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L’elfo reietto Kai Gracen è convinto di aver esaurito il suo karma positivo quando uno Stalker umano vince la partita di poker in cui Kai è stato messo in palio e lo prende con sé. In seguito alla violenta fusione tra la Terra e l’Underhill, la razza umana e quella elfica si ritrovano a vivere in un mondo caotico e infestato da mostri, e gli Stalker sono gli unici disposti ad accorrere quando all’orizzonte si profilano oscure minacce.
Anche se difficile, quella dello Stalker è una vita che Kai ama: buone ricompense, qualche amico e, soprattutto, è priva di altri elfi che possano ricordargli il suo passato. E poi uccidere i mostri è facile, specialmente perché anche lui è un mostro.
Quando un signore dei sidhe di nome Ryder arriva a San Diego, a Kai viene affidato un incarico per la nuova Corte dell’alba. Sulla carta si tratta di una semplice spedizione lungo la costa durante la stagione degli amori dei draghi, allo scopo di salvare una donna umana incinta in cerca di protezione. Facile, veloce e, cosa più importante, remunerativo. Tuttavia Kai si trova invischiato in una faida familiare all’ultimo sangue dalla quale non ha alcuna speranza di sottrarsi.
Nessuno si è mai arricchito facendo lo Stalker. Anzi, pochi di loro arrivano alla vecchiaia, e sembra che Kai non farà eccezione.
Se amate il fantasy la metà di quanto lo ami io, dovete correre immediatamente a leggere “Black Dog Blues”, perché vi rapirà e riuscirete a tornare alla vita quotidiana solo dopo averlo terminato. Avevo già letto dei romanzi di Rhys Ford e ne avevo ammirato la capacità di creare scene d’azione rapide e dinamiche, i salaci scambi di battute, la profondità emotiva dei suoi protagonisti e la loro intrinseca fragilità. Adesso devo aggiungere alla lista anche la straordinaria inventiva e l’abilità di plasmare un mondo fantastico dalle mille sfaccettature.
Senza giri di parole o lunghe spiegazioni, la narrazione ci lancia nel mezzo dell’azione e conosciamo Kai Gracen attraverso il suo approccio disincantato e sarcastico alla vita, nella Terra stravolta dalla Fusione con l’Underhill elfico, che ha fatto cozzare e mischiato, spesso in modo violento, le due realtà, lasciandone una sola alla razza umana e a quelle elfiche da condividere.
Creature feroci e pericolose popolano questo nuovo mondo e Kai è uno Stalker, incaricato di eliminarle se minacciano la sicurezza delle persone: una sorta di cacciatore di taglie per cani infernali e simili. L’incarico per conto di Ryder, signore di una neonata Corte sidhe, è diverso, però, è qualcosa che tocca troppo da vicino l’oscuro e terribile passato che Kai cela dentro di sé, sotto la sua stessa pelle.
L’ultima volta che mi ero trovato davanti un altro sidhe mi ero sentito un po’ a disagio. Tutto quello che avevo sentito dire sul fremito dei sidhe quando si incontravano, sul canto del sangue della nostra razza e sul bruciante desiderio di toccarci era vero. Lui mi provocava un tremore e un desiderio maggiori di quelli che mi provocava Dalia. Maggiori di quelli che qualsiasi prostituta mi avesse mai provocato. Volevo strisciare nella sua bocca, lungo il suo corpo, e persino sotto la sua pelle.
Se non avessi già deciso che lo odiavo non appena l’avevo visto, forse l’avrei fatto.
L’ironia di Kai e i suoi modi bruschi sono intossicanti, conquistano insieme al suo aspetto ultraterreno, ma sono gli sprazzi di malinconia che lascia intravedere a farlo amare di più, a far desiderare che sveli i propri segreti e nel medesimo tempo che taccia, perché è fin troppo chiaro che saranno tremendi da sopportare.
Orin mi passò le mani sulle spalle e sul petto. “Hai molti più muscoli di quanto pensassi. Mi piacerebbe vederti senza giacca.”
“A me piacerebbe vederti con un buco in fronte, ma immagino che non succederà.”
La componente romantica è limitata, un paziente e lento avvicinarsi in un crescendo sensuale, ma questo non rappresenta affatto un difetto, perché la vicenda è perfettamente bilanciata, con sequenze di inseguimento e lotta adrenaliniche alternate a momenti più divertenti e a scorci di questo caotico mondo post Fusione.
Lui si fermò sotto la sporgenza del tetto, allontanandosi dalla luce del sole al tramonto.
Anche quel giorno si era vestito da essere umano, ma il taglio della camicia nera di seta e i pantaloni ben stirati erano in contrasto con l’ambiente circostante. […]
Io mi ero vestito bene per lui indossando una t-shirt senza buchi. Lo stesso non si poteva dire dei miei jeans, ma non volevo creargli troppe false aspettative.
Rhys Ford descrive sporche città su più livelli e straordinarie corti sidhe con pochi tocchi, asciutti e diretti, portandoci dentro di esse insieme a Kai e facendocele vivere in modo intenso più che soffermandoci ad ammirare il panorama. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati grazie anche solo a poche righe, a volte restano semplici guizzi di esistenza che colorano lo sfondo, ma contribuiscono a renderlo reale e straordinariamente credibile.
Il mio riflesso nello specchio del bagno mi sorprese, come sempre. Dimenticavo di non essere umano. Quando vedevo il mio riflesso, mi aspettavo di vedere occhi arrotondati e zigomi piatti. Con gli occhi della mente, il mio viso era più squadrato e grezzo nei lineamenti. L’alieno androgino dagli occhi viola e dai capelli neri che vedevo era uno shock. Era la faccia dei miei incubi, dei mostri che mi seguivano nell’oscurità quando ero debole.
Gli elfi immaginati dall’autrice sono bellissimi e ultraterreni, terribili nella loro diversità: creature fantastiche immerse nel sangue, così come gli esseri umani, tutti in fondo mossi dai medesimi sentimenti, perché sotto la pelle non c’è alcuna differenza tra le due specie.
Kai, elfo reietto cresciuto da un umano, è in bilico tra i due mondi, rifiutato da entrambi se non fosse per poche eccezioni, per gli amici umani che lo circondano e per quei pochi sidhe che non vorrebbero eliminarlo a vista. Poi c’è Ryder, con le sue idee rivoluzionarie, la perfetta bellezza elfica e, forse, lo spirito giusto per fare da contrappunto all’amarezza e al dolore che l’altro si porta dentro. Sono una coppia affascinante, in continuo scontro, che sono molto curiosa di veder crescere nei prossimi libri della serie.
Non volevo il fuoco che mi percorse la pelle quando Ryder mi toccò, ma non feci niente per fermarlo.
Ryder interpretò la mia immobilità come consenso e continuò, premendosi sulla mia bocca con un senso di possesso quasi sadico. Quando la sua lingua mi toccò le labbra, gli afferrai le spalle e poi lo lasciai entrare, baciandolo profondamente. Mi succhiò, infilando la lingua a fondo nella mia bocca quando schiusi le labbra per lui. Presi tutto ciò che mi offriva, scivolando intorno alla sua lingua forte. Lui prolungò il bacio, spingendo i fianchi contro di me con movimenti lenti e circolari.
“Non mordermi,” mi avvisò, passandomi una mano sulla nuca. “Voglio solo… di più.”
Posso solo consigliarvi di leggerlo al più presto, perché amerete Kai Gracen e il suo mondo.
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