Si è conclusa ieri a Roma, nella celebre casa Bellonci, la prima votazione che ha determinato la cinquina in gara per il Premio Strega 2017.
Considerato il più prestigioso premio letterario italiano, il riconoscimento viene assegnato a uno dei libri editi l’anno precedente, rispetto all’edizione del concorso, a cui si aggiungono i testi segnalati fino al 31 marzo dell’anno in corso.
Storicamente lo Strega ebbe il merito di riaprire la stagione culturale dopo il ventennio fascista e l’esperienza dolorosa della guerra.
L’Italia era un Paese ammaccato, incerta la sua posizione politica nei confronti delle altre potenze e il Premio, ideato da Maria Bellonci con il sostegno di Guido Alberti, proprietario del marchio Liquore Strega, rappresentava il primo tentativo del dopoguerra di riunire gli intellettuali e, in generale, gli uomini di cultura attorno a un salotto letterario che ristabilisse la libertà di espressione.
Ennio Flaiano con “Tempo di uccidere” fu il primo scrittore a ricevere il premio, nel 1947; l’ultimo è stato Edoardo Albinati con “La scuola cattolica” nel 2016.
Nell’albo si ricordano capolavori come “La bella estate” di Pavese, “L’isola di Arturo” della Morante, “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e poi “Il nome della rosa” di Umberto Eco, e ancora “Non ti muovere” della Mazzantini e “La solitudine dei numeri primi” di Giordano.
Ogni tentativo di accennare a qualcuno di questi testi farebbe torto agli altri non citati. È una sfida persa a priori, poiché si tratta di pagine della nostra tradizione, molte della quali troveranno una giusta collocazione tra venti o anche trenta anni, perché è difficile scrivere sulla contemporaneità e ancora più difficile è leggerne. Mi viene in mente, tra tutti, “La ferocia” di Lagioia che, nel 2015, ha sbaragliato gli altri finalisti, vincendo con un netto scarto, eppure il riscontro dei lettori non è stato unanime.
Come si arriva a decretare la rosa dei finalisti?
Il meccanismo è complesso.
Tra i giurati, chiamati Amici della domenica, ci sono esponenti a vario titolo del mondo culturale, tra cui gli ex-vincitori. Occorre la segnalazione di due Amici per portare avanti la candidatura di un determinato libro. E poi iniziano le selezioni che restringono la lista dei nominativi fino ad arrivare alla cinquina, notoriamente designata a giugno.
Ecco, dunque, i romanzi in concorso per il Premio Strega 2017:
- Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi) con 281 voti
- Teresa Ciabatti, La più amata(Mondadori) con 177 voti
- Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) con 175 voti
- Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) con 160 voti
- Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) con 158 voti
Qualche considerazione in merito: non c’è uno scarto netto come successe con “La ferocia” nel 2015, tutto può essere ribaltato nella seconda e ultima votazione che avverrà il 6 luglio prossimo, a Roma, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e sarà trasmessa in diretta su Rai Tre.
Il romanzo dato per favorito fino al mese scorso, “La più amata” di Teresa Ciabatti, ha perso terreno con “Le otto montagne” del trentanovenne Paolo Cognetti che, in questi giorni, ha già ricevuto il Premio Strega Giovani: sarà interessante seguire lo sviluppo.
A cura di:
Commenti
Nessun commento ancora.