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Il destino di Victor è intrecciato a quello di Eli sin dai tempi dell’università, quando la loro comune sete di conoscenza, unita a una sfrenata ambizione, si rivelò fatale. Gettandosi a capofitto in una ricerca sull’adrenalina e le esperienze ai confini della morte, fecero una straordinaria scoperta: a determinate condizioni, è possibile sviluppare poteri soprannaturali. Ma le cose precipitarono… Sono passati dieci anni da allora e Victor è evaso di prigione, determinato a trovare il suo vecchio amico. Eli ha dedicato la vita a cercare di rimediare al loro errore, dando la caccia a chiunque abbia abusato dei poteri soprannaturali. Il sodalizio di un tempo si è tramutato in rivalità e i due arcinemici sono pronti a fronteggiarsi una volta per tutte, mentre all’orizzonte si prospetta uno scontro di forze terribili. Una battaglia che cambierà per sempre il destino del mondo.
ExtraOrdinario.
La parola con cui tutto era iniziato – e che aveva cambiato tutto, rovinato tutto.
Villains: il nome della serie, che non sapevo, è la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo questo romanzo. I villains (per chi non lo sapesse) sono i cattivi di fumetti, libri, film. Per quanto malvagi, spesso e volentieri sono personaggi completi, affascinanti anche se crudeli, che possono colpire il lettore o lo spettatore come o anche più del protagonista e che a volte lo costringono a riflettere su chi, davvero, abbia ragione.
Victor e Eli sono villains. Sono cattivi. Ma non cattivi folli o solo stupidamente malvagi, ma quel cattivo che si può anche amare. O, visto che parliamo di EO, potremmo definirli anche supercattivi.
EO sono gli extra ordinari, le persone che, per un motivo o per l’altro, hanno acquisito poteri inspiegabili, dalla rigenerazione all’attirare metalli come un magnete, a infliggere dolore a distanza.
Victor, il protagonista, non è l’eroe. È un personaggio senza apparenti rimorsi né vincoli morali, guidato dalle sue ambizioni e dai suoi desideri.
«Ed è una tesi», proseguì Eli. «Sto cercando di trovare una spiegazione scientifica al fenomeno degli EO. Non è che sto cercando di crearne uno».
La bocca di Victor si contrasse e poi si distese in un sorriso.
«Perché no?».
Ma ci si affeziona, la bravura dell’autrice sta in questo, rendere accettabile l’inaccettabile, e nonostante tutto, Eli sembra ancora peggio, caduto in una spirale di fanatismo che gli fa credere di essere in missione sacra.
In un libro con linee temporali diverse, tra passato e futuro, conosciamo Victor e Eli quando sono amici, quando insieme inseguono un progetto completamente folle, quello di creare un EO. Per quanto amici, però, la rivalità tra i due giovani è già evidente, in una corsa a chi prima diventa speciale che mostra tutta la loro disumanità.
Poteva funzionare e, se avesse funzionato davvero, voleva la possibilità di mantenere il potere, la dimostrazione, la prova. Voleva essere la prova. Senza una prova, quella teoria era il mostro di Eli e lui era solo una cassa di risonanza per le idee dell’amico. Con la prova, lui era il mostro, essenziale, inscindibile dalle teorie di Eli.
Eli invece si atteggia a giustiziere. Per lui gli EO, lui escluso, sono un pericolo e un’aberrazione che va eliminata. Nel contesto dei due cattivi, il lettore lo percepisce come il vero cattivo della storia.
Ma il bene e il male sono labili in questo romanzo, perché chi crede di fare del bene qui, spesso fa vittime innocenti, persone che non hanno chiesto di diventare EO e che non fanno del male a nessuno.
Un eroe. Lo era davvero? Gli eroi salvano il mondo dai cattivi, dal male. Gli eroi si sacrificano per riuscirci. E lui non si stava forse sporcando le mani e l’anima per raddrizzare il mondo? Non si sacrificava ogni volta che strappava a un EO la vita che aveva rubato?
I richiami cinematografici e letterari sono evidenti, a partire da “Frankenstein” ma passando anche per il film “Linea Mortale” di Joel Schumacher, ma a me ha ricordato un po’ anche “Unbreakable” di M. Night Shyamalan. Questo forse per me è stato un limite, mi sono ritrovata in un set che mi ricordava troppo un genere di film di ispirazione fumettistica rovinandomi un po’ la sorpresa. Non voglio dire che abbia copiato, ma è abbastanza naturale che sovvengano, visto che i film in questione sono molto di moda negli ultimi anni.
I personaggi, protagonisti e comprimari, sono bellissimi e perfettamente disegnati: dalla piccola Sydney, forse unica figura senza ombre, all’inquietante Serena, al gigante buono Mitch.
La trama tiene attaccata alle pagine, veloce anche se a tratti, forse volutamente, confusa. Non mi ha convinto a pieno, però, e forse qui avrei preferito una scelta editoriale che mettesse stacchi più netti, che la narrazione scorra tra un personaggio e l’altro in alternanza di poche righe a volte, rischiando così di far perdere il filo al lettore che completamente avvinto vola verso il finale.
L’ambientazione è il nostro mondo, attuale, quindi si tratta di un fantasy non classico, con il grande pregio di voler creare una storia in cui non ci sono buoni, intento coraggioso e non facile da gestire, per questo perfettamente riuscito.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
prima o poi lo leggerò anche io!