Quando un tragico incidente lo richiama a Magnolia Springs, August aggiunge i suoi genitori all’elenco di ciò che ha perso negli ultimi anni, oltre al suo cane di rilevamento IED e alla sua gamba sinistra.
In qualità di tutore della sorella di quattro anni, August deve fare affidamento sul suo addestramento nel Corpo dei Marine per crescere un piccolo essere umano, cocciuto quanto lui. Diventare un militare, però, non l’ha mai preparato a questo, né a Olivia Anders, una donna che non si ferma davanti a nulla per raggiungere i suoi obiettivi.
Come proprietaria di Zampe per la Causa, Olivia è abituata agli uomini e alle donne che ritornano distrutti dalla guerra. Ed è abituata anche ai cani problematici. La sua missione, infatti, è quella di accoppiare cani ed esseri umani per arricchire entrambe le loro vite. Tuttavia, Olivia capisce sin da subito che, con August Cotton, ci vorranno tanto tempo e tante energie.
L’ultima cosa che August vuole è che un’invadente donna del Sud s’infili nel suo letto e nella casa dei suoi genitori, costringendolo ad affrontare i fantasmi del suo passato. Per sua sfortuna, questo è proprio ciò che Olivia intende fare.
August e Olivia si completano a vicenda, eppure non sopportano nemmeno di trovarsi nella stessa stanza.
Potrà Olivia scalfire la corazza di questo Marine e mostrare al suo cuore la via del ritorno a casa?
«Tutto mi ricorda la guerra.»
Dopo aver amato moltissimo, e consigliato a mezzo mondo, “Verso il frastuono del caos” (non l’avete letto? FATELO!) sono stata felicissima di tornare a leggere dei Marine, dei cani da assistenza e del progetto che li coinvolge.
Stavolta conosciamo meglio Olivia, che abbiamo già incontrato nel libro precedente e il suo progetto Zampe per la Causa. Olivia è decisa a fare del suo meglio per aiutare i reduci, è brava nel suo lavoro e lo sa.
E anche se ci viene presentata con meraviglioso tocco ironico, che la fa quasi sembrare superficiale, è sicuramente una donna forte, ma che nasconde profonde ferite forse non del tutto guarite.
«Perché quello che faccio salva delle vite. Perché troppi uomini e donne di valore che hanno combattuto per il nostro Paese vengono dimenticati, quando tornano a casa. Perché le ferite che hanno dentro possono essere molto più difficili da guarire di quelle della carne. Ecco perché lo faccio.»
E August… August è l’ex Marine che non accetta la sua situazione, che non si perdona per quello che è successo in guerra, che ritiene di non meritare l’amore. Ha perso ben più di una gamba. Brusco, all’apparenza insensibile, e solitario (ma bellissimo), l’unica cosa che sembra impedirgli di abbandonarsi completamente è il doversi occupare della sorella Bettina.
È per questo che non l’ho baciata, perché ogni uomo capace di ferire una donna nel modo in cui l’ho ferita io non ha il diritto di mettere la bocca sulle labbra di lei.
Ma attraverso la scorza dura di quell’uomo ferito, Olivia vede la persona che c’è sotto. E, non solo per il suo lavoro, decide che farà qualunque cosa per aiutarlo. Complice anche la fortissima attrazione? Forse…
Ma no, non è che l’amore risolve tutto, non è questo il solo percorso che devono fare insieme. August potrà accettare l’amore di Olivia solo quando avrà perdonato se stesso. Ma non è l’unico.
Carmen Jenner affronta le tematiche dei reduci e della sindrome da stress post traumatico con grande attenzione e sensibilità. Le fa arrivare al lettore chiare e forti, travolgendolo a volte con gli stessi incubi dei protagonisti, ma non eccede mai. La sofferenza non è mai fine a se stessa, ma è un mezzo per comprendere i personaggi, uno spunto di riflessione e, non secondariamente, di denuncia.
Amo la Jenner. Amo i suoi personaggi, amo la leggiadra armonia di ironia e profondità, senza che nessuno dei due aspetti schiacci l’altro, senza che l’ironia tolga valore ai conflitti, ai problemi da risolvere. Amo la tensione sensuale che percorre tutto il romanzo, nell’attrazione tra i protagonisti, tra le loro anime smarrite, condita anche qui da un’ironia che rende tutto più vivido, più vero, perché Olivia e August sono personaggi a tutto tondo, sfaccettati.
L’unica cosa che ho raccontato a Ellie, in merito ad August Cotton, è che è un Marine, accomodante quanto una panchina di un parco durante un tornado, e testardo come un maledetto mulo.
August e Olivia sono circondati da personaggi secondari perfetti, da Bettina al veterinario Jude, dalle signore bene della città, che si odiano in un secondo, allo sceriffo fuori dalle righe, ai due ragazzini teppisti che non sono solo quello… Personaggi che ci mostrano tutti i lati di una piccola cittadina, dai pregiudizi, specialmente nell’accettare il nuovo, alla generosità. Magnolia Springs è tutti noi, in fondo, quando non siamo in grado di accettare che i soldati che tornano dalla guerra non siano più come prima. E addirittura preferiremmo non vederli, poterli dimenticare. Carmen Jenner riesce a rappresentare in modo mirabile la natura umana, anche con solo poche battute di dialogo, e riesce pure a farti affezionare agli animali (non solo cani). Una scena in particolare, con un cane, è di una struggente bellezza, con due anime perse che si ritrovano, che rinascono una nell’altra.
In questo libro si soffre. Si soffre tanto. I mostri presenti e passati, che vivono a fianco dei personaggi, straziano. E ognuno dei personaggi, non solo i protagonisti, ha i suoi demoni contro cui combattere. Ma si sorride anche, si ama e si odia. Si spera e si lotta con loro. E forse in tutto ciò qualcosa rimane dentro chi legge, una consapevolezza in più, un piccolo passo in più per andare oltre le apparenze e vedere oltre la facciata delle persone. E ovviamente non si può non innamorarsi di August e Olivia.
Lo devo dire “Leggetelo!” o avete capito da soli?
La guerra non finisce quando un Marine torna a casa, sul suolo degli Stati Uniti. Per alcuni, il ritorno è solo l’inizio.
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