Quixote Edizioni – Acquistabile qui
Una volta ho letto che ogni guerriero spera in una morte onorevole, e l’avrebbe trovata. Sono sempre andato a cercare la mia fine, ma nemmeno il Tristo Mietitore mi voleva.
Sono stato addestrato per uccidere. Sono stato addestrato a non chiedere il perché. A prendere ordini e a marciare dritto.
Vita o morte.
Uccidi o muori.
E non sto parlando solo della vita militare. Sto parlando della vita che mi ha portato su una strada verso il nulla.
La mia vita.
Ho combattuto per i miei fratelli.
Ho combattuto per la mia famiglia.
Ho combattuto per il mio paese.
E ho combattuto per lei…
Non mi ero mai reso conto che avrei anche potuto morire per loro
Partendo dal presupposto che della trama del libro non si può parlare se non con brevi accenni, vi invito comunque a non perdervi questa serie.
Conosciamo i due protagonisti in momenti particolari della loro vita. Creed è un giovane adolescente destinato a diventare il Pres di un MC governato dal padre. È questo il suo destino e tutta la sua vita è finalizzata a questo scopo.
Alla fine, non importava. Sarei sempre stato dal lato sbagliato dei binari, e mi avrebbero sempre portato alla stazione sbagliata. Cambiare persone, luoghi e cose nel corso degli anni non aveva aiutato a cambiare l’esito delle scelte che avevo fatto. Delle cose che avevo fatto. In fin dei conti…Ero già inchiodato alla croce. Ci ero nato sopra, cazzo.
Mya invece è una bambina di nove anni, il cui comportamento è a tratti un po’ improbabile e sopra le righe, ed è questo il difetto principale che ho riscontrato in tutta la storia.
La vicenda si sviluppa in un lungo arco temporale in cui vediamo Mya crescere con Creed come suo punto fermo. Le è bastato un fugace incontro, poche parole, per renderlo importante, il suo principe azzurro con la toppa.
Il modo in cui lui la stava guardando mi faceva venire male allo stomaco e al cuore, e non capivo perché. Abbassai lo sguardo sul mio vestito da bambina, trovandolo improvvisamente inadatto. Volevo assomigliare a lei. Volevo essere lei. Lo avrei fatto per lui, se era quello che serviva perché Creed mi guardasse come stava guardando quella ragazza.
Creed… beh se l’autrice voleva accanirsi contro un personaggio, con lui c’è riuscita alla grande! Altro che angst, la vita di questo uomo è costellata di tragedie da cui, con fatica, cerca sempre di risollevarsi. Vive in prima persona perdite importanti, si ritrova in prima linea nell’evento che ha segnato profondamente gli USA in questo secolo, uscendone anche in questo caso con un pezzetto di cuore in meno. Lo ritroviamo in prima linea in guerra, tra battaglie che hanno segnato le vite di tutti i reduci, lo vediamo vivere la vita violenta del club, partecipare a traffici, uccisioni, torture, orge, fagocitato da un mondo che in fondo non vuole ma subisce.
Creed è un personaggio di grande spessore che l’autrice rende quasi “olografico” capace di uscire dalle pagine e vivere a fianco del lettore. I suoi pensieri sono palpabili, le sue tragedie toccano profondamente perché quando la vita si accanisce così tanto non si può non essere solidali, i suoi rari momenti di serenità strappano il sorriso.
Creed è un criminale ma quello che traspare dalla storia è l’uomo, il ragazzo stritolato da un padre a cui non si può non augurare tutto il male possibile e sostenuto da una madre incapace di sostenere perfino se stessa.
Mi massaggiai la nuca, guardando a terra, perso nei miei pensieri. «Sto cercando…sto cercando così duramente, cazzo, di tenere insieme i pezzi. Di andare oltre a tutte le stronzate, oltre il dolore e la pena. Tengo sotto controllo le mie emozioni, dedicandomi al club, all’essere il Vice Presidente. Questa è la mia vita, mamma, violenza e morte. Non c’è via di uscita per me.» Parlai con sincerità, prendendo un profondo respiro prima di continuare. «Ho continuato a cercare scuse per te, a essere comprensivo, mamma, ma non posso farlo più, cazzo. Non è giusto,» sbottai, facendo una pausa per lasciare che le mie parole si facessero strada dentro di lei. Alzai lo sguardo sulla sua faccia piena di lacrime, e ci guardammo negli occhi. «Non sei nient’altro che un’alcolizzata e una pessima madre. Noah merita di meglio.» Con questo, mi alzai, afferrando l’asciugamano dal gancio e gettandolo verso di lei. Mi sentii subito una merda per quello che le avevo detto, sapendo che era colpa mia fin dall’inizio.
Mentre i punti fermi di Creed scompaiono uno ad uno, quella ragazzina che ama il rosa appare nel momento giusto e gli offre inconsapevolmente un’ancora di salvezza impedendogli di affogare in se stesso.
Come ho detto Mya in alcuni punti ha parole e comportamenti che non sono propri di una bambina, ma lasciamo all’attrice questa “licenza” perché nel secondo libro sono sicura che, ormai divenuta donna, apparirà diversa.
Sapevo di essere ancora giovane. Sapevo che Creed era molto più grande di me e lo sarebbe sempre stato. Sapevo che eravamo ai lati opposti della barricata e lo eravamo sempre stati. Probabilmente sarebbe stato sempre così. Ma seppi anche, in quell’esatto momento, che volevo che fosse lui quell’uomo nella mia vita. Quello che aveva appena descritto con così tanta sincerità e amore nella voce. Sapendo, con ogni cellula del mio giovane cuore… Che lo avevo sempre voluto.
Quello tra Creed e Mya è un amore improbabile ma che si incastra perfettamente nell’arco della storia e, visto il pazzesco finale di “Una strada verso il nulla”, che deve dare ancora molto.
Preparatevi a lasciare andare le emozioni perché leggendo questo libro non si può restare indifferenti.
Lui afferrò il mio viso, riportando le labbra sulle mie, baciandomi con così tanta passione. Con così tanto amore. Con tutto. Lui. Mi. Voleva. «Niente più stronzate tra noi. Volevi essere baciata, toccata, scopata,» ringhiò contro le mie labbra. «Ora io ti ho scopato. Ti sto reclamando, Pippin. Sei mia, cazzo.» E lo ero. Lo ero sempre stata.
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