«Io diventai il diavolo. Se Satana fosse madre, di certo sarebbe stato esattamente come me.» Ha sedici anni, è incinta e vulnerabile, ed è appena stata rapita, scaraventata sul pianale di un furgoncino lurido. Dovrebbe essere terrorizzata, dovrebbe supplicare di essere liberata, ma non lo fa. Dal primo istante del suo sequestro, con freddezza, ha iniziato a pianificare la fuga, pregustando la vendetta. È metodica, calcolatrice, analitica; tutto ciò che scorge intorno a lei diventa una risorsa utile per il suo fine. Senza lasciare nulla al caso, sicura dei suoi tempi e delle sue mosse, aspetta il momento per colpire, e i rapitori si muovono ignari di avere tra le mani una fredda sociopatica. Gli agenti dell’FBI Roger Liu e la sua compagna Lola devono fare in fretta, ma per salvare chi? La vittima o l’aggressore? La linea che li separa, infatti, si assottiglia sempre di più. Vincitore di diversi premi letterari – Gold Medal IBPA Benjamin Franklin; National Indie Excellence Award; School Library Journal Best Adult Books – il thriller d’esordio di Shannon Kirk ci fa sussultare, trasalire, trattenere il respiro. E incollati alla pagina, noi seguiamo le mosse di chi, da vittima, si trasforma in carnefice.
Immaginate. Siete un’adolescente di sedici anni, incinta, e mentre andate a scuola un furgone bianco si ferma e un uomo vi costringe a salire a bordo, vi lega a un sedile e poi vi rapisce per farvi Dio solo sa cosa.
Ci sarebbero tutte le premesse per l’inizio del peggiore incubo della vostra vita.
Questo perché non siete Lisa Yyland.
Lisa è speciale e fa cose speciali. Lisa è un genio, una di quelle creature intelligenti destinate a grandi cose. Il problema di Lisa è che non è molto brava a provare emozioni e ancora meno empatia verso gli altri. In realtà Lisa è capace di accenderle proprio come si fa con un interruttore, solo che spesso è più facile e utile non farlo.
Quando viene portata in una vecchia casa chissà dove, Lisa inizia a pianificare la sua vendetta, anzi lo fa nell’istante stesso nel quale viene rapita, con lucidità e maniacale precisione.
Il suo aguzzino non ha la più pallida idea di chi si trova davanti e passo dopo passo, attraverso le righe del diario di Lisa, assistiamo al concretizzarsi della sua strategia. Come un ragno, tesse una tela che al lettore sarà chiara solo alla fine, giocando con i suoi avversari, ignari topi di fronte al più improbabile dei gatti.
La motivazione che la spinge è solo una: salvare il suo bambino non ancora nato da chi vuole sottrarglielo per rivenderlo a una coppia sterile. Verso quell’idea di essere umano, l’unico per il quale non ha un interruttore per spegnere le emozioni che sente, Lisa prova il feroce amore di una leonessa e chiunque tenterà di portarglielo via ne subirà le nefaste conseguenze.
Questa è la storia di un amore infinito ed è anche la storia di un odio devastante che non si fermerà mai, anche quando è tutto concluso, anche quando ogni umana pietà suggerirebbe di smettere di odiare.
Lisa è uno dei personaggi più belli e feroci che io abbia mai incontrato. Nella manifestazione della sua patologia diventa un’eroina, perché gli eroi non sono forse coloro che fanno cose straordinarie per una giusta causa?
I personaggi secondari sono ben delineati. Il detective Roger Liu che si occupa del caso, e la sua collega Lola, ci fanno vivere per tutto il tempo ciò che succede fuori dalla stanza di Lisa. Sono due persone che hanno visto il peggio che c’è negli esseri umani e lo combattono tutti i giorni con determinazione, perché le vittime hanno bisogno del loro aiuto. Roger è un uomo dal passato tragico e si trascina traumi mai davvero risolti; Lola è una donna difficile da descrivere, ma la amerete come me per il suo essere decisamente sopra le righe.
La scrittura e lo stile dell’autrice, senza voler apparire eretica, mi ricordano il King degli inizi che riusciva a tenerti incollato alle pagine anche descrivendo banali quotidianità.
Ovvio non vi racconto come finisce, però vi invito a leggere questo libro. Se fossimo in un parco di divertimenti, direi che potrebbe essere paragonato alle montagne russe.
Vi consiglio di salire a bordo e allacciare la cintura.
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