Rimanere soli è, per un lupo mutaforma, la tortura peggiore che gli si possa infliggere.
Jordan lo sa, lo vive sulla propria pelle tutti i giorni, ma quando assiste all’arrivo di un suo simile, coperto di ustioni, è costretto a rivedere le sue convinzioni: quello sembra leggermente peggio.
Aaron Braddock aveva tutto, e forse per quello qualcuno ha deciso di farlo saltare in aria nella sua stessa auto.
L’incontro tra i due non potrebbe essere dei peggiori, eppure qualcosa li accomuna. Qualcosa di impalpabile e invisibile. Tra battibecchi, medicazioni e il reciproco annusarsi, le impressioni che hanno entrambi dell’altro iniziano a mutare, diventando qualcosa di diverso.
Gli assalitori di Aaron, però, sono ancora a piede libero. Una serpe si nasconde in famiglia, una serpe che potrebbe colpire di nuovo, incurante dei danni collaterali.
Non aveva bisogno di incasinarsi il cervello con i Braddock, anche se rappresentavano proprio ciò che più gli mancava.
Personalmente, amo alla follia le storie che raccontano la vita di personaggi fantastici quali i mutaforma. Se un autore è bravo, riesce a mescolare perfettamente gli aspetti umani e quelli animali, dando un pizzico di quel qualcosa in più che a noi “poveri esseri umani” manca. L’autrice di “Soli contro il mondo” è stata molto brava, mi ha fatto vivere tante emozioni e, cosa più importante, mi ha istigata a desiderare di entrare tra le pagine, di conoscere realmente i personaggi, di vivere in questo branco non perfetto ma adorabile nella sua complessità.
I personaggi, sia protagonisti che secondari, sono un bel mix di personalità, desideri, bisogni ed emozioni. Tutti hanno un ruolo chiaro sin da subito e si mantengono costanti fino alla fine.
I fratelli Braddock sono una famiglia con tanti problemi, un gruppo di uomini che, a mio avviso, dovrebbe comunicare di più. Aaron, il capobranco, è emotivamente instabile: bisognoso di affetto, di sicurezza, di potersi fidare di coloro che lo circondano. Si sente terribilmente solo e, anche se non ne è consapevole, sta cercando qualcuno da amare e che a sua volta lo ami davvero.
Grazie al destino, il suo cammino incrocia quello di Jordan.
E in mezzo a quel casino, Jordan era il suo faro. L’unico a non farlo sentire “solo contro il mondo”, come Jordan stesso una volta si era definito.
Jordan è tranquillo, simpatico, altruista, un ragazzo con un cuore grande messo in ginocchio dalla vita che lo ha costretto a restare solo. Abbandonato nel corso degli anni da tutti coloro che gli erano cari, proprio come Aaron, desidera qualcuno da amare, da stringere, un compagno e un branco a cui affidarsi ciecamente.
Sarebbe facile lasciarsi andare e ottenere un’immediata soddisfazione, ma Jordan e Aaron sono molto diversi e la situazione in cui si trovano è instabile e difficile da gestire. L’attrazione è forte da entrambe le parti e soprattutto gli animali che vivono in loro sentono sempre più la necessità di avvicinarsi e stringersi.
“Dimmi cosa vuoi,” mormorò, guardandolo da sotto le ciglia. Non era una domanda retorica, o un modo per stuzzicare l’ego; avrebbe seguito la sua guida, perché voleva dargli tutto ciò che aveva sognato per anni.
“Fatti assaggiare.” La risposta arrivò subito, roca, e Aaron scelse quel momento per muoversi e andare a prenderlo.
La narrazione è fluida, priva di errori e incalzante.
I protagonisti sono ben descritti, chiari e coerenti, facili da immaginare e da amare.
I personaggi che fanno da contorno istigano la curiosità del lettore che, giunto alla fine, si scopre desideroso di leggere di più, di ricevere subito il prossimo capitolo della serie.
Una lettura davvero, davvero piacevole.
Attendo trepidante di scoprire la storia del (mio) amato Levi.
Recensione a cura di:
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