♦ Traduzione a cura di Emma Donati
Quixote Edizioni, acquistabile qui ♦
La libertà è solo un’illusione.
A ventisette anni, Tamelik è stato uno schiavo per più di metà della sua vita. Remissivo di natura, non puoi impedirsi di innamorarsi del padrone, che lo tratta con gentilezza.
Quando la padrona se ne va, Tam osa pensare che il suo amore sarà abbastanza per lui, finché non gli viene ordinato di comprare un altro schiavo.
Vorrebbe odiare Kai, perché è ribelle e ingrato, e appartiene alla stessa razza degli uomini che hanno assassinato la sua famiglia, ma soprattutto perché è destinato a diventare il suo rimpiazzo nel letto del padrone. Ma è difficile odiare un uomo che piange fino ad addormentarsi, sobbalza al più lieve tocco e arrossisce in maniera meravigliosa quando viene baciato.
Tamelik è uno schiavo da quando era poco più che un bambino, il suo padrone lo ha sempre trattato bene e per questo motivo il ragazzo, che ora ha 27 anni, si è pian piano innamorato di lui e non ha alcun problema con il suo ruolo di schiavo.
Non obbedivo al padrone perché lui me lo ordinava o perché lo temevo. Gli obbedivo perché volevo compiacerlo. Perché quando lui era felice ero felice anche io. Mi riempiva di un assurdo senso di orgoglio quando mi accarezzava e mi diceva che mi ero comportato bene. Sin da bambino, tutto ciò che avevo sempre voluto era stato guadagnarmi un sorriso o una parola gentile da lui, e il padrone era generoso con entrambe le cose. Forse, se fosse stato crudele con me, non sarei stato così entusiasta di servirlo. Avrei perfino potuto trarre un piacere perverso nel disobbedire ai suoi ordini. All’improvviso, molte cose iniziarono ad avere un senso.
Kai, al contrario, era un soldato ed essere diventato uno schiavo non è qualcosa che possa tollerare. Tamelik lo acquista per volere del suo padrone, e sempre per suo ordine dovrebbe addestrarlo, ma non è certo un compito semplice.
I due ragazzi si avvicinano e tra loro nasce una profonda amicizia, che molto lentamente evolve in qualcosa di più.
Sasha, la nostra cuoca, nonché l’unica schiava femmina rimasta nella nostra casa, aveva gli occhi sbarrati quando aveva preparato un vassoio di porridge per lui. «Cos’hai comprato? Cosa dirà il padrone?»
«Non so cosa mi sia successo,» ammisi. «Non potevo sopportare il pensiero che cadesse nelle mani di chiunque altro.»
I personaggi sono ben caratterizzati e coerenti, la storia è narrata dal punto di vista di Tamelik ed è incentrata su ciò che lui prova ad essere uno schiavo, e sui suoi sentimenti nei confronti sia del padrone che di Kai, quindi per il momento abbiamo solo la percezione di ciò che sente lui e di ciò che immagina sentano gli altri.
I due libri successivi saranno rispettivamente incentrati sul punto di vista degli altri due protagonisti, sono molto curiosa di scoprire anche i loro sentimenti e le loro emozioni, soprattutto quelli del padrone.
All’improvviso i suoi occhi si illuminarono di una luce troppo brillante. «C’era così tanto che avrei voluto fare…»
Un peso sembrò prendere posto nel profondo del mio stomaco mentre lo guardavo, all’improvviso così vulnerabile e spaventato, e pieno di una terribile tristezza che non sapevo come curare. Ero stato preso e venduto prima di essere grande abbastanza da nutrire delle aspirazioni personali, e anche se fossi stato più vicino all’età di Kai provenivo comunque da una razza nomade di persone semplici. Tutte quelle cose che Kai aveva sognato, una carriera, benessere, proprietà materiali, non avevano alcun valore nella mia tribù. Non mi era pesato affatto averle abbandonate. Non c’erano parole di conforto, non c’era nulla che io potessi dire per farlo sentire meglio.
L’ambientazione è molto particolare, ma non viene descritta nel dettaglio, ci vengono dati pochi particolari e mi sarebbe piaciuto che fosse maggiormente approfondita.
Il sesso è una componente predominante in questo libro, le scene hot sono molte, ma non sono mai volgari o esagerate.
Il debole sospiro che gli sfuggì mi diede la sicurezza per essere più audace, e strofinai il naso sul suo viso e sul suo collo, godendo del ruvido graffiare della sua corta barba non rasata da un giorno. Era passato troppo tempo dall’ultima volta in cui eravamo stati soli, io e lui soltanto, e ormai ero alla deriva, perso in un mare di emozioni.
La scrittura semplice e fluida e la traduzione ben fatta permettono di godersi pienamente questo romanzo, anche se il cliffhanger finale mi ha praticamente scioccata, per fortuna l’autrice ha capito che non poteva lasciarci così e ha pensato bene di aggiungere il primo capitolo del secondo libro, e di non lasciarci immerse nell’ansia e nella sofferenza troppo a lungo.
Recensione a cura di:
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