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Proprio quando l’oscurità sembra ormai perenne, il destino riporta la luce.
Michael Warner è scivolato in una sorta di intorpidimento mentale da quando il suo compagno è stato ucciso da un autista ubriaco. Con l’avvicinarsi dell’anniversario dell’incidente, la sua sofferenza diventa sempre più soffocante. Eppure deve riuscire a trovare una via d’uscita dal labirinto di dolore e di segreti così da riprendere a vivere per la loro giovane figlia, che lotta contro il senso di colpa per essere sopravvissuta allo schianto.
Dall’oscurità giunge una voce, un’ancora di salvezza che non si sarebbe mai aspettato di trovare: Rebecca O’Neill, produttrice esecutiva dello studio cinematografico nel quale Michael lavora come elettricista.
Rebecca, un’ex celebrità rimasta ferita in seguito all’attacco di un fan pazzo, si è ritirata dalle scene, certa che nessuno potrà mai guardare oltre il suo aspetto sfigurato. La scintilla tra lei e Michael giunge inattesa, così come il legame quasi mistico con la figlia.
Per la prima volta, tutti e tre si trovano costretti a esaminare le loro cicatrici alla luce dell’amore. Ma fidarsi è difficile, soprattutto quando non sei sicuro a cosa credere quando ti guardi allo specchio. Alle cicatrici? O alla verità?
Ci sono libri che fanno sorridere, altri che ti portano in mondi lontani e altri ancora che ti stupiscono. Poi ci sono libri che ti prendono per mano, come se sapessero che, per arrivare alla fine del sentiero e riuscire a comprendere la storia, tu abbia bisogno di qualcuno che ti accompagni.
Butterfly Tattoo è uno di questi.
Non racconta la storia di tre personaggi, racconta la storia di due cicatrici e un tatuaggio; simboli di enormi sofferenze, ma anche segni del destino che, per quanto dolorosi possano essere nel corpo e nell’anima, sono comunque in grado di insegnarci qualcosa di buono.
“I casini felici sono gli unici per cui vale la pena preoccuparsi.”
La prima cicatrice di cui vi parlerò è quella di Rebecca, una giovane donna in carriera, attrice di fama mondiale, che deve fare i conti con la sua notorietà, perché sarà a causa di questo che Ben, fan esaltato, un giorno si troverà sotto casa sua e la pugnalerà, sfregiandola in viso e nel corpo.
La seconda cicatrice si trova sulla gamba di Andrea, una bambina di 8 anni, ed è il triste ricordo dell’incidente in cui perse la vita suo padre Alex.
La terza cicatrice è il tatuaggio di Michael, l’altro papà di Andrea: una farfalla sulla spalla, fatta in un momento in cui la sua vita era perfetta, ma che diventerà anch’essa simbolo di una cicatrice dell’anima.
Fin qui tutto ok, se non fosse che la particolarità di questo romanzo sta nei temi che vengono affrontati: tanti e tutti descritti in maniera molto profonda.
Uno su tutti: la bisessualità.
Non è facile, credetemi, riuscire a comprendere la dinamica di un ragazzo etero che sperimenta l’omosessualità, per poi tornare a essere etero. E, qui, mi ricongiungo al discorso del libro che ci prende per mano. L’autrice, consapevole di aver descritto emozioni così complesse, ci accompagna per tutte le pagine, dicendoci esattamente dove andare e quale direzione prendere, per non perdersi in questo mondo di cui tutti abbiamo sentito parlare, certo, ma solo in superficie.
“Ero sempre stato etero convinto, prima di lui. Ma già allora, avevo capito che l’amore non si preoccupa di questo tipo di distinzioni. Ti cade addosso come un mistero e, una volta che è accaduto, sei fregato per sempre.”
La piccola Andrea si sente responsabile della morte di suo padre Alex: avrebbe preferito morire anche lei e quindi alza un muro nei confronti dell’altro papà, Michael, che da vedovo si ritrova a dover occuparsi da solo di lei. Lui dovrà riuscire a scalfire quella corazza che la sua bambina ha creato e non sarà affatto facile. Già, perché quando ti ritrovi a dover entrare nella mente di una ragazzina che pensa di essere colpevole di ciò che è accaduto, che non vuole parlare e si chiude in se stessa, si possono fare solo due cose: gettare la spugna oppure continuare a tentare, sperando che, un giorno, lei si accorga di te e decida di aprirti le porte della sua vita. E Michael non si arrende.
Ed è qui che entra in gioco Rebecca. Con la sua dolcezza e le sue cicatrici, riuscirà a creare un legame con Andrea, ma non solo. Come uno tsunami, arriverà nella vita di Michael, mettendo in dubbio la sua sessualità e combattendo i demoni che invadono la sua mente.
“Forse dovresti semplicemente aprire il tuo cuore e vedere dove ti porta,” aveva risposto lui con una risata indulgente. “Invece di continuare a combatterlo.”
Anche per Rebecca non sarà semplice riuscire a sconfiggere quelle paure che, per tre anni, le hanno precluso la ricerca della felicità e, soprattutto, non sarà facile ritrovarsi ad aver fiducia in un uomo.
“ […] solleva delicatamente il palmo alle labbra e bacia la mia cicatrice. Non un solo bacio, ma una scia morbida lungo il segno del taglio. Le lacrime mi riempiono gli occhi spontaneamente, inaspettate, proprio come il suo gesto tenero. Perché, baciando quella cicatrice, capisco che lui vorrebbe poter baciare via il dolore, tutto il dolore con cui ho dovuto convivere da quel giorno.”
Michael e Rebecca sono due tessere dello stesso puzzle che si incastrano perfettamente, andando a creare qualcosa di più grande di loro, con difficoltà perché non si riconoscono subito. E a questo puzzle si aggiungerà, naturalmente, un altro pezzo importante: Andrea.
Butterfly Tattoo non è un romanzo semplice da digerire.
I drammi vissuti da ogni singolo protagonista ti entrano dentro senza lasciare una via di fuga perché sei con loro in ogni momento: in quell’armadio in cui Michael si nasconde per sentirsi al sicuro, in quella macchina in cui Rebecca si rifugia perché ha paura di uscire e incontrare quell’uomo che l’ha quasi uccisa, in quel letto in cui Andrea custodisce la bambola che suo padre le ha regalato.
Butterfly Tattoo è questo: amore in tutte le sue forme, dolore in tutte le sue forme e rinascita in tutte le sue forme.
“Che bel principio sarebbe anche per la vita: se qualcosa finisce male o non ha funzionato, si potrebbe semplicemente dichiarare: “Regola dei cinque secondi!” e ricominciare tutto da capo.”
L’autrice Deidre Knight – agente letteraria e orgogliosa donna del sud – è stata descritta come “eccezionale” ed “emotivamente evocativa”, e non potrei essere più d’accordo con questi aggettivi. Credo che sia una delle poche donne a essere riuscita a strapparmi molte lacrime durante la lettura di un romanzo. Non mi accadeva da tempo e sono contento di avere la possibilità di potervene parlare, perché le mie sono parole dettate dal cuore.
Il romanzo si apre fin da subito con il dramma di Rebecca O’Neill: l’aggressione subita da Ben McAllister ha lasciato in lei segni ben più profondi delle sole cicatrici sul suo volto. Si sa che le cicatrici della mente e del cuore sono le più difficili da far rimarginare e una ferita non sempre ha bordi regolari e intervalli definiti, ma spesso nasconde radici più profonde e gli incubi si annidano in fondo al cuore fino a lasciar spazio soltanto alla paura.
Un viso deturpato e una carriera come attrice di Hollywood non hanno mai avuto un buon rapporto tra loro, ma ci sono ruoli che si possono ricoprire senza comparire davanti alla telecamera. Ed è durante un blackout che il ruolo di Rebecca si ridefinisce, quando l’elettricista Michael Warner interviene nel suo ufficio: i due hanno un breve scambio nel buio e la gentilezza della voce di Michael spezza le incertezze e le paure di Rebecca. C’è qualcosa nella voce di lui che la fa sentire sicura, ma è una sensazione del tutto estranea per lei, soprattutto dopo l’aggressione.
Pian piano, il rapporto tra i due viene a intensificarsi grazie ad Andrea, la figlia di Michael e di Alex, morto a causa di un incidente. Può sembrare strano che una bambina abbia due padri, specie a occhi retrogradi, ma quello che è emerso, sin dalle prime frasi su questa famiglia, è stato solo un grande amore strappato via troppo, troppo presto.
In questo romanzo non troverete una semplice storia d’amore tra due persone, ma sono certo che il legame qui narrato vi trasmetterà una forza incredibile. Perché per quanto la vita abbia danneggiato le nostre anime e i nostri corpi, essa va avanti e noi abbiamo solo due scelte: o lasciarci andare, oppure raccogliere tutte le nostre forze e affrontare di nuovo la vita, perché è degna di essere vissuta, con tutte le sue gioie e tutti i suoi dolori.
Ciò che emerge in modo netto da questo romanzo è il nostro essere creature fragili, delicatissime: un giorno viviamo la noiosa quotidianità lavorativa o anche bellissimi momenti da ricordare all’infinito e il giorno dopo non ci siamo più. Se ripenso a tutto quello che ho letto, sbatterei ancora adesso i pugni contro il muro, perché Alex non meritava di morire, di lasciare una bambina e un marito fantastico: no, non lo meritava affatto.
Dopo l’incidente, Andrea inizia a isolarsi e per Michael è difficile comunicare con lei, tanto che non ci riesce nemmeno con l’aiuto di un terapista. Poi, arriva Rebecca che riesce a instaurare un legame profondo con la bambina e, grazie al rapporto speciale tra le due ragazze, Michael ha occasione di rivedere la donna e la loro iniziale affinità li porterà ad approfondire i loro dolori.
Ho trovato singolari alcuni aspetti di questo romanzo. Leggo spesso di uomini etero che scoprono di essere bisessuali, oppure gay; ma qui leggiamo di un ragazzo felicemente gay, innamorato di Alex, che prova di nuovo attrazione per una ragazza.
Per quanto questo mi faccia sorridere e cerchi di contestualizzarlo nella realtà, non voglio porre dei limiti all’Amore. Chi siamo noi per dire che non possa esistere? Chi siamo noi per poter giudicare la sessualità? Chi siamo noi per poter parlare dell’amore con delle certezze?
L’amore sfugge alle logiche umane, esso è al di sopra di ogni legge e fuori dal tempo.
L’amore è un sentimento puro, da non sporcare con le nostre credenze e le nostre convinzioni del tutto personali.
Questo è un romanzo unico ed emozionante. Il dramma viene sviluppato con un uso sublime della scrittura e il dolore, benché presente e descritto, non risulta mai pesante o banale. Si è così immersi nella storia che si vive tutto sulla propria pelle: ho sentito ogni singola cicatrice di Rebecca, mentre continuavo a ripetermi che era soltanto un romanzo. Ma no, non è “soltanto un romanzo”, è amore reso in forma scritta e arriva dritto al cuore, tanto che, spesso, ho dovuto rallentare la lettura perché, sopraffatto dall’emozione, non sono riuscito a continuare senza qualche fazzolettino vicino.
Ci sarebbe così tanto da descrivere sull’evoluzione della storia tra Rebecca e Michael, ma anche su Andrea, su come il dolore può assumere diverse forme e trovare un’unica soluzione attraverso la libertà di essere se stessi senza la paura del passato, ma le parole non renderebbero giustizia alle emozioni.
Quindi non mi resta che consigliarvi di cavalcare quest’onda, lasciandovi avvolgere e guidare dall’amore che emerge dalle pagine di questo libro.
Editing a cura di:
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