Inghilterra, 1478
Dopo otto anni, Duncan Brygthon fa ritorno in patria.
Del giovane che era, è rimasto ben poco. Niente onore o lealtà, ideali cavallereschi o eroici propositi, lui ha in mente una cosa sola: vendicarsi di tutti quelli che l’hanno tradito.
Ma la terra innaffiata col desiderio di vendetta, sulla quale lui ha costruito un castello di odio, inizia presto a tremare.
Caterina Cornaro, Regina di Cipro, affida un incarico delicatissimo a sua cugina Virginia Lando: trovare e uccidere un uomo che la regina dichiara essere il responsabile della congiura di palazzo. Virginia attraversa l’Europa e giunge fino in Inghilterra, pronta a tutto pur di esaudire il desiderio di vendetta della Regina, ma quando trova finalmente l’uomo, scopre che le cose non stanno come le era stato raccontato.
«Vi chiedo mille volte scusa Milady se dovrò usare dei termini a cui di certo non siete abituata ma… vedete, ho contratto una brutta malattia…»
Poi si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio, rimanendo pietrificato dagli effluvi di sudore e frutta marcia. Lei si allontanò di scatto, terrorizzata ma anche incredula. Poi tentò un’ultima carta.
«Anche il vostro amico…» accennò con una piccola speranza in animo.
«No! – esclamò Graham – il Capitano, no! »
La donna ritrovò un po’ di buonumore e stava già per spostarsi a sedere dall’altra parte, quando Graham la bloccò. «Lui è francese, sapete com’è, i francesi in queste cose hanno gusti particolari… se ci fosse un garzone, magari…»
Lei ebbe un moto di disgusto e senza ulteriori chiarimenti, si alzò e si allontanò. Graham guardò l’uomo di fronte a lui che lo fissava con un’espressione indecifrabile.
«Volevate voi la sifilide? E comunque preferiva me!»
Siamo ancora nello stesso periodo storico, sono trascorsi otto anni dal termine burrascoso del precedente romanzo e… molto è cambiato, anche inaspettatamente.
Qualcosa era prevedibile.
Il carattere, già forte, di Johanna si è rafforzato nel dolore e, purtroppo, ha rivolto lo sguardo altrove…
Per chi, come me, si lega facilmente alla coppia protagonista e crede nel lieto fine, nel trionfo assoluto dell’amore, non è facile accettare che nuovi personaggi interferiscano e che basti una semplice lettera d’amore a renderti totalmente antipatico il terzo incomodo. Povero William… non so se cambierò idea su di lui in futuro.
Forse dovrei ringraziarlo per aver allietato la vita di Johanna, altrimenti di certo più cupa, ma… proprio non ci riesco. E vederla sospirare su quei fogli…
Duncan è diverso: nella voce, nel volto, nel cuore e nell’animo. Arde di vendetta verso tutti quelli che ritiene colpevoli di averlo tradito. Johanna, forse, più degli altri. Ma scopre che la vita ha intenzione di sorprenderlo ancora e di non dargli ciò che desidera. O forse è l’odio a offuscargli la mente e a non permettergli di vedere ciò che davvero desidera.
Quando le sue labbra tornarono a posarsi su quelle di lei furono sempre violente e indelicate. La stava ferendo intenzionalmente. Era rabbioso e furioso e non la lasciò andare subito, questa volta, ma continuò a baciarla per molto tempo. Poi la spinse sopra il fieno, facendole mozzare il fiato. Era scarmigliata e bellissima. Non voleva farle del male, ma quando stava con lei finiva sempre per mostrare la parte peggiore in lui, la parte più irragionevole e brutale, mentre avrebbe voluto che lei lo accogliesse…
Ma gli eventi sono in moto, non si fermano davanti a niente…
Mi spiace Duncan, ma nulla va, per fortuna, come avevi programmato. Si aggiungono i tasselli mancanti a ciò che si crede sia stato e in realtà non era.
Certo, se invece di partire in quarta a sfoderare la spada si facessero più domande, tutto sarebbe meno complicato, ma… lui è un animo sanguigno, un guerriero: prima trapassa a fil di spada, poi vede un po’ di chiarire i fatti.
Fanno la loro comparsa nuovi personaggi: il simpatico Graham, fedele amico che cerca di agevolare la vendetta di Duncan, senza capirla né tantomeno approvarla. Ogni tanto prova a dar voce alla coscienza, instilla dubbi e mina certezze, ma l’amico sa essere un gran testone.
La vera novità, la ventata di aria fresca è Virginia. Se con la lettera di William si capisce cosa ha per la testa Johanna, Virginia compare come una mina vagante, non essendo ben chiara all’inizio la sua collocazione.
Fra i piedi di chi capiterà questa splendida giovane donna italiana, a caccia di un misterioso guerriero che ha tradito nientemeno che la regina di Cipro?
Beh… non tutto è come sembra e lei sarà una brava amica per Johanna.
(Oh, e finalmente uno che non odora di muschiato… o forse no?)
«Lasciatemi!» Ordinò lei a testa in giù.
Senza darle retta, lui la sistemò sulla sella e poi si issò, sistemandosi dietro di lei.
«Il mio cavallo è legato non lontano da qui. Non serve che affatichiamo la vostra bestia con due pesi.» Disse lei, dimenandosi e cercando di scostarsi le ciocche che le ricadevano sul viso.
«Recupereremo il vostro cavallo, ma per i prossimi sette giorni non vi perderò di vista un istante.»
«Ma voi… puzzate!» Esclamò lei.
«Sempre meno di voi, Milady.»
Datele tempo, pochi capitoli dopo tutto è più chiaro e l’astuta Virginia, assassina su commissione, una donna forte che ha saputo riappropriarsi della propria libertà e che non è disposta a rinunciarvi tanto facilmente, vi entrerà nel cuore e le sue sorti vi saranno care quanto quelle dei protagonisti.
Vi avverto: chi conoscevamo già, dalla prima parte del racconto, potrebbe sorprendervi.
Ehm… “Lady” Rowenna ha trovato una nuova vittima da incantare e sì, disgraziatamente, è ancora tra noi: viva, vegeta e giovane. Fenn pure, almeno fisicamente, perché con la testa non so bene dove sia…
Che dirvi di più su questo secondo capitolo?
Scorrevole e preciso come sempre, intrigante e sensuale molto più del primo.
Recensione a cura di: Mariella Salvemini
Editing a cura di:
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