Il viaggio di due anime che si amano da sempre e che combattono per incontrarsi, una favola metropolitana dalle atmosfere parigine. Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di Storia dell’arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci. Con una immediata complicità, dal Point Zéro inizia la loro passeggiata attraverso la Ville Lumière. I due parlano di ciò di cui è fatta la vita: arte, fato, desideri, morte. Ma soprattutto d’amore. A un passo dall’alba, la ragazza svela a Guillaume il suo segreto…
“Dal tramonto all’alba, una volta ogni dieci anni.” Puntò un dito davanti allo specchio. “Tu la chiami giovinezza eterna, io eterna solitudine.”
Quanto può durare una vita? Quanto puoi decidere, tu, della tua? Quali sono le cose realmente importanti che ti permettono di vivere felicemente anche se la tua vita durasse solo pochi attimi? Be’, sei libero di pensare o credere quello che vuoi, ma alla fine c’è solo una cosa che verrà a bussare alla tua porta, portando con sé la risposta giusta: l’amore. Se si è fortunati, ovviamente.
Elle e Guillaume questa fortuna l’hanno avuta, più o meno.
Guillaume è uno studente di storia dell’arte, da sempre innamorato dei suoi carboncini che porta sempre con sé, in caso senta il bisogno di immortalare qualcosa o qualcuno. Le notti di Guillaume sono popolate da sogni pieni di immagini, di suoni e di ricordi vissuti in un’altra vita, in un’altra epoca. Il suo sogno proibito però è un quadro: la “Belle Ferronière” di Leonardo da Vinci. Ogni giorno si reca al Louvre per contemplarlo, ci parla e spera: spera che, un giorno, il destino gli ponga quella donna davanti, in carne e ossa. Ed è così che una notte, mentre passeggia per le vie di Parigi, vede una donna, assorta nei suoi pensieri, sola e alla disperata ricerca di un’anima che si leghi a lei senza avere nulla in cambio. Lui la vede e la sente, anche se entrambi sono distanti l’una dall’altro; e anche la donna – Elle, scopriremo chiamarsi – quasi rispondendo a un richiamo della sua anima, si gira e incontra lo sguardo di Guillaume. I due si riconoscono pur non conoscendosi. Un colpo di fulmine? Oh, sì, un colpo di fulmine tra anime gemelle.
“Si comportavano come se avessero vissuto mille vite insieme da qualche parte nel tempo, ma nessuno dei due ne conservasse la memoria.”
Ma chi è quella ragazza che sembra essere spuntata fuori direttamente dal quadro, tanto ammirato da Guillaume?
Possibile che sia lei? Possibile che quelle stelle che lui invocava durante tutte le notti di San Lorenzo, affinché potesse esprimere un desiderio, l’abbiano ascoltato? O è solo un sogno?
“Lei era un enigma, l’ombra di un desiderio. Come tutti respirava a pieni polmoni l’aria frizzante, ma il suo cuore batteva a ritmo di un segreto inconfessabile, di cui solo gli astri erano complici.”
Tutto avviene in una notte. Una notte che vale una vita e poi, così come è arrivata , Lei gli viene portata via da quel male che c’è nel mondo, che lo rende capace anche di distruggere ogni cosa. E ci ritroviamo davanti alla scelta più difficile per loro, ma l’amore trionfa su tutto, e se è vero che sono anime legate dal tempo, il tempo non li spaventerà.
Immanuel Kant dice che “la vista del cielo stellato in una notte serena, dona una specie di godimento che solo anime nobili provano. Nell’universale silenzio della natura e nella pace dei sensi, il segreto potere conoscitivo dello spirito immortale parla una lingua ineffabile e trasmette concetti inarticolati che si sentono e che non si possono descrivere.” Credetemi, Giorgia Penzo, con “Ritratto di Dama”, ha dato vita e forma al pensiero del filosofo. Davvero.
È un romanzo, questo, che, seppur ambientato ai giorni nostri, potrebbe essere stato scritto in un’altra epoca e di quell’altra epoca racconta l’amore.
Racconta di una Parigi che agli occhi del lettore si presenta vivida nella mente e, durante la lettura, vi capiterà spesso di essere proprio nei luoghi esatti in cui si svolgono le vicende dei protagonisti. Le accurate descrizioni delle strade, dei monumenti e delle leggende, nonché della cultura che appartengono alla città, sono sinonimo di grande ricerca da parte dell’autrice. Scritto in maniera eccellente ed estremamente dolce, questo romanzo è una favola di altri tempi.
“Ritratto di Dama” è un libro per sognatori, ma anche per chi vive di razionalità. Un piccolo rifugio per chi crede nel sentimento più importante e anche per chi, invece, non ci crede.
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