Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare… un uccellino?
Prima di iniziare questa recensione ci sono alcune cose che dovete sapere:
- amo i fantasy
- amo la Harmon
- amo la Harmon
- … ma sì, aggiungiamo anche il quarto punto: amo la Harmon.
Avete capito, vero? Bene. Da questo momento posso iniziare con la vera recensione.
“L’incantesimo della spada” è il primo libro di una dilogia fantasy, ma vi posso assicurare che potete leggerlo senza temere di incappare in un cliffhanger finale.
Immergetevi nella lettura di questa storia che mi ha sorpreso sotto molti punti di vista, soprattutto per la sua originalità. Posso affermare, con ancora più convinzione, che la fantasia della Harmon è davvero speciale, e il suo stile è sempre elegante. A tratti non mi sembrava nemmeno di leggere un suo libro, perché è riuscita senza problemi a scrivere un genere diverso dai suoi soliti. Ammetto di aver avuto dei dubbi ma, adesso, quei dubbi me li rimangio ben volentieri.
Nonostante sia il mio genere preferito, era da molto tempo che non leggevo un libro fantasy e, ora che l’ho terminato, mi sento colma di energie e felice. È quello che capita quando leggiamo ciò che ci piace: la nostra anima sembra tornare a casa e rinvigorirsi. Respiriamo aria pura.
Detto questo, permettetemi di raccontarvi qualcosa di questa storia.
Ci troviamo nel regno di Jeru e Lark è solo una bambina piccola. Una bambina con il dono delle parole: ne basta una per mettere in atto degli incantesimi. E ne basta una per sconvolgere per sempre la sua vita: “Vola”.
Una parola semplice che permette a un pupazzo di volare e, allo stesso tempo, di strapparle ciò che ha di più caro: sua madre. Perché nel regno di Jeru, i detentori del dono della magia, sono giustiziati. Sua madre, un’Indovina, per proteggerla dal re che nota questo pupazzo volante, si lascia uccidere per lei ma, prima di morire, le rivela uno scorcio del suo futuro:
“Ingoiale, figlia mia. Trattienile, le parole adagiate sulle tue labbra. Chiudile a chiave in fondo alla tua anima, nascondile finché non avranno il tempo di sbocciare. Sigilla la tua bocca e il tuo potere, non maledire e non curare, finché non giungerà l’ora. Non parlare e non raccontare, il paradiso o l’inferno non invocare. Imparerai e prospererai. Silenzio, figlia mia. Silenzio, e in vita resterai.”
Da questo momento la piccola Lark non parlerà mai più. Le parole resteranno chiuse nella sua anima e, per molti anni, non potrà mai allontanarsi dal padre, perché la madre gli rivela che, se lei morirà, morirà anche lui.
Ma il re che la uccise non resta impunito, e anche lui scoprirà il suo futuro, insieme a suo figlio. Un futuro che dovete scoprire anche voi, da soli, insieme a tutto il resto della storia, che per me non è stata per niente prevedibile.
Lark all’esterno è minuta, pallida, e sembra indifesa, ma in realtà è una femminista di altri tempi che combatte contro gli uomini che fanno di tutto per usarla, tentando di renderla un’arma, tutto a causa del suo dono. Un dono diverso dal solito che la stupirà e terrorizzerà allo stesso tempo, perché basta davvero solo una parola per scatenare degli effetti devastanti.
L’uomo che vedremo al suo fianco è re Tiras, il figlio dell’uomo che ha ucciso sua madre, ed è una delle tante persone a cui cerca di resistere, perché Lark non vuole essere invisibile e non vuole essere usata. Vuole essere vista e vuole essere desiderata. E anche se Tiras si avvicinerà a lei per altri scopi, non resterà indifferente di fronte a questa donna testarda e coraggiosa.
Quest’uomo burbero e sicuro di sé lo scoprirete solo pian piano. Scoprirete i suoi segreti, i suoi sentimenti, e lo apprezzerete così come apprezzerete Lark.
“Il suo bacio era caldo e persuasivo, e completamente diverso dalla prima volta che mi aveva baciato. Continuava a prendere, esigeva persino, ma intrecciato alla sua forza c’era qualcosa di più dolce. Qualcosa di cui avevo bisogno, e ne avevo bisogno da lui. Qualcosa che desideravo.
Desiderio ardente.
Eccolo, di nuovo. All’improvviso il desiderio aveva un sapore. Il sapore di un re: un uomo bellissimo, che incuteva terrore, un uomo irritante che era volato nella mia vita e aveva cominciato a liberare le mie parole.”
L’ultimo 30% del libro è stato molto più movimentato e pieno di colpi di scena. Non vi nascondo che ero agitata e curiosa come solo le storie belle sanno rendermi. Non tutti i libri mi fanno sentire così e, quando lo fanno, significa che hanno lasciato il segno.
Una critica però non posso evitare di farla: l’inizio e la fine della storia sono quelli che mi sono piaciuti maggiormente, rispetto alla parte centrale che spesso è risultata piatta, troppo monotona e senza grandi sorprese. Non ho provato noia, perché ci sono comunque stati degli aspetti interessanti e molto importanti, però ho rallentato la lettura e ho provato la sensazione di leggere qualcosa di troppo ripetitivo. Per esempio, non è stato approfondito, quando si sarebbe potuto, il legame tra Lark e Tiras. Proprio per questo il voto non sarà pieno. Ma, comunque sia, la storia è davvero ben scritta e originale, e per questo non può avere un voto più basso, nonostante gli aspetti già descritti.
Detto questo, spero vivamente che pubblichino in tempi brevi il secondo capitolo della dilogia, perché sono certa che ha molto altro da farci scoprire.
“Adesso andate e non fate alcun male.”
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