Casa Editrice Nord – Acquistabile qui
Da anni, l’Impero governa col pugno di ferro, proibendo la scrittura e punendo chiunque non si assoggetti alla sua rigida disciplina. Negli ultimi tempi, però, la morsa si è fatta ancora più opprimente. È una strategia orchestrata nell’ombra dal Signore della Notte, un essere antico e potente che si sta servendo dell’Imperatore per trovare i frammenti di un manufatto magico: la Stella, un’arma formidabile in grado di scatenare il caos nel mondo. Elias e Laia sono tra i pochi a conoscere la verità e, per sventare quel piano malvagio, sono costretti a separarsi. Laia dovrà andare a Marinn, per radunare un esercito che combatta l’Impero al fianco della resistenza, mentre Elias avrà il compito di aiutare la Traghettatrice di Anime, custode dei defunti. Da quando il Signore della Notte fomenta guerre e tumulti, infatti, gli spiriti sono inquieti e rischiano di distruggere il confine che separa il regno dei vivi da quello dei morti. E presto Elias si troverà di fronte a una scelta impossibile: accettare il suo destino e non rivedere mai più la donna che ama, o seguire il cuore e lasciare che il resto dell’umanità ne paghi le conseguenze…
Tu sei la sola cosa che tiene a freno le tenebre.
Un libro che attendevo da troppo tempo, una storia, quella di questa meravigliosa serie, che mi ha strappato il cuore, mi ha appassionato, non mi ha fatto dormire e a cui ripenso spesso.
Avevo aspettative molto alte per questo terzo (e ahimè non ultimo) libro, e nonostante sia molto diverso da Una fiamma nella notte, l’ho apprezzato quasi allo stesso modo.
Avevamo lasciato un libro senza un attimo di respiro, che cattura il lettore con una corsa contro il tempo angosciante. Ora li ritroviamo ancora divisi, ma in un testo che cattura con un ritmo del tutto diverso: qui l’autrice costruisce un nuovo percorso per i protagonisti, una nuova maturazione e, nel frattempo, ci coinvolge in quello che sta succedendo intorno a loro, imponendo alla narrazione dinamiche apparentemente più lente, ma che coinvolgono in maniera profonda. Se il secondo volume era una scalata, qui all’inizio sembra una passeggiata, ma di quelle che ti fanno immergere completamente nella natura, fino a quando non capisci più dove finisce il tuo corpo e inizia il mondo circostante.
Ogni parola è un incastro perfetto, ogni personaggio ha la sua strada e anche quando ti fa arrabbiare, anche quando il lettore desidera profondamente un’altra scelta, un altro sviluppo, l’autrice non lo concede, perché non è così che deve andare, non è così che il personaggio è.
E questo spiega perché i tre protagonisti Laia, Elias e Helene non brillino allo stesso modo. Ma non è un difetto della narrazione, ma è insito nella loro natura, nelle scelte che hanno fatto in passato e nello scopo che hanno, nel destino che li segna.
«Le nostre storie non sono ossa abbandonate sulla strada, alla mercé di qualsiasi animale affamato. Le nostre storie hanno uno scopo. Un’anima. Le nostre storie respirano, Laia di Serra. Le storie che raccontiamo hanno potere, ma quelle che non raccontiamo ne hanno altrettanto, se non di più. Ti canterò una storia che è stata a lungo taciuta. La storia di un nome e il suo significato.»
Laia matura pagina dopo pagina: apprende cose su se stessa ma anche sul suo avversario, Il Signore della Notte, dopo il tremendo inganno subito. Deve venire a patti con le conseguenze delle sue azioni, con la tremenda verità che non sempre si può salvare tutti, ma tenacemente combatte contro questa realtà, perché Laia è generosa e coraggiosa fino a oltre l’incoscienza, è lo sguardo limpido di una giovane idealista incapace di odiare.
Helene, anzi l’Averla Sanguinaria, è il personaggio che continua a intrigare di più, dilaniata tra il suo essere Helene Aquilla, leale, onorevole e il suo ruolo di Averla Sanguinaria di un imperatore, Marcus, crudele e inadatto al ruolo. La sua nemica ora è Keris Veturia, la Comandante e il suo piano per conquistare il potere. E Helene sbaglia, non capisce, ma perché è Helene, perché il suo punto di vista è il suo modo di vedere le cose. Quello che può sembrare evidente al lettore, conoscendo la malvagità e spietatezza della Comandante, non lo è per Helene, cresciuta con certi valori, cresciuta in una famiglia in cui la fedeltà è tutto.
Il mio non è un canato di pace. È un canto di fallimento e dolore. Di battaglia e sangue, di morte e potere. Non è il canto di Helene Aquilla. È il canto dell’Averla Sanguinaria. E non riesco a trovarlo, non riesco ad afferrarlo.
[…]
Rabbia, penso. Amore. Un mondo freddo e brutale vive in quel breve canto: il mio mondo. Io. Ripeto la melodia. Due note diventano quattro, quattro diventano quattordici. Rabbia contro i nemici. Amore per la mia gente. Questo è il mio canto.
La sua vera natura filtra in momento di grande delicatezza quando usa la sua capacità di guarire, rivelando una donna che ha ancora tanto tanto da dire e che è ancora la fiamma nella notte.
[…] attraverso la stanza e mi chino accanto a un bambino dai capelli scuri. Ha ciglia lunghe e curve come io non le avrò mai, e guance paffute e cineree.
Prendo la sua manina fredda nella mia e cerco la sua canzone.
Vele come uccelli sul mare, la risata del papà, lo spettacolo dei delfini sull’acqua…
È un canto puro, un raggio di sole che illumina un oceano scintillante. Non lo intono a voce alta, solo a mente, come ho fatto molto tempo fa per Cuoca. Una volta, due, tre, finché non sono travolta dalla debolezza.
E veniamo a Elias. Il suo punto di vista è il meno appassionante. Non lo si apprezza appieno, apparentemente debole e rinunciatario, incastrato nel ruolo di Traghettatore di Anime, ma anche qui, se si va oltre l’emozione del momento, si capisce che Elias è questo, lo ha già dimostrato in precedenza, perché le sue scelte sono guidate dalle stesse logiche. Potrà cambiare il suo destino? Chi può dirlo? In questo libro deve evolversi e deve farlo, invece che tramite la lotta, tramite il cedere, l’abbandonarsi. Anche il suo racconto è duro e straziante, non meno di quello di Laia e Helene.
Ovviamente perfetti anche gli avversari, dalla Comandante, presente più come riflesso sulle vicende dei protagonisti che in prima persona, sempre un passo avanti, sempre meravigliosamente malvagia, al Signore della Notte, che affascina, che mostra come a volte anche i cattivi possano avere le loro ragioni perché forse i ‘buoni’ non sono poi così buoni.
Insomma un libro a cui non riesco a trovare un difetto nemmeno volendo. Per quanto il mio preferito rimanga ancora La fiamma nella notte, davvero letto tutto d’un fiato, questo libro è altrettanto perfetto. L’autrice costruisce un mondo e una trama di grande ricchezza, con tanti dettagli da ricordare, non tutti indispensabili, con un sadismo fuori dal comune, perché come nei volumi precedenti i buoni sentimenti non bastano, niente è regalato, mai.
Se non avete ancora iniziato a leggere questa serie è ora di cominciare.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
da brividi questa recensione, bravissima
grazie
oh che belo che tu lo abbia tanto apprezzato. è sempre un piacere trovare libri così
io la adoro… adesso dobbiamo solo aspettare