Lui? Lui è Nic Bonaventura, un disgraziato sciupafemmine alle prese con un’improbabile scommessa.
Lei? Lei è Penelope Postoli, una precisina che si veste malissimo, acida come uno yogurt scaduto e, come se tutto ciò non bastasse, architetto! Inoltre lo odia. Senza motivo? Sì, senza motivo. Lui è un ingegnere, poi, e gli ingegneri sono fatti per essere odiati.
E allora basta, dov’è il problema? Che ognuno si faccia la sua vita e gli affari suoi.
Ah, ma lavorano insieme? Oh no…
Nello stesso ufficio? Mmh, le cose si complicano un pochino.
Con le scrivanie una di fronte all’altra? Cavolo, si complicano parecchio.
E il capo ha appena affidato loro un progetto su cui lavorare insieme? Ok, questa è una tragedia. Fine della storia.
Forse, però, quei vestiti da novantenne bavarese mezza hippy e ipovedente nascondono forme di tutto rispetto; e forse, non c’è da giurarci, ma forse dietro quell’aria da pallone gonfiato viziato e figlio di papà c’è un cervello…
Ma allora c’è una speranza! Sì, la speranza che la tragedia si trasformi d’un tratto in commedia e, chi lo sa, che tutto finisca come nella migliore delle favole…
Dopo tre anni di attesa abbiamo il ritorno di un’autrice nostrana Manuela Pigna, e chi l’avesse già conosciuta con il suo “Training in Love” concorderà con me nel riconoscerle la capacità che ha di fare innamorare il lettore dei suoi personaggi. Ecco, nemmeno questa volta siamo esentati. La storia riprende dopo la novella uscita a dicembre, che ci ha lasciato con Olly e Andrea (i personaggi del libro precedente) in procinto di convolare a nozze. E qui troviamo un Nic Bonaventura alle prese con una scommessa persa, ovvero rimanere casto fino al fatidico “Sì” dei migliori amici. Impresa decisamente ardua se si pensa che il Principe delle Tenebre (per citare la contessa Barbieri, personaggio meraviglioso, presente in entrambi i libri), è decisamente il casanova più conosciuto della provincia. Questa scommessa porterà il nostro protagonista a venire a patti con un lato di sé accuratamente nascosto, che sembra mettere in crisi lo stile di vita fino lì perseguito.
“Non mi ero reso conto fino questo momento, forse non ci avevo mai pensato, ma… ho paura di avere un cuore di pietra”
Non c’è nessun evento traumatico o esperienza dolorosa che tormenta il nostro protagonista, Nic è così.
Non racconta bugie, mette i patti in chiaro sin da subito e non va con “le ragazze che hanno il cuore negli occhi”
Penelope Postoli è una donna normale, che conosciamo grazie ai pov alternati. Nei suoi ci sono la narrazione del passato in comune e degli anni del liceo. Nel leggere le avventure/disavventure del passato, troviamo una ragazza timida e un po’ imbranata, e un dongiovanni in erba. Il risultato sembra quasi scontato, al punto che Penelope quando vede Nic si trova a vedere la Luce:
“Oh sì Signore, vedo la Luce!
Perché di fronte a me c’è Nic Bonaventura in carne e ossa, strepitosa carne e strepitose ossa”
Lo scontro/re-incontro avviene tra le mura dell’ufficio, dove le frecciatine e le cattiverie verbali sono all’ordine del giorno. Nessuno dei due personaggi ha un cambiamento improvviso, nessuno svenimento da “amore a prima vista”. Anzi, per Penelope trattare male Nic sembra sia una vera e propria crociata, anche se alle prime battute non sembra esserci un motivo apparente che possa giustificare tale comportamento. Tranne forse la rivalità tra ingegneri (Nic)/architetti (Penny), la differenza di ceto sociale o il fatto che Nic chiami la collega Pustola. Tra passato e presente la loro storia d’amore è graduale e si evolve in modo naturale. I personaggi secondari sono ben caratterizzati e curati, senza lasciare le interazioni con i protagonisti al caso, anzi reggono bene e fanno fluire la storia. Lo stile della Pigna è maturato, confermando la sua capacità di dare corpo, realtà e sostanza ai suoi personaggi. Un romanzo fresco, fruibile e romantico da leggere a chiunque sia in cerca di una storia d’amore.
Recensione a cura di: Lady Hawk
Editing a cura di:
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