Combattere pur avendo perso le forze,
scoprendo sentimenti avversi,
facendo della propria debolezza la propria arma.
***
Con i nuovi arrivi in città, una grande minaccia incombe su Alakim. Privato del potere e stremato da una fame che non è più in grado di soddisfare, diviene facile preda dei suoi nemici.
Questa volta lottare insieme a Nicole e Muriel non gli basterà a salvare se stesso e tutti coloro che lo circondano da un male che dilaga inarrestabile, contagiando Marsiglia intera.
Questa volta ciascuno dovrà porsi dinnanzi allo specchio per scoprire l’origine della propria fragilità e svelare i reconditi sentimenti dell’animo.
Perché la vera forza sta nel guardarsi dentro, faccia a faccia con i propri demoni, accogliendo qualunque realtà venga rivelata, per quanto dura essa sia.
ATTENZIONE: contiene scene esplicite di violenza e sesso.
Ho ucciso i miei simili per sopravvivere, coloro che un tempo erano come figli per me.
Ho perso la mia luce.
Non ci si è ancora ripresi dal finale sofferto del libro precedente, che uno strano evento mette in difficoltà Alakim e ci trascina nel turbine della sofferenza.
Mentre Alakim, Muriel e Nicole cercano di capire cosa stia debilitando il Serafino, facciamo conoscenza più approfondita con alcuni personaggi che già avevamo incontrato in precedenza.
Scopriamo ad esempio come Yoliah, rigido e pedante, possa nascondere un umorismo caustico e un’indole passionale o come la fredda Elizabeth, madre di Nicole, forse non sia così devota come crede di essere.
«Io l’ho cresciuta come una buona cristiana, la nostra famiglia è timorata di Dio, il Signore sa quanto abbiamo sofferto per cercare di proteggere nostra figlia dal mondo orribile del giorno d’oggi.»
Lui torse il capo di lato studiandola oltre la facciata dei suoi tratti delicati. «Quando mai il mondo è stato migliore? Durante le crociate? La seconda guerra mondiale? La deportazione, la schiavizzazione, lo sterminio, l’epurazione, la repressione…», tutti eventi cui con ogni probabilità aveva assistito di persona, «…l’inquisizione? Si sarebbe sentita a proprio agio in quel caso?»
Seguiamo queste vicende parallele, importanti per farci capire la natura profonda degli angeli, ma staccate dalla trama principale, con un misto di interesse e sofferenza, perché ci lasciano con l’Olimpo Oscuro in una situazione sempre più drammatica.
Con maestria, e non poco sadismo, il romanzo si sofferma sui personaggi secondari per un po’, mentre il lettore si chiede cosa colleghi Alakim a Théo, il cantante di un gruppo rock, i Nasty Soul, agli episodi sempre più violenti che dilagano per Marsiglia.
Il problema principale non è di facile soluzione e richiederà che Alakim riprenda contatto con il suo passato, con il suo lato angelico, con eventi che sono svaniti dalla sua memoria dopo l’incarnazione nel corpo di Rowan.
Come già si nota nei precedenti romanzi, questa serie non è soltanto azione, erotismo e ironia, ma anche e soprattutto un’interessante fonte di riflessione sul bene e il male, sull’obbedienza e il libero arbitrio, sulla libertà di scelta.
«Ciascuno dovrebbe essere libero di compiere le proprie scelte e agire come meglio crede, molti pensano di farlo, ma in pochi ne sono in grado. Una scelta è davvero libera soltanto quando v’è la consapevolezza di sé, dei reali bisogni dell’inconscio, altrimenti i pensieri e le decisioni vengono deviati dalle paure, dai moralismi, dalle ipocrisie e dalle convenzioni…»
Per quanto oscura, l’anima di Alakim è quella di un Serafino e la sua capacità di comprendere il divino o di andare oltre è limitata solo da se stesso. È affascinante vederlo cambiare atteggiamento in pochi istanti e passare dal conturbante – e a tratti volgare – ragazzaccio cinico, all’angelo caduto che ancora percepisce la Luce alla quale non può più ricongiungersi.
«Sì, ci sono molti modi per squartare qualcuno, te lo concedo. La prossima volta posso provare a farmi uscire qualche lacrima ipocrita così puoi metterti la coscienza in pace. O ancora meglio: quando ti dico di stare a casa tu ci rimani.»
Proprio allora, a ogni orma che il piede lasciava sull’erba umida, maturò sempre più l’idea che la debolezza della carne aveva contaminato miseramente i suoi pensieri. Lui non era quel corpo, non era un killer irlandese, limitato alle ossa e al sangue; lui era di più, era in Rowan, in Théo, nella gente di Marsiglia, come nell’aria che accarezzava il mare. Era “l’essenza della vita”, e Samshat aveva ragione: il Tartaro è l’inganno più grande perché ciò che è sempre esistito non può non essere più.
Anche Muriel e Yoliah ci forniscono spunti simili nella loro ricerca del piacere sensuale, non fine a se stesso, ma come completamento del loro spirito.
Nicole, invece, in questo percorso dovrà fare una scelta, più che mai Alakim è parte di lei, ma allo stesso tempo non può non vedere il suo demone. Può la sua naturale incapacità di nuocere essere una scusa per non fare quello che deve essere fatto?
Quali sono i limiti, il prezzo da pagare per un bene superiore?
Non voglio raccontare le vicende, ma posso dirvi che al contrario dei precedenti, che procedono con un crescendo di avvenimenti, questo libro ci porta sulle montagne russe in un’alternanza di emozioni che da un lato fa prendere fiato al lettore, ma dall’altro lo lasciano, per pagine e pagine, con la tremenda sensazione di qualcosa di terribile che incombe. Allo stesso tempo lo avvolgono in una sensualità latente che non si interrompe nemmeno nei momenti di maggiore apprensione.
Anna ha un modo di scrivere che adoro, riesce a impugnare il mio cuore e a tenerlo stretto dalla prima all’ultima riga. Il suo stile è, allo stesso tempo, chiaro e ricercato, con momenti in cui i termini e le frasi sembrano usciti da un’altra epoca, proprio come di un’altra epoca sono il Serafino e i Nephilim. Ho amato ogni scena, ogni lato del carattere dei personaggi: le pennellate ironiche, anche nei momenti più critici, la sensualità di Muriel che traspare in ogni gesto, la crudeltà di Alakim, a volte necessaria e a volte no, la battaglia nell’animo di Nicole, i battibecchi da sit-com di una nuova inaspettata coppia. E, soprattutto, la presenza sottile di Lucius: fondamentale anche quando non si manifesta, con la sua lucidità malvagia che riesce a trasformare la verità in menzogna, la menzogna in verità.
Forse qualche lettore non condividerà la scelta di uno degli ultimi capitoli, che può dare l’impressione di un rallentamento della narrazione, ma oltre a essere una scena ad altissima sensualità, mette in luce la complessità dei caratteri dei Permanenti e la particolarità delle loro relazioni, intense e inaspettate, con aspetti che devono ancora essere approfonditi.
Nel bellissimo finale, il lettore avrà la risposta a una domanda che forse si è fatto e alcuni pezzetti del puzzle andranno a completare un disegno, dimostrando come l’autrice ci sta imbrogliando, con molta classe e con solo l’uso sagace delle parole, mentre ci fornisce tutti gli indizi necessari a scoprire l’inganno.
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