Inghilterra, 1450.
La rivalità tra i conti di Brygthon e i baroni di Seymore costringe le due famiglie a combattersi per secoli. Una profezia ha predetto che l’erede dei Seymore riuscirà a sconfiggere i rivali, ma quando il conte di Brygthon viene a sapere che il barone ha avuto una bambina, si illude che la fine della sua casata sia scongiurata per sempre.
Vent’anni dopo, Duncan Brygthon (erede e primogenito del conte) viene fatto prigioniero con l’inganno dagli uomini del barone.
Sullo sfondo della Guerra delle Due Rose, una storia d’odio e d’amore.
Maria Letizia Musu era per me una perfetta sconosciuta, ma più guardavo questa serie e più ero tentata di rischiare.
Attratta dalla copertina di “I giorni dell’odio” che, in effetti, non mostra molto dell’uomo piegato sull’elsa della spada, il suo volto in ombra, sentivo che immergermi in questo libro sarebbe stata un’esperienza interessante.
Partiamo dalla sua definizione. Rientra di certo nella categoria romance storico… “Come tanti altri”, direte voi… Eh, no! Certamente, no. Mi spiego: una pecca che ho riscontrato in molti romance del genere storico (fortunatamente non in tutti) è che, pur tenendo in massima considerazione l’uso di un linguaggio appropriato all’epoca, l’abbigliamento e l’etichetta, spesso non si dà valore al palcoscenico in cui si muovono i protagonisti. Sono pochi e per me preziosi quelli che prevedono un periodo ben definito e caratterizzato da eventi politici da tenere in considerazione, regalando così un valore aggiunto alle vicende romanzate.
“I giorni dell’odio” è il primo romanzo della serie “Nemici” e, come i Capuleti e i Montecchi, anche i Seymore e i Brygthon sono rivali. Sullo sfondo della Guerra delle Due Rose, con i due contendenti al trono spalleggiati da differenti schieramenti nobiliari, le due famiglie aristocratiche continuano una lotta per il predominio, tramandata di generazione in generazione e resa ancora più aspra da una profezia e da alcuni sinistri personaggi che gravitano intorno ad animi deboli o troppo generosi, i quali cercano di trarre vantaggio da tanta ostilità.
Anche Duncan Brygthon e Johanna Seymore hanno validi motivi per odiarsi.
«Vi ripeto, Lady Seymore, pregate che il vostro gentile collo non si trovi alla portata delle mie mani.»
Johanna mise una mano dietro la schiena e ne estrasse uno stiletto affilato che puntò contro di lui.
«E voi, Lord Brygthone, sperate che anche il vostro collo non si trovi nelle vicinanze della mia mano.»
La minaccia venne fatta con un sorriso crudele e l’uomo rimase basito nel notare come lo sguardo di lei brillasse di piacere mentre pronunciava quelle parole.
John si lasciò scappare un risolino.
«Ma da che parte stai tu?» chiese Duncan infuriato, rivolgendosi all’amico.
«Dalla tua, amico, dalla tua!»
Lentamente, costretti da circostanze scaturite da piani (malriusciti) di altri, i due si ritrovano a conoscersi, a piacersi e a confidarsi. E la dolce Johanna, ve lo dico subito, non è una donna che sa tenere a freno la lingua.
«Anche voi avete delle amanti?» domandò lei schiettamente.
L’ingenuità con cui la ragazza aveva posto la domanda, lo fece sorridere. Il viso di lei era ora rivolto verso il suo attendendo una risposta, e la debole luce regalava ai lineamenti del giovane volto una sfumatura calda e tenera.
«Attualmente no…» rispose lui, passandosi una mano sulla nuca e chiedendosi perché avesse deciso d’essere sincero.
«Quindi, una volta sposati, lui continuerebbe a vedere le sue amanti…» incalzò Johanna, la cui curiosità sembrava non aver fine.
«Sicuramente» confermò Duncan.
«Come… Come si fa ad avere un amante?» chiese improvvisamente lei.
«Cosa?» domandò Duncan che stava perdendo il controllo della conversazione.
«Sì, come si fa…»
I veri nemici si mostreranno capitolo per capitolo, pagina per pagina, alcuni facendosi odiare, altri poi riscattandosi.
Duncan e Johanna, giovani eredi delle due casate, sapranno districarsi fra intrighi, stregoneria e pregiudizi difficili da dimenticare? Posso solo dirvi che parteggerete per l’uno e per l’altra, con il forte istinto di prenderli a schiaffi di tanto in tanto, o almeno ogni volta in cui, per loro, il cognome dell’altro diventa un ostacolo da non voler superare.
L’amore, però, sa essere più forte, più tenace della peggiore testardaggine.
E la volontà si piega all’amore.
«Avete ossessionato i miei pensieri – la interruppe Duncan – quando vi dissi che era meglio stare lontani volevo dire che sarebbe stato meglio per voi… ma evidentemente non intendete ascoltare il mio monito e non vedo proprio perché dovrei farlo io.»
Duncan l’attirò a sé, così che i due corpi aderissero perfettamente.
«Ma non avevate detto che sono una bambina?» Gli ricordò lei, con un sorriso.
«Mi ero sbagliato, siete una strega…»
Posso solo aggiungere di tenere d’occhio i personaggi secondari, perché alcuni di loro, per quanto ricoperti di stracci e puzzolenti di cipolla, sanno essere essenziali.
Gli animi romantici possono stare tranquilli, pur essendoci una notevole dose di odio, la storia d’amore c’è. Certo, non pretenderete mica che siano rose e fiori… I nostri innamorati ne passeranno delle belle, in questo e nei successivi tre capitoli della saga.
Un ulteriore avvertimento: non arrivate alle ultime pagine senza procurarvi il secondo capitolo della saga. Fidatevi.
Recensione a cura di: Mariella Salvemini
Editing a cura di:
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