♦ Traduzione a cura di Fran Macciò
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
Cary Redding è una contraddizione in carne e ossa. È un famoso violoncellista, ricercato dalle orchestre di tutto il mondo, ma sotto le vesti del musicista c’è un uomo profondamente tormentato, che ama l’alcol e il sesso occasionale. Il motivo di questa ‘stonatura’? Cary sa di essere un bugiardo. Un farabutto. Lui è il ladro di melodie.
Cary riesce a gestire bene la sua doppia vita fino alla notte in cui, in un vicolo buio di Milano, non viene aggredito da due malviventi. Proprio quando le cose stanno per mettersi male, l’affascinante Antonio Bianchi, un avvocato di successo, lo soccorre salvandogli la vita. Antonio, però, gli offre anche qualcosa che lui non conosce – l’amore – e Cary non sa più cosa fare. La situazione è complicata. Innanzitutto, Antonio ha un figlio di sei anni. E inoltre, Cary deve confessargli il suo alter ego e sperare che l’uomo lo perdoni.
Quando Cary pensa di aver messo finalmente ordine nella sua vita, passato e presente si scontrano, costringendolo a scegliere tra due famiglie: quella che aveva sempre voluto da bambino, e quella che ama adesso, da adulto.
Avevo già letto il primo romanzo della serie Blue Notes, ed essendo un’amante della musica non potevo certo lasciarmi scappare questo secondo volume, che, a scanso di equivoci, vi dico subito che mi è piaciuto allo stesso modo e forse di più. In questa storia, rispetto all’altra, la musica rimane sullo sfondo per lasciare più spazio alla conoscenza e all’approfondimento dei due protagonisti, in particolare di Cary Redding, giovane violoncellista di fama mondiale.
Cary vive una sorta di dualismo: se di giorno è un musicista di talento, dedito alla sua arte con abnegazione, sottoponendosi a lunghe ore di studio e prove, di notte si trasforma trascorrendo il tempo in squallidi locali, intrattenendo rapporti sessuali anonimi e distruttivi e bevendo moltissimo, in una sorta di autopunizione, non si sente degno della sua musica, lui è un ladro di melodie.
Una notte a Milano, reduce da una di queste sue sortite, subisce una violenta aggressione, da cui esce con un polso rotto e numerose altre ferite, e avrebbe potuto andare peggio se non fosse corso in suo aiuto Antonio, che lo accompagna in ospedale e poi lo ospita a casa sua.
Antonio è un facoltoso avvocato, dal temperamento calmo e riflessivo, capace di donare tranquillità, nonostante anche il suo animo sia tormentato e sofferente, è anche padre di un bellissimo bambino, Massimo, che vive con la madre e la sua compagna, ma di cui si occupa moltissimo e che ama profondamente.
Non è una storia questa che si risolve nel giro di qualche giorno o mese, ma un dipanarsi nell’arco degli anni, perché non è in un breve lasso di tempo che Cary riesce a superare i suoi problemi e le insicurezze dovute al suo passato, e, proprio quando sembra aver ritrovato una sorta di equilibrio, il passato torna a bussare alla sua porta ponendolo di fronte a una scelta…
Ho amato molto sia Cary che Antonio, ma devo confessare che la mia simpatia va al primo, nonostante in un primo momento non sia stato il mio preferito, anzi; l’autrice però è riuscita a far comprendere in modo eccellente il suo animo, la sua debolezza, il suo grandissimo bisogno di rassicurazione e amore, ci ha fatto crescere con lui, illustrandoci quanto possa essere deleteria la mancanza di autostima e il mancato supporto della famiglia, o meglio il supporto dato nel modo sbagliato, non mirato a costruire ma a distruggere.
Inutile dire che è una lettura consigliata.
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