Spietato potrebbe essere il secondo nome di Gray Bennett. Lui fa parte di quei potenti carismatici e influenti che manovrano Washington, e che tutti ascoltano. Ma il motivo per cui ora si trova a Saranac Lake non è legato al suo prestigioso lavoro come consulente politico. Una difficile questione di famiglia ha sgretolato il cuore indurito dell’incrollabile Gray ed è forse anche per questo motivo che per la prima volta rimane colpito dallo sguardo profondo e conosciuto di Joy Moorehouse. Lui conosce quella chioma infuocata da sempre, da quando da ragazzo si spingeva fino al White Caps, il B&B della famiglia Moorehouse, ma non il suo copro curvilineo e sexy. Sebbene la dolce Joy sia troppo innocente per un cinico come lui, Gray, dopo la cena in cui l’ha rincontrata per puro caso, non può fare a meno di pensarla. Lei è il tipo di donna che merita un uomo amorevole e fedele, tutto quello che lui non è. Nonostante i propositi di Gray di starle lontano, Joy lo invoglia oltremodo ad aprirsi alla donna che è diventata e che sarebbe in grado di renderlo un uomo migliore. Questo fino a quando un segreto tenuto nascosto, lascia Gray di nuovo in balia dei dubbi.
“Il Giocatore” è il secondo libro della serie “The Moorehouse Legacy”. Questa volta il personaggio femminile è Joy Moorehouse, la sorella minore di Frankie, la protagonista del primo libro “Il Ribelle”. Cresciuta dalla sorella che si è sacrificata per la famiglia – e che adesso sta per coronare il suo sogno d’amore e sposare Nate – Joy sente il peso delle responsabilità. A 28 anni crede di non aver mai vissuto pienamente la sua vita, troppo impegnata ad accudire la nonna e a mandare avanti l’attività di famiglia. Inoltre, Joy ha un segreto. È da sempre innamorata di Gray Bennett, il ricco erede di una delle famiglie più in vista della zona, che da anni ha intrapreso una solida carriera nel poco trasparente mondo della politica. Gray è una di quelle eminenze grigie dietro ai candidati ed è in grado di far eleggere chiunque mettendo in atto azioni, a volte, ai limiti della morale. Anche lui è attratto da Joy, dalla sua ingenuità e innocenza, ma a causa di dolorose esperienze del passato, del suo rapporto con la figura materna, non è più in grado di lasciarsi andare. Joy lo desidera, ma lui fa di tutto per allontanarla. Per una serie di malintesi, Gray crede che lei sia solo una delle tante arriviste alla ricerca di un posto al sole e, complice una notte di passione, i destini dei due si intrecceranno a filo doppio in un altalenarsi di gioie e amarezze. Il secondo capitolo di questa serie, pur confermando l’indiscusso talento dell’autrice, non raggiunge i livelli del primo. Joy rimane una figura grigia, non so come altro spiegarvelo, incapace di essere una solida protagonista, ed esprime spesso una incoerenza che non la rende memorabile. Gray non è sexy. Punto. È un bel personaggio, anche psicologicamente ben connotato, ma non è in grado di farti palpitare il cuore come siamo abituate. La scrittura della Ward è sempre impeccabile, anche se inutile dirvelo la preferisco negli urban fantasy.
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