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Tenleigh Falyn lotta ogni giorno per la sopravvivenza, nella povera cittadina di provincia in cui vive insieme alla sorella e alla madre malata. Il suo sogno è quello di vincere una borsa di studio assegnata dall’impresa locale al migliore studente. Per Tenleigh significherebbe sfuggire alla miseria e lasciarsi la sofferenza alle spalle.
Anche Kyland Barrett vive tra le colline e si impegna duramente, nonostante la fame, la solitudine e tutte le difficoltà, per accedere alla borsa di studio.
Sono entrambi determinati e non hanno alcuna intenzione di complicare le cose affezionandosi l’una all’altro, ma un momento di intesa è destinato a cambiare tutto. Che cosa succederà quando solo uno di loro avrà la possibilità di andarsene? Troverà il coraggio di voltare le spalle al proprio cuore?
A volte è più facile mettere nero su bianco le sensazioni provate nella lettura di un libro che non ci piace o non ci entusiasma, che di uno che invece ti lascia completamente appagata. Nel primo caso è semplice trovare il cavillo, l’elemento disturbante, l’assenza totale di empatia, ma, quando invece ti senti soddisfatta, leggera e colma di sensazioni positive, devi prenderti del tempo per poterle esternare, questo è il mio caso e con Mia Sheridan è così. Se dovessi trovare un comune denominatore per definire i suoi libri e spiegare a tutti perché li adoro, direi senza dubbio l’intensità!
Per ognuno dei libri letti, partendo dal più famoso “Archer’s voice” (“Dimmi che sarai qui” titolo italiano) e passando per i due volumi di “Leo’s chance” (“Se non torni sto male” – “Torno sempre da te” i titoli nostrani) mi sono ritrovata a sospirare, a provare sulla pelle le sensazioni dei protagonisti e a farle mie proprio perché intensi, pregni di emozioni.
Ma passiamo a “Kyland” o, come è stato ribattezzato dalla NC, “Torna da me per sempre” (e forse il titolo, se pure io preferisca di gran lunga “Kyland”, stavolta ha il suo senso).
L’autrice ci fa dono di uno young adult, ma non uno di quelli a cui siamo abituate, con le paturnie tipiche dell’età e i piccoli problemi che diventano montagne, no! Questa storia è dura, Tenleigh e Ky, poco più che ragazzini si ritrovano a vivere in un ambiente degradato e ostile, fra stenti e tragedie di ogni tipo. Unico appiglio, o meglio unica speranza per poter risalire il baratro a cui sono destinati è dato da una borsa di studio che uno dei due potrebbe vincere e lasciare per sempre i Monti Appalachi e le difficoltà di vivere in questa zona del Kentucky.
I due protagonisti sono due sopravvissuti, due lottatori che cercano di galleggiare in un mare di fatiche, due ragazzi che non sanno cosa sia il calore di una casa, di una famiglia, che non hanno alcuna delle comodità alle quali ormai tutti siamo talmente abituati da darle per scontate quasi come respirare.
Hanno, come vi dicevo, lo stesso obiettivo: vincere la borsa di studio per un qualunque college, e lasciare una vita che li ha già provati davvero tanto, e per farlo entrambi hanno deciso di rinunciare ai legami.
Vogliono andarsene senza avere nulla da rimpiangere, lasciare le montagne e non doversi più guardare indietro…
Il problema è che solo uno sarà vincitore di questo premio accademico, solo uno di loro due potrà vedere realizzate le fatiche di una vita di rinunce.
«Immagino tu voglia conoscere la mia storia», chiese per un attimo. «Come?», domandai, tornando alla realtà. «No, non voglio conoscere la tua storia. Te l’ho detto…». «Già, non vuoi dover portare con te un mucchio di informazioni inutili quando te ne andrai, ma, sai, la mia storia è particolarmente interessante».
Una delle variabili della vita è che spesso non ti accorgi di avere un tesoro vicino, e nella migliore delle ipotesi te ne rendi conto prima che sia troppo tardi, nella peggiore lo scopri nel momento meno adatto.
Un passo alla volta, proprio come due animali che si stanno studiando, si avvicinano, si annusano, si piacciono e quando la passione scoppia, è difficile tenerla a freno, trovarsi ad aggiungere un nuovo nemico contro il quale dover lottare non è facile.
«Dovresti dirmi di andarmene, Tenleigh. E dirlo come se ne fossi convinta. Dimmi di andarmene, perché non credo di riuscire a farlo di mia volontà».
E come due potenti calamite Tenleight e Kyland, finiscono per attrarsi, perché:
“Baciarla significava superare il confine della sanità mentale. Come essere ubriachi. Era una sensazione così intensa che riuscivo a malapena a descriverla. I miei baci non erano dolci, ma selvaggi e invadenti. Un desiderio, fuso e intenso, mi pulsava attraverso le vene.”
Ho letto romanzi nei quali mi sono fatta coinvolgere una parola alla volta, piano piano, non è questo il caso, qui mi sono sentita arrivare in faccia tutte le emozioni di questi ragazzi: la rabbia, la paura, la stanchezza che ormai per loro era normale amministrazione, mi hanno lasciata devastata.
Viviamo in un modo esterofilo, soprattutto che insegue il sogno americano, che vede negli Stati Uniti d’America la speranza di un futuro migliore, dove tutto è magia e luccica. La Sheridan non ci illude, ci mostra un lato dell’America che gli stessi americani forse dimenticano e vogliono nascondere sotto un tappeto, proprio come la polvere. E proprio in questa polvere lei è riuscita a creare una favola, proprio come i fiori che nascono nelle distese di pattume.
“Un giorno, quando vivrò i miei sogni, ripenserò con gratitudine a tutto ciò che mi ha spezzato il cuore. Sapevo di doverlo fare. Perché mi ero sbagliato. Era cambiato tutto.”
Ed è proprio questo il nocciolo della questione, aggrapparsi con le unghie e con i denti alla speranza, lottare e non smettere mai di farlo. Perché a volte i sogni si realizzano, e magari non ci rendiamo nemmeno conto di cosa siamo disposti a sacrificare per realizzarli. Ci sono sogni che valgono la fatica, le rinunce e il sacrificio, a tal punto da vivere una vita sicuramente infelice.
Un omaggio alle cose semplici, ai valori importanti, ai sentimenti e alla fiducia che si ripone nel futuro, un futuro, del quale siamo gli unici fautori, nel bene e nel male, ma che merita tutta la fatica solo per essere poi vissuto.
Tenleight e Kyland, non mi sono solo innamorata di voi, vi ho sentiti, vi ho vissuti e vi sono grata per la speranza che mi avete regalato e alla quale non smetterò mai di aggrapparmi!
“Le dimensioni di casa tua, della tua auto, del tuo portafoglio non c’entrano nulla con le dimensioni della tua vita.”
P.S.: Ho volutamente deciso di non soffermarmi su sviste, refusi e copertina assolutamente inadatta, premiando la storia, perché mi auguro che in cambio la Newton Compton editori ci sorprenderà, portando i libreria in brevissimi tempi tutti i romanzi di questa serie non ancora tradotti.
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