Il mondo di Scarlett Goodwin è diviso tra prima e dopo.
Prima che accettasse di aiutare Tucker Price, Scarlett era introversa, alle prese con l’ansia e determinata a non finire a vivere in una roulotte come la madre e la sorella più piccola. È iscritta a matematica, frequenta le lezioni, aiuta gli studenti in algebra e, quando non è all’università, rimane nascosta nell’appartamento che divide con la sua amica Caroline.
Dopo l’entrata in scena di Tucker Price, star della squadra di calcio della Southern University, la vita accuratamente pianificata di Scarlett esce dai binari. Tucker non passa un esame obbligatorio di algebra e, siccome corre il rischio di essere espulso dall’università, il rettore chiede a Scarlett di dargli lezioni private in cambio di un costoso programma informatico per il dipartimento di matematica. La reputazione di festaiolo e playboy di Tucker la porta però a diffidare di qualsiasi contatto, figurarsi passare diverse ore alla settimana gomito a gomito.
Eppure, fin dal primo incontro capisce che Tucker non è la persona che vedono gli altri. Porta con sé un sacco di segreti che secondo lei sono la chiave del suo comportamento autodistruttivo. Ma quanto più Scarlett scava a fondo nella sua storia, tanto più rimane risucchiata nel suo caos. Riuscirà a trovare la felicità che sta cercando o rimarrà intrappolata nel vortice di Tucker?
Questo libro mi ha fatto passare un piacevole pomeriggio, ma niente di più. Mi spiego meglio. Seppur scritto abbastanza bene, da un punto di vista della trama, risulta schiavo dei soliti schemi dei YA americani. La sensazione è la stessa di quando vedi il remake di un film, sai già che cosa succede e spesso non ti dà niente in più.
È uno dei tanti college/romance/drama con una “lei” introversa e un passato alle spalle non felice, studiosa e impegnata, che si ritrova a fare da alter ego a un “lui” arrogante e sciupafemmine che in questo caso è ancora più sfortunato. Poi c’è sempre l’amica di lei (in questo caso addirittura due) ben più scafata e consapevole che la adora e tenta di farla uscire dal guscio e l’amico di lui che invece tenta di mettersi in mezzo.
La scrittura è fluida, nessun refuso né incongruenze evidenti. Il fatto che lei sia una secchiona non è una novità di certo, ma la parte della sua passione per la matematica è sviluppata molto bene e da spessore al personaggio. Lui è un insaccato bollito, un po’ perché manca il suo pov (Dio non voglia che decida di fare un altro libro con il suo punto di vista), un po’ perché proprio si vede che l’autrice preferisce scrivere di lei. Alla fine dei giochi risulta antipatico o ti resta indifferente.
In alcuni di questi libri è possibile immedesimarsi nei personaggi, provare emozioni per quello che capita, ma nel caso specifico è difficile perché non c’è reale tensione, humor o sensualità, non soffri con loro, non fai il tifo per loro. Parere assolutamente personale, ovvio.
Di solito metto anche citazioni di parti che mi hanno colpito, ma in questo caso non mi sento di farlo perché non aggiungerebbe, o toglierebbe, niente a questa recensione.
Insomma, lo consiglio alle lettrici a cui piace il genere McGuire, con l’avviso che siamo anni luce lontano da quei libri che nel bene o nel male, ti piaccia il genere oppure no, sono una spanna sopra.
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