La collina è chiamata Craigh na Dun, la collina delle fate, e gli abitanti della zona dicono che è un posto magico. Claire Randall ha scoperto perché. Il suo terzo viaggio nel tempo – dal 1968 al 1768 – le ha permesso di ritrovare e riabbracciare il suo amato Jamie. Altre avventure li attendono: questa volta diretti verso le Indie occidentali e le colonie americane, devono affrontare il rapimento della nipote di Jamie, i pirati, una strega e sopravvivere a sciabole e a una tempesta tropicale.
“Ora c’erano momenti, durante le nostre chiacchierate a cuore aperto…. In cui sentivo di conoscerlo ancora, convinta che la sua mente e il suo cuore fossero limpidi per me come il cristallo purissimo….
E altri, in cui mi imbattevo all’improvviso in qualche dettaglio insospettato della sua vita passata… gli occhi velati di ricordi che non condividevo. Allora mi sentivo tutto a un tratto insicura e sola, esitante sull’orlo dell’abisso che ci separava.
… Sollevò un poco il bicchiere in un brindisi silenzioso… Il gesto rievocò un improvviso ricordo della nostra prima notte di nozze… senza nient’altro tra noi che un contratto di matrimonio… e la promessa di sincerità.
«Ci sono cose che forse non puoi dirmi» aveva detto. «Non te le chiederò, né ti costringerò a rivelarmele. Ma quando mi dici qualcosa fa’ che sia la verità. Tra noi per ora non c’è nulla tranne il rispetto, e penso che nel rispetto possa esserci spazio per i segreti, ma non per le bugie.»
Senza svelare troppo, inizio con il dire che Jamie e Claire si ritrovano dopo un lungo periodo di separazione. Questo porterà Claire ad avere dubbi e incertezze su quello che Jamie prova per lei, per via di tutto ciò che lui ha vissuto in seguito alla sommossa e alla conseguente battaglia di Culloden, ma i due affronteranno ogni cosa insieme, ritrovando i loro momenti di coppia e il loro amore. Claire scoprirà che Jamie non l’ha mai dimenticata e il suo sentimento è rimasto tale, se non più forte di prima, più forte del tempo.
Li ritroviamo in partenza dalla Scozia, alla ricerca di Ian, il nipote di Jamie che è stato rapito dai pirati e portato nelle Indie Occidentali. E durante il viaggio assisteremo, con non poche risate, allo sfacelo di una persona grande e grossa, nello specifico Jamie, che combatte con il mal di mare, imprecando in gaelico e con la faccia verde, in un susseguirsi di scene davvero esilaranti. Il nostro Jamie riuscirà poi a superare il tutto grazie a Mr. Willoughby e alla sua medicina alternativa, e lo ritroveremo perciò pieno di aghi per l’agopuntura. Il cinesino, Mr. Willoughby appunto, riserverà non poche sorprese e momenti davvero spassosi, basti pensare al suo attaccamento “fetish” per i piedi delle donne.
Ci sarà poi l’incontro con una persona che Claire e Jamie pensavano di non rivedere mai più, e che li getterà nella disperazione più totale, coinvolgendo il nipote Ian; i nostri eroi riusciranno infine a salvarsi, ammaccati ma indenni.
Come al solito, avremo parentesi di grande paura e apprensione, perché i nostri protagonisti non se ne fanno mancare una, per quanto riguarda le disgrazie. Dovranno combattere un’epidemia di febbre tifoidea, e il conseguente rapimento di Claire da parte della Marina Britannica, visto che la malattia si è diffusa su una loro nave. Non vi preoccupate, lei riuscirà a scappare, facendo degli incontri abbastanza particolari e fuori dal comune, ricongiungendosi alla fine con Jamie. Affronteranno anche una tempesta di dimensioni bibliche, e non vi nascondo che mi è venuto il mal di mare solo leggendo.
Ad alleviare la tensione, comunque, ci sono sempre i vari scambi di battute tra i nostri protagonisti, con cui vi ritroverete a ridere da soli: Jamie è davvero una forza della natura, in questo senso. Per esempio, mentre Claire si sta “dando da fare” con lui, dopo tanto tempo che non riuscivano a stare debitamente da soli, succede questo:
“Qualche minuto dopo alzai la testa, mi ravviai i capelli con una mano sola e domandai: «Cos’è che stavi dicendo?»
Aprì un occhio.
«Il rosario», mi informò. «È l’unica maniera per riuscire a sopportarlo.» Richiuse gli occhi e riprese il suo mormorio in latino. «Ave Maria, gratia piena…»
Sbuffai e mi dedicai all’altro capezzolo.”
Non vi nascondo che alla citazione del rosario ero con le lacrime agli occhi, e la scena continua per un bel po’, tutta su questo tono. D’altronde, bisogna ridere ogni tanto in mezzo a tutte le disgrazie che capitano, la famiglia “Sfiga-Fraser” non si smentisce.
La scena della tempesta è descritta così bene da sentirti veramente dentro quelle onde gigantesche e terribili, così come sono descritti in maniera impeccabile gli odori e i sapori di queste nuove terre.
Una delle scene più belle, secondo me, è quella del matrimonio tra Fergus, il ragazzo che Jamie ha preso sotto la sua ala protettiva quando era ancora un bambino e che abitava in un bordello a Parigi, e la sua fidanzata, nonché figliastra di Jamie, Marshali, che è fuggita con lui. Un momento davvero toccante, anche se inframezzato da scene esilaranti del prete che li sposa. Fergus avrà la sua ricompensa, se così la possiamo definire, per essere stato fedele negli anni all’uomo che lo ha salvato da una vita di strada e di stenti.
Insomma, un altro capitolo della storia che ci farà perdere nei meandri di giungle, mangrovie, scrosci improvvisi di pioggia che alleviano la calura umida della Giamaica e di Hispaniola, a cui si aggiungono spiagge tropicali, quelle in cui tutti sogniamo di perderci e non tornare mai più.
Un racconto fluido e piacevole, come sempre, che porterà verso luoghi lontani e verso un futuro che, nonostante sia pieno di incertezze, è anche pieno di speranza.
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