E strinse il pugno così forte
che tutte le sue dita iniziarono
a sanguinare.
Ma erano cinque
ed erano fuoco
e più nessuno osò alzare
lo sguardo.
Acquistabile qui.
Dopo l’ennesima sconfitta, Julius de Margoulis, signore spodestato delle genti albine del nord, si è nascosto tra le montagne per rigenerarsi e pianificare la propria vendetta.
Per secoli ha vissuto, regnato e combattuto da solo al comando, prendendo possesso, come servitore o nutrimento, di chiunque si fosse imbattuto sulla sua strada.
Adesso però le risorse si sono esaurite ed è giunto il tempo di accettare che gli sono rimaste come alleate unicamente l’astuzia e una visione disperata che, forse, gli hanno inviato gli dei. Julius ha dunque deciso: le sue truppe saranno composte soltanto da cinque creature di razze diverse e come un pugno possente si abbatteranno sul nemico. Cinque come le sue dita, cinque guerrieri addestrati da lui stesso e dotati della magia più sorprendente.
Ma da considerare – sempre e in ogni caso – meri strumenti di guerra, da usare e sacrificare senza rimorso, e da tenere sempre a debita distanza, così che nessuno di loro possa mai spingersi tanto vicino da ghermirgli l’anima.
Ardamon: una terra che esiste da qualche parte, un luogo di scontro di Vampiri crudeli, lupi mercenari pronti a tradire, mutaforma orgogliosi e ingenui, gazze ladre in cerca di vendetta, donne-sigillo non esenti da complicazioni e stregoni abili ma refrattari al gioco di squadra.
Lettura consigliata a un pubblico adulto. Possibili scene di violenza e di consenso dubbio. Con illustrazioni interne.
Conoscere Julius de Margoulis è un’esperienza che va assaporata piano piano.
Il mondo in cui Julius ci introduce, visto che è lui il centro della narrazione, è un mondo costruito con ricchezza e complessità. Nel percorrerlo, insieme al suo nuovo servo alato, Tubiec, ce lo fa udire e toccare.
«Amo la guerra, che posso farci?» argomentò, «non vedo l’ora di combattere di nuovo, anche se stavolta sarà tutto diverso. E sarà per vincere.» Sì, l’odio era un’energia che gli scoppiettava sottopelle, era ciò lo aveva reso un monarca isolato e un membro detestato dai suoi stessi simili, ma era anche stato il suo unico nutrimento per lunghi inverni e per estati assolate, era stato ciò che gli aveva permesso di rialzarsi e uscire dalla tana, e di decidere con fermezza il suo nuovo scopo.
Julius e Tubiec non possono essere più diversi. Julius antico, freddo, a tratti crudele, segnato dall’esperienza della sconfitta ma Re nell’animo. Tubiec è “pulcino”, un giovane sparviero la cui arroganza non è supportata dalla conoscenza, che non sa di non sapere, e ci mette del tempo a capire che l’esperienza di vita di cui va tanto fiero in realtà è minuscola.
Lo notiamo anche dal linguaggio: forbito, a tratti antiquato, quello di Julius, spiccio e con toni spesso stizziti quello di Tubiec.
Per quello era nato, per lanciare stridii controsole e dominare la terra bassa a perdita d’occhio, ritrovare la grazia e la velocità senza costrizioni.
Impossibile quindi confonderli nei dialoghi, vengono dipinti in modo rapido ed efficace dall’autrice che riesce a farceli camminare a fianco immediatamente.
Se da un alto la costruzione così ricca del mondo, in particolare per le razze, è un elemento di originalità e valore nel testo, dall’altro il mostrarlo al lettore, nel viaggio che Julius compie nella sua ricerca dei cinque guerrieri per il suo progetto, va a discapito dell’azione. Il romanzo infatti si concentra sulla relazione che si instaura tra i personaggi, e sull’accompagnarci, quasi per mano, insieme a Tubiec, a conoscere luoghi, pericoli e razze.
Questa caratteristica, quindi, fa sì che il libro non sia ricco di azione e sia un po’ rallentato nella prima metà, in cui l’espediente necessario per coinvolgere il lettore risulta forse un po’ troppo visibile.
Ma la scrittura ricca e curata e l’ambientazione originale fanno sì che il lettore si trovi comunque catturato dalla narrazione, anche grazie all’inserimento di un personaggio che destabilizza il precario equilibrio tra Julius e Tubiec, costringendo Tubiec a cominciare a venire a patti con le sue emozioni e aggiungendo anche una nota ironica.
Il finale aperto, in cui il progetto di Julius è ancora lontano dal completamento, lascia la curiosità di continuare ad addentrarsi nell’universo creato dall’autrice.
Recensione a cura di:
Editing:
I volumi hanno un proprio finale, ma la vicenda prosegue di episodio in episodio.
Zanne e Ali
Mostri e altri viaggiatori
Ritorno a Ardamon
S.M. May vive nel nord-est d’Italia, cercando di trovare il giusto equilibrio tra lavoro, famiglia, letture e scrittura. Alcune cose le riescono bene, altre meno. Però tutte sono fatte con passione.
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Altre pubblicazioni : ADDIO E’ SOLO UNA PAROLA (Rizzoli);
la serie “Lara Haralds – The Strange Matchmaker” che comprende gli episodi CAMBIO GOMME, NEVE FRESCA, GHIACCIO SALATO, DOPPIO VELO e INFINITO STUPORE;
LE VIAGGIATRICI D’INVERNO; la serie “Devils & Partners”: A VOLTE LA MORTE MORDE (nell’antologia “Dreams Collection”);
NUVOLE; la serie ORO (IL SANGUE NON E’ ACQUA e ORO); GABBIA PER UCCELLINI.
Come Rebecca Moro ha pubblicato IL PRINCIPE DEGLI SCIACALLI (Fanucci Editore).
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sono molto in sintonia con la tua recensione. ho trovato il personaggio di julius complesso e descritto benissimo, il suo carattere, la sua crudeltà, diciamo che è un protagonista inusuale, nel corso del romanzo credo che lui riesca in qualche modo ad evolvere e per questo l’ho ancora più apprezzato.
Sicuramente Julius non è un personaggio solito. E alla fine cattura.