Un genocidio ha spazzato via le Valchirie, le uniche messaggere capaci di viaggiare liberamente fino ad Asgard e nel Valhalla, oltre agli Dei. Allo stesso tempo, una magia nera tiene segregati gli Dei ad Asgard fino a quando il Ragnarok non sarà completo, e tutti gli Dei e i regni saranno distrutti, in modo che nuove divinità possano salire al trono.
La nascita di Kara su Midgard non è stata registrata e, dalla morte della sua stirpe, ha vissuto nascosta presso il Drago a cui darebbe l’anima. Il suo amore per Zane è un pozzo senza fondo e, nonostante la compagna del Drago sia morta nel genocidio, Kara non può fermare i suoi sentimenti. Non riesce a controllare il suo cuore più di quanto non riesca a capire come essere una Valchiria e liberare gli Dei. Zane è stato il suo mondo per più di due secoli, mantenendo segreti che potrebbero mandarla completamente in frantumi.
Rune ha concubine e contratti, ma adesso ha il compito di insegnare la magia a una Valchiria ormai sola per fermare la Nazione Pro Ragnarok, come lui stesso la chiama. Rune non prende parti, ma conosce il piacere… lo conosce molto, molto bene. Qualcosa di cui Kara ha bisogno da moltissimo tempo e che le è sempre stato negato. Il suo cuore appartiene a Zane, il suo Drago, ma lui non è mai stato davvero suo, vero?
Un viaggio attraverso l’amore, il lutto, la magia e la redenzione nel più improbabile dei luoghi. Unitevi a Kara, l’ultima Valchiria, e scoprite insieme a lei verità, menzogne, lussuria e perdite mentre tenta di imparare come essere una Valchiria.
Kara darebbe la sua stessa anima per dimenticare i segreti che ha scoperto.
Dai una lotta a un guerriero e lui si batterà bene. Dagli l’amore e sarà inarrestabile.
Ma finisce COSÌ?
Sì, è una serie, sì il finale è aperto, ma è strappaviscere a tal punto che ne vale la pena. So che dovrò aspettare per leggere il seguito, ma il capitolo finale è meraviglioso, angosciante, emozionante… tutto. È perfetto, a parte il fatto che è l’ultimo capitolo, ovviamente.
Ok. Ora possiamo cominciare dall’inizio.
Dopo un prologo carico di pathos e dramma, si entra nel bailamme dei pensieri di Kara, una giovane (anche se pluricentenaria) donna focosa e vitale.
Veniamo travolti dai suoi incontrollabili impulsi sessuali, ma anche dallo splendido senso dell’umorismo che la caratterizza e in poche pagine la sentiamo come un’amica.
Kara è attratta in modo irresistibile da Zane ‒ il suo Maestro ‒ e prova in ogni modo a sedurlo, in una sequenza di scene che amalgamano alla perfezione passione e ironia.
Sì, sono una stalker totale e non me ne vergogno affatto. Freyja stessa guarderebbe Zane con desiderio. È un metro e ottantacinque di splendore. Non mi stancherei mai di vederlo nudo.
Non sapevo che una persona potesse perdersi così tanto in un bacio, che il mondo intero potesse svanire. Perché in questo momento non esiste nient’altro. Il suo sapore che mi esplode sulla lingua, le linee dure della sua schiena, la carezza che si è spostata dalla mia guancia al mio fianco… che sollevo contro di lui.
Dopo il prologo cupo, il lettore non si aspetta una continuazione divertente e carica di erotismo, ma ciò non impedisce di gustarsi a pieno il cambio di atmosfera. Le pagine scorrono, come la vita di Kara, tra sensualità e l’incombente senso del Ragnarok alle porte, mentre la Valchiria ci mostra i suoi due volti: la donna passionale bisognosa di amore e la guerriera incapace di accettare le ingiustizie, la combattente la cui furia è da temere.
Questa è una delle ragioni per cui Zane mi ha tenuto segregata: la mia incapacità di fermarmi quando posta nelle vicinanze dei malvagi. È come se inserissi il pilota automatico e a volte vado totalmente in blackout. Svegliarsi ricoperta di sangue senza avere idea di come ci sia finito e di chi sia è un maledetto incubo.
La sua sensualità è talmente irruente che la ragazza ne è quasi soverchiata.
Non che duri a lungo. Gunnr si volta verso di me, intrappolandomi in quegli occhi splendidi e, dannazione, qualcuno deve aver acceso i riscaldamenti qui dentro. Le fiamme mi lambiscono la pelle, cominciando dalla punta dei piedi, muovendo fino alle mie cosce e tra di esse. Quasi mi viene da gemere.
E quando il lettore comincia a credere di intuire cosa succederà, ecco che entrano in gioco eventi che cambiano le carte in tavola con la violenza di una tempesta.
Eventi… catastrofi rende più l’idea, quel momento in cui sei a fianco di Kara, soffri e lotti insieme a lei in un crescendo di emozioni contrastanti.
Anche se la storia manca un po’ d’azione, è travolgente. La particolarità della Valchiria la rende un personaggio unico e affascinante e anche se a raccontarlo semplicemente il libro potrebbe sembrare noioso non lo è, perché è attraverso le sue passioni e l’immensa sensualità che permea ogni pagina che la conosciamo a fondo e ci affezioniamo a lei.
Solo capendo la sua natura doppia e integrandola, Kara potrà diventare la Valchiria destinata a fermare il Ragnarok.
«Niente più nascondigli, Kara, figlia di Krakis e Glylada, figlia di Odino e Freyja. È il momento di aprire le ali e ricordare al mondo intero chi sei e per quale motivo sei qui. Sei l’ultima Valchiria. Sei una Dea e finalmente sarai anche chi sei nata per essere.»
Il suo percorso è affiancato anche dallo splendido Elfo Rune, che la condurrà per mano attraverso le prove che deve affrontare, diventando un punto di riferimento molto particolare…
Le atmosfere, per quando l’autrice abbia adattato le leggende nordiche alle sue necessità, sono stupende e rese con grande cura, ma comprensibili anche a chi non le conosce perfettamente.
Un libro che mi sento di consigliare con un’avvertenza: anche se le scene di sesso non sono tantissime, la sensualità è molto molto alta e la maggior parte della narrazione è concentrata sulla maturazione del personaggio. Sconsigliato, quindi, a chi predilige l’azione ed è infastidito dalle scene erotiche.
Per gli altri: leggetelo!
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