Il 26 ottobre 2017, farà il suo debutto alla regia uno degli scrittori italiani più amati del genere thriller: Donato Carrisi.
Il suo primo lavoro cinematografico porterà sullo schermo uno dei suoi romanzi, “La ragazza nella nebbia”, opera che nasce originariamente come sceneggiatura per poi diventare un romanzo.
Chi non conosce la biografia dello scrittore pugliese si domanderà come può essere avvenuto il passaggio dalla penna alla cinepresa. In realtà Carrisi, nasce prima come sceneggiatore e producer (*intervista esclusiva ANSA), per poi diventare uno scrittore affermato a livello internazionale.
Nel cast del film ci saranno Toni Servillo e Alessio Boni.
«La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole.»
La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente.
Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato.
Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot.
Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico.
Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa».
Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera.
Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience.
Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?
Di Donato Carrisi ho letto il primo romanzo, “Il suggeritore”, Premio Bancarella nel 2009. Dopo averlo letto non sono più riuscita ad aprire un suo libro e non perché questo sia stato brutto, ma esattamente per i motivi opposti. “Il suggeritore” è stata una storia che mi ha tenuta con il fiato sospeso fino all’ultima pagina e che alla fine mi ha lasciata esterrefatta e scioccata.
La scrittura di Carrisi è sorprendente, è in grado di condurti dentro la storia, facendotene diventare partecipe: il lettore vive nelle pagine del libro per quanto è coinvolgente.
Sarà interessante vedere se, in questo caso, il lavoro sulla pellicola sarà all’altezza di quello sulla carta. I lettori sanno quanto è difficile rendere cinematograficamente un’opera letteraria. Mi aspetto un film intenso, vibrante e adrenalinico. Staremo a vedere.
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