Rochelle ha diciassette anni, è bella, popolare, brillante. È circondata di amici, ma non è mai stata baciata. Non ha mai avuto un fidanzato, solo cotte per tipi sbagliati, bad boy di cui le era impossibile innamorarsi davvero. E Noah non fa eccezione. Anche lui è inaffidabile, tenebroso, irritante. E con le ragazze vuole solo divertirsi. Rochelle non ha alcuna intenzione di cedere al suo irresistibile fascino. Perché di una cosa è certa, Noah non è quello giusto. Glielo ripete di continuo anche Lee, il suo migliore amico, l’unica persona a cui Rochelle non potrebbe mai rinunciare. Ma il fatto che Lee sia il fratello di Noah complica ogni cosa. Soprattutto quando Lee scopre un segreto, un segreto inconfessabile che non può, o forse non vuole, condividere con Rochelle. Dalla penna di un’autrice giovanissima, il nuovo fenomeno letterario nato da Wattpad, vincitore del premio Watty. Un esordio sorprendente, una storia d’amore che si divora compulsivamente, come un film.
“Non saresti in questo pasticcio se non avessi allestito una stupida kissing booth.”
Rochelle (Elle) Evans e Lee Flynn sono nati nello stesso giorno e alla stessa ora; da quel momento non si sono più lasciati diventando l’uno la metà dell’altra. Quel che si dice “migliori amici dalla nascita”.
Lui inizia una frase, lei la finisce; lui compra una maglietta di una colore, lei compra la stessa maglietta di un colore diverso; lei è femmina e ama lo shopping, lui la segue e le consiglia cosa comprare; si vogliono bene, un bene fraterno e indissolubile, fin quando non entra in gioco Noah Flynn, alias fratello super figo/bad boys di Lee.
Elle ha una cotta fin da bambina per quel ragazzo: intelligente, gioca a football e viene coinvolto sempre in risse di ogni genere. Senza considerare che è anche un playboy e un oggetto del desiderio da parte di tre quarti della popolazione femminile presenti nella scuola.
Ed è proprio in quella scuola che, per la festa di fine anno, Elle e Lee decidono di organizzare una kissing booth, ovvero uno stand di baci. Tipica attrazione americana in cui ragazzi e ragazze si mettono in fila e pagano un biglietto per dare un bacio a persone inarrivabili.
Elle non ha intenzione di parteciparvi, crede ancora di essere una ragazzina che non interessa al genere maschile. Così, in realtà, non è. Se fino a quel momento non ha mai ricevuto una richiesta di appuntamento è solamente colpa di Noah, che promette a tutti quelli che avrebbero intenzione di farlo, tante occhiatacce con risse annesse.
Perché lo fa? Semplice: per proteggerla – certo come no – da quei ragazzi che, secondo lui, altro non vogliono che portarsela a letto.
“Sono un’adulta e sono in grado di badare a me stessa. Non c’è bisogno che tu sia così… così… ossessivo, sempre! Rilassati.” “Non sono ossessivo!” “E invece sì!” urali a mia volta, mettendomi a sedere. “Metterò quello che mi pare alla festa. Non puoi dirmi chi devo frequentare, come devo vestirmi o con chi posso parlare!” “Voglio solo impedire che tu soffra!” Gridò. “Non soffrirò! Non sono tutti degli idioti come…” “Come me?” mi interruppe. “Sì, esatto. Come te!”
Elle è una tipetta che non si fa mettere i piedi in testa, prende posizione e non si lascia influenzare dai pensieri altrui.
Il giorno tanto atteso è arrivato e la kissing booth è pronta. Un imprevisto costringe Elle a salire sul palco e diventare così l’oggetto dei desideri. Noah è in fila. O, meglio, salta la fila. Per dare a Elle quel bacio che desiderava.
Davanti agli occhi di tutti. Davanti agli occhi di Lee.
Quest’ultimo non accetta il fatto che Rochelle e suo fratello possano avere una relazione: primo perché non lo considera un elemento adatto a lei, e secondo perché non ha intenzione di rovinare quell’equilibrio che potrebbe rompersi in caso le cose non finissero bene. Ma si sa, l’amore è l’amore e difficilmente gli si può resistere. Nonostante tutti i buoni propositi, Elle e Noah decidono di frequentarsi di nascosto da tutti.
È una storia dolce la loro, una storia che li cambia profondamente.
Noah sta bene con lei, lo fa sentire amato e il suo essere un “violento patologico” – così lo descrive lei – piano piano si attenua; Elle è felice anche se lo “spettro” del suo migliore amico è sempre presente.
Come prosegue la storia è abbastanza semplice da intuire: gli equilibri andranno a farsi friggere e la loro vita verrà stravolta.
Faccio una premessa: io amo gli Young Adult, amo le farfalle nello stomaco, le prime, quelle dolci che ti fanno battere forte il cuore, le prime emozioni, i primi baci, la prima volta… un po’ come se tornassi indietro nel tempo e le rivivessi in prima persona. Insomma: adoro.
Questo, però, è il primo (la mia prima volta!) romance in tutto e per tutto. Non so dirvi, quindi, quanto la storia possa essere originale oppure ricca di cliché. Potrei trarre conclusioni sui commenti altrui, ma non voglio farlo. Perciò prendete con le pinze ciò che sto per dirvi.
Mi è piaciuto, tanto, l’ho divorato, e apprezzato la kissing booth anche perché avrei sempre desiderato farla! C’è un però: prima di leggere il libro, ho visto la sua trasposizione cinematografica. Pessimo, pessimo errore. Solitamente i romanzi sono più belli, più emozionanti rispetto a delle immagini che ti scorrono davanti agli occhi. Messe lì così, senza dover metterci del tuo per potere entrare completamente nella storia.
Invece, l’ho trovato migliore. Tutto dovrebbe basarsi sulla questione del migliore amico che si sente tradito, un rapporto viscerale che nel libro non ho ritrovato. Secondo me ha dato più importanza alla relazione tra Elle e Noah. Non so se sia voluto oppure se si sia perso, fatto sta che la trama è stata più intrigante nel film.
Una scrittura giovane, con tratti tipici della categoria cui appartiene e proprio per questo voglio lasciarvi con una citazione che dedico in particolar modo una persona a cui ho pensato durante tutta la lettura:
“Un pensiero, però, mi tormentava: le stupide prese in giro di mio fratello che insinuava mi fossi… innamorata di Noah. Era impossibile. Insomma, avevo sempre saputo che le cose tra noi non erano serie o ufficiali. Almeno fino alla sera prima. E comunque non potevo… non ne ero mica… giusto?”
Io. Adoro.
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