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Dopo la rottura con il mio ex ero distrutta. Riuscivo a stento a continuare la mia routine e mi sentivo fragile e smarrita. E così la mia migliore amica mi ha costretto a partire con lei per uno di quei viaggi avventurosi in mezzo alla natura selvaggia, sicura che avessi solo bisogno di spingermi oltre i consueti limiti per ritrovare la fiducia in me stessa. Nessuna di noi due aveva idea di quello che ci saremmo trovate ad affrontare. Nella brochure dell’agenzia, per esempio, non si faceva riferimento al fatto che l’uomo più sexy che avessi mai visto sarebbe stato la nostra guida. E nemmeno che, una volta abbandonata la civiltà, nello zaino non ci sarebbe stato posto per paure e insicurezze. In un certo senso ero pronta ad affrontare un’avventura del tutto nuova, ma non mi sarei mai immaginato di dover lottare così… Per tutta la vita sono sempre stata bravissima a nascondere i miei sentimenti. Ma adesso che non c’è modo di reprimerli, potrei scoprire che non mi dispiace affatto.
Autrice bestseller del New York Times e di USA Today
Premessa: io amo la Crownover. Specifico: io, soprattutto, amo in modo viscerale i maschioni tatuati e complessi della Crownover. Respiro profondo. Sono pronta. Iniziamo.
“Ingannata” è il primo libro di una nuova serie, ammetto che avevo elevate aspettative proprio perché Jay Crownover è tra le mie scrittrici preferite, ho subito sorvolato sulla copertina italiana (davvero, non ce la faccio a commentare) e mi sono buttata a capofitto tra le pagine. Prima sorpresa: il romanzo si apre con una lunga nota dell’autrice che si rivolge direttamente ai suoi lettori.
“Se avete scelto questo libro solo perché avete letto il mio nome sulla copertina vi ringrazio, per la fiducia, per aver creduto in me e per aver avuto fede nelle mie parole.”
Ebbene sì, Jay del mio cuore, io non ho manco letto la trama; tuo? Preso!
“Vi dirò che questo non è un copia e incolla dei miei lavori precedenti.”
Meno male, altrimenti sai che palle, li ho già letti tutti…
“Perciò se vi aspettate di trovare tatuatori, cantanti heavy metal o ladri di automobili, rimarrete delusi”
Ah… questo non va bene, così mi fai arricciare le labbra, piccolo brivido, proseguo…
“L’impostazione, poi, è quella del classico romance ricco di suspense. Questo non significa che non abbondi di occasioni in cui i personaggi principali se la intendono o si danno sui nervi”
Uh, stiamo migliorando, ho già un sorrisone stampato in faccia…
Non vado oltre, se deciderete di leggere “Ingannata” sarete voi a scoprire i motivi che hanno portato la Crownover a scrivere un romanzo decisamente diverso dai suoi precedenti. Okay, lo stile è quello, la Jay del mio cuore non ha perso il ‘tocco’, ed è questo che salva il libro. Sto soffrendo, credetemi, mi costa una fatica enorme descrivere questo romanzo come un’abbondante insalata mista sprovvista del dovuto condimento. Insomma, gli spunti c’erano, le premesse erano buone, le anime spezzate si trovavano in pole position, e poi cosa è successo? Non so spiegarmelo, il sorrisone è scomparso troppo in fretta e il libro nella mia testa non ha decollato, ho fatto fatica e finirlo (la Crownover di solito la divoro in due giorni, in questo caso sono stati quasi dieci), ho apprezzato di più i personaggi secondari dei protagonisti (lui, maschio alfa con un pizzico di dolcezza nascosta male, solito fisico scolpito che nemmeno ve lo racconto, arnese degno di menzione agli Oscar del porno, taciturno, scontroso e ovviamente in passato ferito nella parte più profonda di sé – che io purtroppo, nonostante stoica ricerca, non ho trovato – mentre lei sulla carta peperina, distrutta da una relazione finita da poco, caruccia forte ma non stratosferica, però abbastanza figa da far impazzire lui in quattro nanosecondi e bla bla bla) con cui non ho riscontrato alcun feeling. Ambientazione non male, ma avrei preferito respirare di più gli odori (non solo le puzze) del vecchio west. Sesso, presente, però niente di nuovo sotto il sole, e manco al chiaror delle stelle, lo ammetto, ho saltato alcune pagine, questo dice abbastanza. In verità mi è mancato un po’ di romance, sospiri durante la lettura quasi a zero. Refusi invece purtroppo sì e non pochi (qui l’autrice non c’entra), forse anche una traduzione frettolosa (alcuni passaggi in questa versione italiana non sono proprio chiarissimi) e troppa carne al fuoco fanno sì che questa volta (mi viene quasi da piangere, non posso credere che sto per scriverlo) la Jay del mio cuore si becca tre stelline. E sono in parte di incoraggiamento perché si è cimentata in un genere assolutamente suo ma con personaggi diversi da quelli cui era abituata, e perché è il primo di una serie. Come suo solito fa comprendere chi saranno i protagonisti del prossimo capitolo che, nonostante non sia rimasta affascinata da questo primo, di sicuro prenderò perché, udite udite, i personaggi che qui erano secondari (migliore amica di lei e fratello di lui) in realtà mi sono entrati sotto pelle.
Adesso sono io che mi rivolgo diretta all’autrice: “Jay non puoi sbagliare, non farlo (parolaccia bippata con forza), perché Sutton e Emrys sono due bombe pronte ad esplodere dentro la tua magica penna”.
In sostanza si può leggere, è piacevole, ma non indimenticabile.
Mi ci è voluto parecchio prima di decidermi a scrivere questa recensione, per il semplice motivo che, una volta ultimata la lettura del romanzo, ero perplessa. Sì, perplessa è il termine più idoneo per darvi un’idea di ciò che ho provato. Mi è piaciuto? Uhmm… Non mi ha entusiasmato? Eeehh… E perché? Cosa manca? Ecco, questa è la domanda cruciale, alla quale non riuscivo a rispondere con immediatezza. Eppure qualcosa c’è che non va, a esser sincera anche più di “qualcosa”. Ma torniamo a monte, per parlarvi prima un attimo della storia.
Due donne di città, Leora e Emrys, arrivano nel selvaggio Wyoming per una vacanza alternativa nella natura incontaminata, un’escursione tra le foreste, una sfida alla sopravvivenza, per mettersi alla prova e ritrovare così la perduta fiducia in se stesse. In realtà è Emrys a spingere Leora, in crisi dopo una delusione che l’ha portata a rimettere in discussione le sue capacità di giudizio.
Le due giungono al ranch dei fratelli Warner, Cyrus, Sutton e Lane, che faranno da guide al piccolo gruppo di aspiranti escursionisti. Tra Leora e Cyrus è subito scontro, mutuato da una forte e reciproca attrazione. Una volta partiti per le montagne, però, Leora si renderà sempre più conto del grado di perizia e della competenza di Cy, e nello stesso tempo affronterà gli ostacoli con una forza di cui non si sentiva capace. L’avventura a stretto contatto con la natura prenderà, a un certo punto, un risvolto pericoloso, tingendosi di giallo e… basta, non vi dirò di più.
In sostanza c’è una storia d’amore del genere second chance fra due personaggi feriti da traumi passati, carenze affettive, abbandoni, una storia sull’amore che guarisce, ma non soltanto questo. C’è anche l’avventura in un’ambientazione unica, selvaggia, fra montagne e laghi descritti talmente bene che sembra quasi di potercisi immergere. E c’è l’aspetto suspense, dovuto ai pericoli che i nostri novelli Bear Grylls a cavallo dovranno affrontare, pericoli che si presenteranno sotto forma di trafficanti internazionali pesantemente armati e violenti. Il libro è scritto in prima persona dal punto di vista esclusivo dell’eroina femminile, Leora.
Detto ciò, sembrerebbe che le basi per una gran bella storia ci siano tutte. E in teoria è così. In pratica, invece, c’è tanta roba messa lì dentro, però non fraintendetemi, la tanta roba è piazzata in maniera organica, non buttata a caso, ma è talmente tanta da risultare alla fine un difetto. Anzi il difetto maggiore. Ora, capisco che, come primo volume di serie, la Crownover si sia sentita obbligata a presentarci tutti i nuovi personaggi della Getaway, comprese le coppie che conosceremo meglio nei volumi successivi, tutte le coppie, i fratelli di Cyrus e non solo, finanche l’agente sotto copertura che, da quanto già pare, finirà accoppiato con la ranger cazzuta, ma, consentitemi di dirlo, il troppo stroppia. Se a questo si va ad aggiungere una trama bella ricca e un unico pov a tratti fin troppo ripetitivo e autocommiserante, capirete che giocoforza alcune cose rimangono in superficie, e a farne le spese sono per lo più la caratterizzazione del personaggio maschile e il mancato approfondimento dell’evoluzione dei sentimenti, che in un batter d’occhio passano da “mi attizzi assai” a “ah però, sei in gamba, ti stimo” a “non posso vivere senza di te”… eh? E quando aspetti fondamentali del romanzo rimangono solo in superficie, ecco, è lì che per me casca l’asino! Di fatto la coppia protagonista del romanzo non mi ha catturato quasi per nulla, anzi, la mia attenzione ben presto si è spostata su Em e Sutton, la cui storia si concluderà nel secondo volume della serie.
Se a questo aggiungiamo una traduzione da brivido, in senso negativo, si spiega come mai, nonostante le ottime premesse e il bellissimo scenario, il libro non mi abbia entusiasmato.
Per entrambe le recensioni
Editing a cura di:
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