Something So Unscripted di Natasha Madison
Something So #4
Zach
Trovare il mio compagno di squadra a letto con mia moglie mi ha fatto prendere più facilmente la decisione con cui stavo lottando da anni.
È tempo di andare avanti.
Un nuovo inizio e una nuova squadra della NHL, in una grande città. E cosa più importante, è l’opportunità migliore per mio figlio Jack.
Sarebbero le opportunità migliori per entrambi.
Denise
Dopo una brutta infanzia, ho fatto in modo di farcela.
Il problema è che muoio un po’ con ogni paziente che perdo. Fa parte della mia carriera all’Ospedale Oncologico per Bambini Hudson, ma non rende più facile il dolore della perdita.
Non tentare nulla se non salvare una vita non è nei miei programmi, finché un giocatore della NHL entra nel mio ospedale con suo figlio.
Siamo ufficialmente fuori dagli schemi nell’attimo in cui ci incontriamo.
Se dovessi definire questo amore, è qualcosa di inaspettato.
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Come molti di voi sapranno, tra una settimana ci sarà l’evento RARE a Roma, un appuntamento internazionale che molte di noi attendono da un anno, un’occasione per poter incontrare tante autrici romance, soprattutto americane.
Naturalmente, in quest’ultimo periodo ho dato priorità di lettura ad alcune di quelle che saranno presenti al suddetto evento, e così ho iniziato la serie “Something So” di Natasha Madison.
Una serie composta da quattro libri, di cui il primo è stato tradotto in Italia, anche se io preferisco sempre leggerli in lingua originale, perché nella traduzione, purtroppo, si perdono tantissime sfumature.
La serie si basa sull’hockey e sui compagni di squadra di un team in particolare, i New York Stingers. Molto carina e davvero divertente, nel secondo la scena del parto della compagna del protagonista mi ha fatto piegare in due dalle risate, ma non mancano scene hot e soprattutto sensazioni forti e sentimenti.
Quello che di cui vorrei parlarvi oggi, naturalmente consigliandovi di leggere i precedenti, è proprio l’ultimo, il quarto, “Something So Unscripted“, uscito in America ad aprile 2018.
È la storia di Zach e Denise, due persone segnate da passati molto difficili, e che si ritrovano a superare una grande difficoltà insieme, in quanto il figlio di Zach soffre di una brutta malattia e Denise diventerà il suo dottore, in quanto la migliore in questo campo.
Il libro è di una dolcezza struggente, e sono sicura che vi innamorerete della storia, ma soprattutto di Jack, il piccolo protagonista di questo magnifico racconto. Non vi dirò che non ci si commuoverà, d’altronde l’argomento è spinoso, ma vi assicuro che l’autrice è riuscita a dare anche un tocco di allegria e spensieratezza in tanti punti, quindi non preoccupatevi, leggetelo con serenità, il lieto fine arriva, non senza traversie, ma ne vale davvero la pena.
È un libro che dona speranza.
Written in the Scars di Adriana Locke
Innamorarsi è facile.
Smettere di amarsi è la cosa più difficile del mondo.
E per Elin e Ty Whitt è proprio impossibile.
La prima volta che la star del basket del posto aveva sorriso a Elin, lei era stata spacciata. Era stato così facile innamorarsi dell’eroe del paese dai capelli neri, con quel suo sorriso affascinante e un fisico forte e atletico.
Dopo migliaia di sorrisi assonnati, di giri senza meta lungo strade di campagna e di cigolii della porta sul retro dopo un turno di notte, Elin e Ty si scontrano con la realtà. E si scontrano con violenza. Innamorarsi era stata decisamente la parte più facile. Vedere quell’amore andare a pezzi, era insopportabile.
Tra le lacrime, i ripensamenti, i ricordi di una vita costruita insieme, il mondo continua a girare. Ad ogni giro arriva chiarezza e speranza – a volte nella forma di un paio di scarponi infangati accanto alla porta sul retro o dalle parole di un amico saggio.
Quando Ty si ripresenta con la ritrovata determinazione di rimettere insieme la sua famiglia, Elin è combattuta tra i litigi del passato e la possibilità di un nuovo inizio. Quello è l’uomo che possiede il suo cuore, l’uomo che ama più di ogni altra cosa. Ma è anche l’unica persona al mondo che può causarle il dolore più grande.
La vita non sempre è facile. L’amore non è per i deboli di cuore. Ma con la vita giungono gli insegnamenti e Ty ed Elin hanno delle cicatrici che lo dimostrano. Ma è il loro amore, scritto in quelle cicatrici, che li terrà insieme… o li dividerà.
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Non posso che consigliarvi questo libro perché questa potrebbe essere una storia vera, reale. Dimenticatevi i miliardari e la bella vita. In Written in the Scars abbiamo persone normali, con lavori normali, che lottano con la vita e i problemi di tutti i giorni e che alla fine riusciranno a superare tutti gli ostacoli con la forza dell’amore, non senza ferite e sofferenza.
Elin e Ty sono innamorati dai tempi del liceo e hanno già pianificato tutti i loro sogni insieme. Ma la vita non è un sogno. Non tutto va come loro avrebbero voluto e a un certo punto si trovano a dover salvare il loro amore e il loro matrimonio, e, dopo un incidente in miniera, dove Ty lavorava, tutto precipita.
Mancanza di comunicazione, sensi di colpa e scelte sbagliate li portano a distruggere i loro sogni e ad allontanarsi sempre di più, e ci vorrà molta determinazione e, soprattutto, la convinzione che il loro amore è più forte di qualsiasi altra cosa, per riuscire sistemare la loro vita. Non dico di più, dovete leggerlo! Ty ed Elin non sono soli nel loro percorso, hanno degli amici fantastici, che sono molto presenti, uno dei quali ci farà soffrire molto. Molto! Perché si arriva al lieto fine, ma c’è un prezzo da pagare.
Questa è una storia d’amore e di amicizia, struggente e realistica, che vi terrà incollati alle pagine fino alla fine, anche se poi sarete felici dell’epilogo, da un certo punto di vista, ma anche tristi. D’altronde, la vita è davvero così.
“Drifter” di Janine infante Bosco, #1 Nomad series
Stryker
Sono un vagabondo.
Un uomo nato per attraversare questo mondo da solo.
C’è stato un tempo nel quale avevo creduto di essere un salvatore.
Mi ero arruolato nei Marines e quello era stato il mio scopo: avrei salvato vite.
Sarei diventato un vero eroe americano.
Ma Dio aveva un altro piano. O forse lo aveva Satana.
Perché ogni cosa che tocco muore.
Non sono un eroe.
Sono niente.
Sono un veterano, un byker, un ex nomade sopravvissuto alla guerra sono per vivere all’inferno.
Adesso faccio parte dei Satan’s Knights di Brooklyn e sto per finire in un altro genere di caos.
Quello che ruota attorno a una bella ragazza dai seducenti occhi verdi. Una donna che ha il potere di mettermi sotto sopra. Una donna che non ha bisogno di qualcuno che la salvi, perché è in grado di farlo da sola.
Fino a quando è cambiato tutto.
Ma un uomo tormentato dalla guerra e dal male, non potrà mai essere il suo eroe.
Gina Spinelli
Forte.Indipendente.Fiera.
Ho lottato per raggiungere queste tre cose.
Ma a volte riuscire in qualcosa può voler dire essere soli.
A volte una ragazza desidera solo di poter essere una ragazza e avere qualcuno che si prenda cura di lei.
Magari anche che la ami. A volte il forte diventa vulnerabile. O peggio, il vincitore diventa la vittima.
A volte perdiamo il controllo o come nel mio caso ti viene strappato via.
Sconfitta. Danneggiata. Tormentata.
Queste sono le tre cose che sono diventata.
Nelle mie ore più buie ammetto la sconfitta.
Nelle mie ore più buie ho bisogno di una persona.
Ho bisogno di lui.
Stryker.
Nota***Contiene situazioni con scene di sesso esplicite, violenza, argomenti sensibili, linguaggio offensivo e per adulti. Raccomandato a lettori con età superiore ai 18 anni.
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“Drifter” è il primo libro della serie MC romance Nomads di Janine Infante Bosco
“Have faith in me.
Have faith in the characters.
Have faith that there is more to the world than ugly.”
Questa è una richiesta, una preghiera con il cuore in mano che l’autrice ha rivolto ai lettori, in una lettera aperta presente all’inizio del libro.
Scrivere questa storia per lei è stata una sfida, ha voluto seguire il suo istinto, accantonando i consigli di chi le diceva di ammorbidire i contenuti della sua storia, edulcorarne alcune scene, o rendere meno crudi alcuni aspetti dei suoi personaggi.
Io la bellezza in Stryker e Gina l’ho trovata, li ho amati, mi hanno fatto provare una varietà infinita di emozioni e – nonostante ci siano stati dei momenti molto tosti nella loro storia, nelle loro vite – pensando a loro, riesco solo a sentire emozioni positive e devo ammettere che Stryker è andato al di là di ogni mia aspettativa.
Stryker è un veterano che è stato congedato con onore dalla guerra in Afghanistan e ha deciso di tornare a far parte del suo MC, i Satan’s Knights. La sua lealtà e il suo attaccamento nei loro confronti non è mai stata in discussione, anche se la guerra e la vita nei Marines lo hanno profondamente cambiato.
È rimasto irrimediabilmente danneggiato da tutto ciò che ha visto ha dovuto fare e per riuscire ad affrontare e gestire i suoi demoni e la PTSD ha bisogno di mantenere le distanze da tutti gli altri.
Una sera, però, per caso incontra Gina, una donna totalmente differente da tutte le altre. Diversa e irresistibile. Gina è spigliata, solare, confidente in se stessa, nelle sue capacità, nella sua intelligenza e anche, perché no, capace di utilizzare la sua fisicità come un’arma.
Il rapporto che si instaura da subito tra Gina e Stryker è speciale: un’attrazione fulminante, a cui si lasciano andare senza false promesse, ma nonostante questo, non riescono ad accontentarsi solo di qualche nottata di sesso rovente.
Devono fare i conti però con il bagaglio che Stryker si porta sulle spalle, ma soprattutto con i problemi e i pericoli delle realtà da cui provengono entrambi. Due realtà che inevitabilmente si trovano a collidere e Gina ne rimane travolta. Chi legge ne rimane travolto con lei.
Si tocca il fondo, devi affrontare “l’ugly” a cui si riferiva l’autrice, assorbirne l’impatto, per poi trovarti di fronte a uno Stryker, alla sua trasformazione, che lo rende eccezionale.
“I’ve got you.”
Una promessa intraducibile nella sua intensità da parte di Stryker. Poche semplici parole che racchiudono una tale forza, che si riesce a sentire anche solo leggendole. E per Gina sono tutto, tutto quello di cui ha bisogno.
È uno dei libri più belli, intensi ed emozionanti che abbia mai letto. Ne è valsa la pena? Ho fatto bene a fidarmi di Janine Infante Bosco, di Stryker e Gina? Sì, sempre.
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