Mentre Josiah riesce fortuitamente a sfuggire ad un tremendo destino, Kynk e Jay subiscono l’ira del crudele Xavian, disposto a tutto pur di vendicarsi dei due.
Dopo mesi di attesa, ritornano finalmente gli amati protagonisti della serie “Lethal Men” che, tra pericoli e insidie, stavolta saranno costretti ad affrontare anche il nemico più difficile da sconfiggere: se stessi.
***AVVERTENZE***
Questo è un romanzo M/F e M/M contente scene di violenza, linguaggio e tema forte. È pertanto sconsigliata la lettura ad un pubblico sensibile.
Quando aspetti un libro da 18 mesi possono succedere solo due cose: l’aspettativa è troppo alta e quindi inevitabilmente rimani deluso, oppure ti accorgi di quanto ti è mancata l’autrice in questione e inizi a stalkerarla attraverso i social. Vi dico solo che, appena ho letto l’ultima riga, ho scritto subito ad Anya M. Silver e le ho fatto i complimenti, perché per me lei rimane una delle regine indiscusse del Dark, ma poi l’ho anche minacciata: se non pubblica entro massimo sei mesi il prossimo libro, io non so cosa farò, ma qualcosa farò!
Dopo avervi dimostrato per l’ennesima volta quanto sono “pagliaccia”, proverò ora a descrivere ciò che ho provato leggendo questo nuovo capitolo della Lethal Men. Ribadisco le avvertenze della sinossi: questo romanzo contiene scene di violenza, relazioni Male to Male, menti contorte che inseguono relazioni tossiche, amori che in realtà di amore hanno ben poco, si tratta più di ossessioni, desideri, incubi.
Se siete ancora qui significa che siete amanti del genere, quindi procediamo.
Dangeorus Minds inizia esattamente nel punto in cui avevamo lasciato Destroy Me: Rev ha lasciato andare Sibylle, Jay è stato rapito da Vaz e Josiah, il protagonista di questo terzo romanzo, è inseguito da The Knife, il killer che lo perseguita da molto tempo ormai.
Non è semplice affrontare questa recensione in quanto le storie narrate, seppur collegate fra loro, sono tre: da una parte abbiamo il protagonista effettivo, Josiah, che inizia a provare sentimenti per Kai, il gemello di Kynk. Da un’altra, abbiamo quest’ultimo, Jay, e i suoi sensi di colpa. Da un’altra ancora ritroviamo una Sibylle distrutta, annientata, che prova andare avanti con ciò che le rimane della sua vita lontana da Rev, il quale a sua volta non riesce a stare lontano da lei.
Ma andiamo per gradi.
I protagonisti indiscussi sono Josiah, il ragazzo orfano di madre (picchiato per ogni nonnulla da un uomo che di padre ha ben poco), e che ha come unico scopo nella vita quello di donare alla sorellina una vita degna di essere chiamata tale, e Kai, il gemello posato, che si tiene lontano dai guai, la cui esistenza è stata totalmente stravolta dall’arrivo del fratello e del suo compagno.
Josiah riesce a fuggire a The Knife, e moribondo viene portato da Kai, il quale, immediatamente avverte le pulsazioni cardiache accelerare vorticosamente. Nonostante questo, si prende cura di lui proprio come farebbe un amico, anzi il fratello di un amico. Kai infatti è molto più di grande del ragazzo e il suo cuore non gli dice: “Ehi! Approfitta, ti piace, diventa il suo salvatore”, bensì: “Ehi! Idiota! È troppo piccolo, pensa a quanto male gli è stato fatto. Non aggiungerne altro. Proteggilo, ma ricorda chi è: il migliore amico di tuo cognato!”.
Quindi siamo di fronte a un problema di non poco valore: un adolescente attratto da un adulto che inizia ad approcciarsi alla sua sessualità, e un uomo in cui l’istinto di protezione ha preso il sopravvento.
In questo libro accompagneremo Josiah in un processo molto importante, ovvero la fase che porta un adolescente a diventare uomo. Anya ci descrive questo personaggio nel dettaglio, ci fa entrare in empatia con lui, ed è davvero impossibile non riconoscere come il ragazzino che tutti vedono come “uno stupido”, in realtà, stia diventando un uomo dal carattere molto più forte di tutti i Lethal messi insieme. No, non ho detto una bestemmia, lo penso davvero. È facile apparire come uomini forti, quando tutto in noi non dice il contrario, quando le donne boccheggiano al nostro passaggio e gli altri uomini vorrebbero possedere la nostra sicurezza; non lo è invece quando, nonostante ciò che si è passato, nonostante il cuore pianga, si sostiene che tutto potrà essere tolto, tranne il sorriso. Questo, Signori e Signore, è essere Uomo con la U maiuscola!
Le battute tra lui e Kai, sono piene di ironia, alcune sono al vetriolo (le migliori, fidatevi!), ma sono anche piene di affetto e desiderio, e soprattutto piene di rispetto. E Josiah, non poteva non innamorarsi del gemello “buono”, bellissimo (apro parentesi per dire una cosa: Anya non ha descritto il corpo di Kai, lo ha dipinto! È incredibile come sia riuscita a rendere muscoli e inchiostro, un corpo da desiderare, bramare e sognare. Ne ho lette di descrizioni di corpi maschili tatuati, ma davvero le parole che utilizza sembra che accarezzino la pelle di Kai fino a renderlo una tela da immortalare. Ed è meglio se chiudo qui la parentesi, siamo in piena estate e di caldo ne fa già abbastanza!), con quel corpo da demone e i pensieri di un angelo. Ebbene sì, il problema di questo libro è la mente di Kai, non riesce proprio a lasciarsi andare, ed esattamente come il gemello non vuole contagiare un animo puro come quello di Josiah.
A tal proposito, Kynk e Jay non se la passano benissimo in questo capitolo: il passato è venuto a riscuotere il conto, ed entrambi sono messi a dura prova. Purtroppo in questo capitolo c’è pochissimo spazio per loro e non si ha modo di comprendere a che punto sia loro relazione. Jay inizia a essere stanco, nonostante il suo uomo venga prima di tutto, nonostante anteponga sempre il bene di Kynk al suo, e inizia a sentire il peso delle bugie, della solitudine, della vita “criminale” in cui è stato coinvolto. Ma, in virtù di quanto ho appena scritto, c’è un “grosso ma”: ora sono una coppia e niente e nessuno potrà dividerli (solo la penna di Anya, e in questo caso, mia cara scrittrice, se mai lo dovessi davvero far accadere, diventerò una Lethal Woman, sappilo!). E sono bellissimi, perché sono alle prese con tutti i problemi delle coppie che non hanno a che fare con le violenze e i rapimenti!
Sarebbe sempre stato strano per lui ritenersi quasi del tutto accasato, avere un uomo al suo fianco, qualcuno a cui doveva delle spiegazioni. Aveva un altro tipo di responsabilità adesso. Doveva mostrare affetto, ma non esagerare. Proteggerlo, ma non minare il suo orgoglio. Non sminuire indirettamente le sue capacità, inducendolo a credere di non essere all’altezza, di non riuscire a difendersi da solo. Cercare di essergli vicino, eppure senza sembrare appiccicoso. Comportarsi da essere umano, sforzarsi di capire che il rapporto con lui non era uguale a quello che aveva con i suoi colleghi, con gli amanti del passato, con i suoi amici. Jay non era un assassino, aveva un cuore grande come un fottuto albergo a cinque stelle e possedeva un’empatia superiore a lui, o a chiunque avesse mai conosciuto. Ciò lo faceva sentire come se dovesse sempre camminare sulle uova, intimorito al solo pensiero di poter ferire il ragazzo con una sciocchezza che sarebbe potuta sfuggirgli quando era rilassato.
Infine, arriviamo alla coppia che più di tutti ci ha fatto sudare e dire tante parolacce: Rev/Deacon e Sibylle. Anche il loro è un piccolo cameo, li ritroviamo in pochi capitoli, e in quei pochi avrei voluto prendere a testate entrambi. Sibylle è tornata alla sua vita, cerca con tutte le sue forze di andare avanti, ma non ci riesce. Sa perfettamente che qualsiasi cosa ci fosse con Deacon era veleno puro, era tossica, però sente in cuor suo che le manca quel qualcosa che la farebbe sentire viva. Il legame tra loro era nocivo, letale, ma indipendentemente da questo le loro anime saranno sempre legate e, aggiungo anche, “finché morte non li separi”. Solo la morte a mio avviso potrà renderli sereni.
Rev l’ha lasciata libera di vivere la sua vita per modo di dire, continua a osservarla e farla osservare. Ogni tanto si palesa, le dice qualche frase che la lascia interdetta e poi scompare, facendola ricadere nella disperazione assoluta. Sibylle è forte, ma quando si ha a che fare con Satana in persona, è dura!
Vi ricordate poi degli altri due demoni che vanno a braccetto con Satana? Kendra e Samael, esatto. Mi aspetto grandi cose da loro, lui è un essere senz’anima, è un “la parolaccia che inizia con la B”, senza cuore, assassino freddo e spietato, calcolatore, un pazzo esaltato che, a mio avviso, quando avrà lo spazio che merita, ci farà patire come poche volte ci è successo nella nostra vita di lettori. Lei, invece, dal lato “professionale” è come Samael, ma man mano ci dimostra di avere anche un muscolo cardiaco che serve non solo a portare ossigeno a tutte le parti del nostro corpo, ma anche a provare sentimenti. E dice una cosa che ci spiazzerà, esattamente come è successo per Sibylle.
«Ti ha fatto del male, ma non devi allontanarlo. Deacon si sforza di ragionare solo con il cazzo e non con il cervello perché ha paura di ascoltare i suoi sentimenti, di sentire ciò che prova per te, di abbracciare, stringere, quella parte ancora pura che tenta di nascondere ogni santo giorno. Lui è facile da decifrare, si nasconde dietro la sua crudeltà, dietro il personaggio che ha creato con tanta maestria in tutti questi anni. Sa però che tu, solo tu, riusciresti a strappargli via la maschera e ne è terrorizzato. A suo modo, credo che lui ti ami per davvero».
Questa citazione l’ho messa alla fine perché un po’ di contentezza ce la meritiamo, ma ormai conosciamo i nostri protagonisti e la Silver non ci regala una gioia neanche a pagarla a peso d’oro. Questo per dirvi che il finale è inconcluso, anche se non vi farà arrabbiare come nei due capitoli precedenti.
Piccola nota: rispetto a Pure Revenge e Destroy me, lo stile dell’autrice è più scorrevole, ci conquista questa volta SÌ a livello emotivo, ma con un’ottima padronanza della lingua italiana, e un’abile variazione di tono narrativo, talvolta sublime e talvolta, quando la scena lo richiede, rustico, mai volgare però.
Abbiamo aspettato diciotto mesi, è vero, ma ne è assolutamente valsa la pena. E ora andiamo tutti a stalkerare Anya per farci pubblicare prestissimo il quarto capitolo!
Recensione a cura di:
Questo terzo libro riprende dal rapimento di Jay e Kink da parte di… sì, lui. Mi aspettavo un libro più oscuro, mentre ho la sensazione che serva a preparare il terreno per il prossimo che sarà una mazzata mostruosa nei denti, perché, magari mi sbaglio, qui Anya è stata troppo “dolce”.
Scopriamo come Sybille vive a casa di Caesar, una volta libera da Rev (anche se lui non è molto lontano): Caesar l’aiuta a riprendersi dallo shock e lei, invece, aiuta lui a superare la morte della moglie e il dramma della piccola in ospedale. Quindi, preparatevi, perché la coppia Sibylle/Rev si vedrà in maniera parziale, ma intensa.
Inoltre, incontriamo di nuovo Kai, Josiah e Draven, e preparatevi a una probabile rivelazione choc, mentre Kynk e Jay vivranno un momento tragico e intenso insieme, che avrà conseguenze su entrambi, soprattutto a causa sua. LUI. Samael… beh è Samael quindi non è cambiato per nulla anzi sempre str… o uguale (ma quanto mi piace!) anche se in questo libro lo avrei picchiato molto volentieri, al contrario di Kendra, che mi ha piacevolmente stupita. Xavian è da eliminare alla radice per tutto quello che ha fatto. The Knife continua a esserci, e credetemi non ho ancora capito se è un personaggio a sé, oppure uno dei nostri con attimi di pazzia folle.
Quindi, tante nuove informazioni, per lo più tranquille, tranne, ovviamente, la bomba che Xavian sgancerà alla fine e che farà sorgere nuove domande, oltre a quelle che già abbiamo tutti (penso).
Rev lascerà in pace Sibylle, oppure andrà a prenderla, e se accadrà sarà per cambiare in meglio o per distruggerla emotivamente per sempre?
Sibylle riuscirà ad affrontarlo e a non essere più sua vittima o l’attrazione per lui la colpirà di nuovo?
Caesar, che inizia ad avere un ruolo meno secondario visto lo scambio di opinioni con Rev, ci darà soddisfazioni?
Samael sarà così bastardo da chiedere a Kendra qualcosa di atroce o sarà magnanimo? Io dubito sulla sua magnanimità. Kendra mi incuriosisce parecchio: non riesco a capire se è una cattiva-cattiva oppure una buona che deve fare la cattiva.
E cosa tormenta Kai? È davvero lui lo Snife Killer o qualcuno vuole incastrarlo? Per me lo vogliono incastrare.
E il nostro simpatico Snife, che intenzioni ha con Josiah?
Ecco, tutte queste domande mi frullano per il cervellino dopo aver finito il libro, e quel “CONTINUA” mi sta un filino sullo stomaco (cattiva!!!!!!!!), ma nonostante tutto è coinvolgente come gli altri libri. Anya riesce a mantenere la suspense in ogni pagina, e anche quando pensi di aver capito qualcosa lei ti frega.
I personaggi sono complessi al punto che non capisci fino in fondo se sono davvero così o se per loro la redenzione sarà possibile (per alcuni io credo di sì, mentre per altri no).
Non credo nemmeno che ci sarà un lieto fine, ma spero in un semi-quasi-forse lietino fine? Lo so, mi sto illudendo, ma ormai Kynk, Jay, Sibylle e anche Rev sono vicini a me, mentre Xavian, Samael e Kendra ecco li vorrei lontani per adesso, e The Knife proprio non vorrei vederlo, ma tralasciamo i miei deliri. Spero che il prossimo libro arrivi presto così da poter leggere ancora di questi magnifici cattivi.
Recensione a cura di:
Editing per entrambe le recensioni a cura di:
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