C’è stato un tempo in cui la sua terra era ricca di arte e di cultura. Laia non può ricordarsene, eppure ha sentito spesso i racconti su come fosse la vita prima che l’Impero trasformasse il mondo in un luogo grigio e dominato dalla tirannia, dove la scrittura è proibita e in cui una parola di troppo può significare la morte. Laia lo sa fin troppo bene, perché i suoi genitori sono caduti vittima di quel regime oppressivo. Da allora, lei ha imparato a tenere segreto l’amore per i libri, a non protestare, a non lamentarsi. Ma la sua esistenza cambia quando suo fratello Darin viene arrestato con l’accusa di tradimento. Per lui, Laia è disposta a tutto, anche a chiedere aiuto ai ribelli, che le propongono un accordo molto pericoloso: libereranno Darin, se lei diventerà una spia infiltrata nell’Accademia, la scuola in cui vengono formati i guerrieri dell’Impero… Da quattordici anni, Elias non conosce una realtà diversa da quella dell’Accademia. Quattordici anni di addestramento durissimo, durante i quali si è distinto per forza, coraggio e abilità. Elias è la promessa su cui l’Impero ripone le proprie speranze. Tuttavia, più aumenta la fiducia degli ufficiali nei suoi confronti, più lui vacilla, divorato dai dubbi. Vuole davvero diventare l’ingranaggio di un meccanismo spietato e senza scrupoli? Il giorno in cui conoscerà Laila, Elias troverà la risposta. E il suo destino sarà segnato
Laia è una dotta, una delle poche persone che sa leggere. Considerati poco più che schiavi, vivono in un regime che prevede per il suo popolo solo sottomissione e sopportazione. Un regime che le ha già portato via i genitori e la tiene remissiva con la paura. Insicura e spaventata, dipende psicologicamente dal fratello Darin, che passa, però, le notti in attività misteriose e probabilmente illegali.
Dove sei stato Darin? Nella mia testa, ho il coraggio di fargli questa domanda, e lui si fida abbastanza di me da rispondere. Perché continui a sparire? Perché, se sai che il nonna e la nonna hanno bisogno di te? Che io ho bisogno di te?
Laia teme persino che lotti per l’Impero – i marziali – nemico del suo popolo.
Se avesse fatto incetta di grano, o venduto libri, o insegnato ai bambini a leggere, avrei capito. Sarei orgogliosa di lui per avere fatto ciò che io non oso fare. L’Impero assalta, imprigiona e uccide per «crimini» del genere, ma insegnare l’alfabeto a una bambina di sei anni non è una cattiva azione… Non per come la vede la mia gente, non per noi dotti.
Ma un giorno Darin viene arrestato. Laia capisce che deve tentare di fare qualcosa per salvarlo, anche se ciò potrebbe costarle molto caro.
Nonostante i rischi, decide di contattare la resistenza, unica alternativa al governo, e il loro leader le offre un accordo molto pericoloso: entrare nella famosa Accademia Rupe Nera al servizio della crudele Comandante per spiare il suo operato.
La Rupe Nera è il luogo dove l’élite dell’Impero viene addestrata, dove le regole ferree imposte dal governo sono applicate in maniera assoluta. Ma per quanto Laia possa immaginarne la pericolosità, non ha idea del tipo di avversario con cui si troverà a combattere.
Keris Veturia, la Comandante dell’Accademia, non è solo un perfetto esempio di addestramento imperiale, ma anche una donna in cui l’umanità sembra svanita. Disumana oltre ogni immaginazione, ha fatto del suo lavoro una fede che non prevede dubbi, e non solo è in grado di applicare le regole tremende senza nessun rimorso, ma mostra persino di goderne.
La Comandante sembra indifferente al clamore,concentrata com’è sul proprio compito. Solleva e fa ricadere il braccio con la grazia di una danzatrice. Gira intorno a Barrius, facendo una breve pausa dopo ogni frustata, valutando con cura come rendere la sferzata successiva più dolorosa della precedente.
In parallelo seguiamo le vicende di Elias, eccellente allievo della Rupenera. Pur parte dell’élite imperiale è lacerato dai dubbi. Lo conosciamo mentre sembra voler addirittura disertare. Ma Elias non è un codardo: è una persona che riesce, nonostante tutto, ad andare oltre le apparenze e vedere la malvagità e l’ingiustizia insita nel sistema che gli viene chiesto di servire. Forse è anche troppo umano, onesto e onorevole per poter accettare il compito per il quale si addestra da anni.
Saremo liberi, certo. Liberi di lodare l’Imperatore. Liberi di violentare e uccidere. Buffo come tutto questo non somigli tanto alla mia idea di libertà.
I due ragazzi troveranno uno nell’altra un alleato inaspettato: Laia, semplice schiava senza diritto a un nome, rivela di essere ben più coraggiosa di quando lei stessa non creda mentre Elias, forse, non è un nemico come la ragazza pensa che sia. Insieme e separati, combatteranno per la loro libertà, per il sogno di un Impero migliore.
Per sottostare al volere degli Auguri, misteriosi personaggi dotati di chiaroveggenza, Elias deve passare la Selezione, solo così, forse potrà cambiare qualcosa nell’Impero. Ma per farlo dovrà affrontare prove di crescente crudeltà, che metteranno a dura prova ogni sentimento umano, dall’amicizia alla compassione.
Niente imprecazioni, né urla, né inganni. Siamo tutti intrappolati in una spirale di violenza senza fine. Le spade stridono e gli amici muoiono. Il nevischio si abbatte su di noi come una pioggia di lame taglienti. Ho dato l’ordine, perciò prendo il comando. Non mostro esitazione, altrimenti i miei uomini tentenneranno. E se tentennano, moriremo tutti.
Anche la sua amicizia storica con Helene, sarà messa in discussione, in una lotta all’ultimo sangue, dalla quale non è possibile ritirarsi.
Mi avvio verso la galleria principale. Helene mi segue, come sapevo avrebbe fatto. Si caverebbe un occhio piuttosto che disobbedire a un ordine diretto. È una vera marziale, più devota all’Impero che a sua madre. Come ogni buona aspirante Maschera, prende il motto di Rupenera alla lettera: Prima il dovere, fino alla morte.
Laia e Elias sono due personaggi splendidi. Sono due ragazzi contrastati, forti e insicuri allo stesso tempo, sommersi dai dubbi, bisognosi di certezze che non possono trovare. Personaggi profondamente umani, che devono lottare per qualcosa d’immenso come la libertà ancora prima della loro vita, affogati in un mondo che non ha pietà di chi prova pietà, ma che conosce solo la violenza come linguaggio. Ragazzi che devono maturare, crescere e fare le loro scelte, in accordo con la loro coscienza, in un percorso non facile ma che, proprio per questo, li rende affascinanti e trascina il lettore pagina dopo pagina.
Esistono due tipi di sensi di colpa. Quello che rappresenta solo un fardello e quello che invece ti dà uno scopo.
Il romanzo non concede respiro, gli avvenimenti si susseguono senza interruzioni, costringendo il lettore a non posare il libro fino alla fine. Le atmosfere si fanno sempre più cupe e le vicende trascinano in un vortice angosciante solo flebilmente illuminato da un filo di speranza.
Consigliato a chi apprezza le letture dure, oscure e violente, che concedono poco al sentimento, ma non per questo prive di contenuti e riflessioni vere e amare allo stesso tempo. Non c’è spazio per il romanticismo però: per quanto l’attrazione fra loro sia evidente, Laia e Elias non hanno tempo per l’amore.
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