contava nel mondo. Niente buoni e cattivi, solo le persone per cui avresti sfidato le onde, e quelle che avresti lasciato annegare.”
In questo romanzo, ogni membro della “galaxy squad” vivrà una sua crescita, una sua maturazione. Nessuno è perfetto, un pezzetto di oscurità alberga in ciascuno di loro e solo affrontando le loro debolezze e il loro passato riusciranno ad andare avanti.
“La magia era trasgressione, rendeva indistinto il confine tra possibile e impossibile. C’era qualcosa nell’attraversare quella linea di demarcazione che sembrava rimuovere tutti i principi morali e i tabù che la gente dava per scontati. Quando tutto era a portata di mano, diventava sempre più difficile ricordare perché non te lo saresti dovuto prendere: soldi, potere, il lavoro dei tuoi sogni, la scopata dei tuoi sogni, la vita di qualcuno.”
L’autrice ci presenta una Yale dal duplice volto: da un lato, la perfetta università che forgia uomini e donne eccezionali, dall’altro, quell’istituzione che sull’uso della magia ha costruito la sua fortuna. L’apparenza inganna e non sempre ciò che si vede con gli occhi coincide con la realtà delle cose; anche la Lethe, la casa che dovrebbe supervisionare le altre case, ha i suoi segreti… segreti pericolosi, segreti mortali.
Misteri costruiti con maestria e un’ambientazione dark, a tratti vividamente cruda e violenta, sono uno dei punti di forza di questo romanzo.
“La casa le apparve tra i rami spogli degli alberi come se la stesse aspettando, come se avesse udito il rumore dei suoi passi e avesse previsto il suo arrivo. Non accucciata a mo’ di preda, ma ritta, due piani di pietra grigia e tetti a punta, un lupo con le zampe ben piantate a terra e le zanne scoperte. In passato Black Elm era mansueta, lustra e azzimata.”
Come nel precedente libro non troviamo una sequenza temporale lineare nella narrazione degli eventi: l’autrice balza continuamente tra il presente e il passato.
Pagina dopo pagina si viene trascinati nella storia e il lettore non riesce più a staccarsi, incuriosito da cosa succederà e da come riusciranno a cavarsela i vari personaggi. E quando si pensa di aver capito… be’, ecco l’ennesimo colpo di scena!
Se devo pensare a un aggettivo per questo libro direi “AVVINCENTE”. Per me è promosso in pieno.
Consigliatissimo, ma solo se, come me, si ha un’anima tendente al dark.
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