Non mi picchiava perché pensava che avessi messo gli occhi su sua figlia. Mi picchiava perché poteva. Perché avevo bisogno della sua casa e del suo cibo, e della sua cosiddetta cura. Mi picchiava perché sapeva che non mi sarei ribellato.
Sono passato da una famiglia violenta all’altra ed erano tutte uguali: gusto del sangue sulla mia lingua, il suono delle ossa rotte nelle mie orecchie.
Era quella la mano di carte che mi era capitata.
Ma quando finalmente sono riuscito a sfuggire da quel sistema che mi ha lacerato e distrutto, ho dedicato la mia vita a vendicarmi di coloro che avevano alzato le mani su di me, che mi avevano sputato addosso, che mi avevano detto che io ero niente.
Ero pronto a combattere.
L’ambiente in cui mi muovevo mi ricordava costantemente chi fossi e da dove venissi. E l’attività era fiorente.
Poi ho conosciuto Brea. Lei è stata del tutto inaspettata, come un jolly in un mazzo di carte. Potevo percepire il suo passato doloroso, ma ho fatto della sua luce il mio nutrimento. Era la fuga dalle tenebre che mi circondavano. Il mio momento di libertà.
Poi quel momento è finito.
E non appena si è aperta la porta, i miei peggiori incubi erano lì ad aspettarmi. Brea era stata risucchiata dall’ombra della mia distruzione e alla fine aveva visto il mio lato peggiore.
Wow… mi aspettavo un romanzo un po’ oscuro, invece mi sono trovata per le mani un dolcissimo, stupendo personaggio che mi ha fatto divorare il libro; complimenti all’autrice che ha mantenuto tanti segreti celati, senza lasciare briciole che conducano il lettore alla verità, finché non è stata lei a deciderlo.
Il libro è strutturato con Pov alternati tra Brea e Trapper, così riusciamo a conoscere i vari pensieri dei due personaggi, a capire cosa provano e pensano.
Trapper è un giocatore d’azzardo professionista, ma ha anche un’attività segreta (e fino a quando non si scopre cos’è, si pensa male, decisamente male). È un uomo con un passato di abusi, subiti nelle varie case-famiglia in cui ha vissuto, fino a quando, a dodici anni, dopo essere stato massacrato di botte, chiede aiuto alla sua assistente sociale.
Invitato a una festa incontra Brea, un’agente immobiliare a cui è morto il fidanzato, Cody, due anni prima; essendo una festa in maschera, quando si parlano non si vedono chiaramente, ma nasce subito un’alchimia particolare, tra loro, un’attrazione infinita… peccato che Trapper, il giorno dopo, debba partire per un torneo e così la serata si conclude con lo scambio di numeri di telefono e un bacio… un signor bacio!
Durante il torneo si scrivono, si telefonano, fanno sesso telefonico e l’attrazione aumenta ancora… sono impazienti di vedersi. Finalmente si incontrano e Brea ha uno shock – e non sarà l’unico – perché Trapper è la copia identica di Cody, il suo fidanzato morto: com’è possibile? E da qui si aprono nuovi scenari ed escono i segreti a cui accennavo prima. Chi è Trapper, in realtà? Perché assomiglia a Cody? Qual è la seconda attività di Trapper che tanto sconvolgerà Brea? E se già prima eravate incollate al vostro e-reader, dopo questa scena non riuscirete a smettere di leggere.
Si sfilò gli stivali e lasciò cadere i jeans e i boxer sul pavimento. Rimase solo con i braccialetti di pelle e la lunga catena d’argento. Le spalle e il petto erano percorsi da muscoli sodi e possenti. I tatuaggi si estendevano lungo tutto il braccio destro, fermandosi al polso. Aveva addominali scolpiti, che formavano una V.
La V… aveva una cazzo di V.
Spostai lo sguardo un po’ più in basso, e sentii me stessa sospirare. Così duro… così grosso… così lungo.
L’autrice è stata molto, molto brava a tenere nascosti i segreti e a farli uscire nei momenti giusti per invogliarti sempre più a leggere. Anche se si parla di abusi sui minori, l’autrice non entra nei dettagli, per non rendere troppo cupo il romanzo, ma riesce comunque a far capire bene alcune situazioni difficili.
Una storia che merita di essere letta, con un personaggio maschile bellissimo il quale, nonostante un’infanzia atroce, è riuscito a creare qualcosa di sconvolgente e bellissimo.
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