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Ludovico Paravicini è decisamente prevenuto in fatto di donne, ma chi non lo sarebbe, al posto suo? L’epilogo del suo grande amore è stato infatti davvero infelice. In una parola: divorzio. E per giunta non è stato nemmeno amichevole: Ginevra, la sua ex moglie, anni fa ha fatto armi e bagagli e preteso da lui un lauto assegno di mantenimento, autorizzandolo a pensare il peggio di lei. E adesso Ludovico sarebbe ben lieto di continuare a nutrire questa convinzione. Ma all’improvviso Ginevra ricompare e sembra molto determinata a fargli cambiare idea. A volte capita che le persone che si pensa di conoscere meglio riservino delle sorprese assolutamente imprevedibili. E non è detto che queste sorprese siano negative…
Sono stata indecisa fino all’ultimo se leggere questo libro che chiude la “trilogia” degli amici e soci della VGP SGR. Il primo libro non mi aveva fatto impazzire, il secondo l’ho trovato molto divertente, non sapevo cosa aspettarmi. Avevo timore che quest’ultimo fosse più simile al primo che al secondo; in realtà è un mix perfetto dei due. Devo ringraziare un’amica che me ne ha consigliato la lettura, quindi “grazie mille”(tu sai chi sei).
Durante il lockdown a volte ho l’impressione di essere confinata in un luogo metafisico, e che questo appartamento sia slegato dalla realtà spazio-temporale. Incredibile come quattro mura possano trasformarsi in una gabbia, e la città addormentata e deserta, sembri il teatro di un racconto distopico: immersa in un sonno nervoso, simile a quello dei suoi abitanti, forzata in uno stato lontano dalla sua natura vitale; e incapace di esprimere la sua angoscia. Nessuno sa come farlo, cara Milano.
La storia di Ludovico e Ginevra è molto attuale sia perché ambientata durante la pandemia di Coronavirus, sia per l’argomento trattato, e cioè i rapporti fra ex coniugi e di come la vita a volte offra delle opportunità insperate nelle situazioni più strane.
Nel libro c’è la citazione di una canzone di Venditti, “… certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e tornano…”, che riassume benissimo la storia di Ginevra e di Ludovico.
Il loro amore non è finito con il divorzio, nonostante entrambi lo pensassero. Tra di loro sono rimaste tante, troppe, cose in sospeso. La distanza tra di loro li ha cambiati, e li ha aiutati a fare luce in loro stessi.
Ginevra ha trovato nel lavoro l’affrancamento dalla sensazione di non valere nulla e di essere solo un peso, ha raggiungo un suo equilibrio e una nuova fiducia nelle sue capacità.
Ludovico tenta di non pensare alla ex moglie, è convinto di avere chiuso la parentesi matrimonio e pare intenzionato a non ripetere l’errore ma soprattutto a chiudere definitivamente i rapporti con lei. In realtà non ha mai dimenticato Ginevra e rimugina su quanto successo in passato, imparerà a condividere e a non tenersi tutto chiuso dentro.
All’inizio non ci innamoriamo mai della persona reale, bensì di quello che ci illudiamo di aver compreso e di quello che l’altro ha voluto mostrarci; è solo più avanti, quando i sentimenti travolgenti iniziano a scemare, la nebbia nella nostra testa si dirada, i neuroni riprendono a creare sinapsi, che ci rendiamo conto di chi abbiamo davanti. È una sorpresa in cui si alza il sipario e si rimane tutti nudi: chi osserva e chi viene osservato.
La pandemia, un’incidente alla madre di Ludovico, il lavoro di Ginevra e un cane con un caratterino tutto pepe porterà le loro strade a incontrarsi nuovamente e, complice la strana atmosfera dovuta alla quarantena, riallacceranno il loro rapporto. Per la prima volta parleranno davvero con sincerità e senza nascondersi nulla. Chiariranno i motivi che li hanno portati al divorzio, e piano piano riconquisteranno la fiducia persa, fiducia in se stessi, fiducia l’uno nei confronti dell’altra e fiducia nei loro sentimenti e nel loro nuovo rapporto.
Mi si mozza il respiro come mi succede spesso ormai, perché perdere la persona amata e poi avere la fortuna di rincontrarla ti insegna a non dare mai nulla per scontato, nemmeno i piccoli momenti quotidiani come questo. Che poi non sono affatto piccoli, ma sono invece i mattoni dell’esistenza. È la quotidianità che conta alla fine, non i pochi attimi eccezionali.
È una storia sulle seconde possibilità, su come la vita a volte sia strana. Come una separazione e una pandemia possano cambiare le prospettive. Givevra e Ludovico riconoscono l’uno nell’altra lati conosciuti ma ne scopriranno di nuovi, si troveranno a essere conoscenti e sconosciuti nello stesso momento.
Ritroviamo anche i protagonisti dei libri precedenti, sono stata felicissima di ritrovare in particolare la sig.ra Fumagalli, l’arzilla vecchietta che ne sa una più del diavolo, adoro la sua saggezza e sagacia.
Lo stile è scorrevole, i botta e risposta tra i protagonisti e gli altri personaggi, assieme a qualche siparietto divertente, aiutano a non appesantire la narrazione e mantenere un ritmo leggero.
Questa storia insegna che la vita è un continuo cambiamento e quanto sia importante sapersi adattare. Un second chance davvero carino, consigliato a chi vuole leggere la storia di due persone normali, con una vita normale, diversi dai soliti protagonisti perfetti di certi libri.
Consigliato.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
sembra proprio carino
A me è piaciuto, in giro ci sono opinioni contrastanti…