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Anche se sta perdendo la vista, Trinity Marrow, diciotto anni, può vedere fantasmi e spiriti e comunicare con loro. Il suo è un dono raro, parte di un segreto così pericoloso da costringerla a vivere nascosta in un complesso residenziale isolato e circondato da mura, guardata a vista dai Guardiani, gargoyle mutaforma incaricati di proteggere l’umanità dai demoni. E anche lei. Perché se le creature degli Inferi scoprissero la verità sul suo conto la divorerebbero, carne e ossa, per accrescere il loro potere. Quando i Guardiani di un altro clan si presentano a casa sua con l’inquietante notizia che nel mondo reale c’è qualcuno che uccide sia i demoni sia i gargoyle, di colpo il mondo che Trinity ha sempre considerato sicuro implode. E a complicare le cose c’è il fatto che uno degli stranieri giunti in visita, il biondo Zayne, è la persona più indisponente e affascinante che lei abbia mai conosciuto. Anche lui custodisce dei segreti che potrebbero sconvolgerle la vita… ma quando i demoni penetrano nella residenza del clan e la vera natura di Trinity viene svelata, collaborare diventa l’unica alternativa possibile. Per salvare la sua famiglia e forse addirittura il mondo intero, Trinity dovrà imparare affidarsi di Zayne… cosa niente affatto facile nel bel mezzo di una guerra tra potenze soprannaturali. Primo capitolo di una saga.
Vi ricordate la serie “Dark Elements” della scintillante Jennifer L. Armentrout? “Caldo come il fuoco”, “Freddo come la pietra”, e “Lieve come un respiro”. Suvvia, anche se è passato un po’, è impossibile dimenticare la protagonista Layla, mezza guardiana e mezza demone, che all’inizio del primo libro aveva una cotta bella potente per Zayne, il figlio del capo dei Guardiani con cui era cresciuta, ma poi conosce Astaroth, per gli amici Roth, un demone d’alto rango, uno di quelli cazzutissimi che siedono alla destra del Boss degli Inferi, e sbam!… ciaone Zayne. Una bella trilogia fantasy sapientemente costruita e con una buona dose di romanticismo ben piazzato, portata in Italia dalla HarperCollins che quest’anno ci propone anche la serie spin-off “The Harbinger”, il cui primo libro s’intitola “Tempesta e furia” e nel nostro Paese è uscito lo scorso febbraio (il secondo, titolo inglese “Rage and Ruin”, è in pre-order in lingua originale).
Fino a una decina d’anni prima, le statue gargoyle dall’aspetto animalesco appollaiate sui tetti di chiese ed edifici di tutto il mondo erano considerate soltanto meraviglie architettoniche, ma poi i Guardiani erano usciti dall’ombra, rivelando al mondo che molte di quelle statue in realtà erano creature viventi. Dopo un primo periodo di shock, la gente capì che i Guardiani erano solo un’altra specie e cominciò ad accettarli. Be’, quantomeno lo fece la maggior parte degli umani. C’erano fanatici come i membri della Chiesa dei Figli di Dio che credevano che i Guardiani fossero un segno della fine del mondo o qualche altra cretinata del genere. Ma la maggior parte della gente non aveva problemi con loro, i quali per altro, pur aiutando le forze dell’ordine se vedevano un umano che commetteva un crimine, miravano a nemici ben più pericolosi. Ovvero i demoni.
Inizia praticamente così “Tempesta e furia”, un ripassino veloce del mondo parallelo creato dalla Armentrout, questa volta la protagonista si chiama Trinity (ed è subito Matrix, bon mi sono già presa benissimo). Trinity, per gli amici Trin, ha diciotto anni, non è del tutto umana perché dei suoi genitori solo sua madre lo era, può vedere i fantasmi e gli spiriti, è forte e ben addestrata, e le sue capacità devono rimanere nascoste, anche ai Guardiani. Pochissimi conoscono la verità. Trin però non è perfetta, anzi, dalla madre ha ereditato una malattia degenerativa agli occhi, quindi la sua vista si sta lentamente assottigliando. Inoltre, Trin è legata da un vincolo speciale a Misha, un guardiano, il suo migliore amico, ma soprattutto il suo Difensore (un ruolo importante, che scopriremo leggendo). Se lei muore, muore anche lui. Se muore Misha, lei dovrà semplicemente trovarsi un altro Difensore. Un po’ impari come cosa, soprattutto più facile a dirsi che a farsi… L’azione entra nel vivo quasi subito e il super clan dei Guardiani della sede regionale delle Potomac Highlands, dove vive Trinity, accoglie la visita di alcuni delegati del clan di Washington. Qui fa il suo ingresso Zayne, tornando agli onori della cronaca (personaggio da rivalutare, credetemi… eh sì, nella serie Dark Elements era rimasto a bocca asciutta, però diciamolo, competere con Roth è come per un mortale buttarsi dalla cima dell’Everest senza paracadute e sperare di non graffiarsi nemmeno un mignolo), e inizia la storia vera e propria. Prima di tutto tengo a evidenziare che la Armentrout conferma di possedere una scrittura carica di ironia e battute sagaci, spesso i dialoghi tra i protagonisti sono non solo divertenti ma esilaranti. Autrice grandiosa anche nella descrizione delle scene, siano queste di lotta o di ambientazione. Grazie alla sua abile creatività, immaginare ciò che è raccontato come si stesse guardando un film, invece di leggere un libro, è assai facile, basta un po’ d’immedesimazione e quel pizzico di distacco dalla realtà quotidiana che è insito in ogni lettore.
La trama è densa di azione, ed è un crescendo che impedisce di staccarti dalle pagine. Zayne, il Guardiano che ha perso una parte di anima, ritrova la sua gloria, non puoi non adorarlo in questa versione più matura, mentre Trinity è una protagonista femminile tosta, spassosa e arguta. Trascina con sé un segreto legato alla natura del padre, qualcosa che la rende unica, ma anche pericolosa, sia per i demoni, sia per i Guardiani. La chimica tra i due protagonisti regala scintille, ma come sempre madama Armentrout è regina nel donarti un assaggio del più stuzzicante dolce della passione per poi strapparti la torta dalle mani. Adoro la tensione creata da una potente attrazione fisica e che rimane sospesa nell’aria, fluttuando tra alti e bassi. Anche i personaggi secondari sono di tutto rispetto (cavolo, pure io mi merito un compagno di stanza come l’irriverente fantasma Peanut). Insomma, da quando Zayne fa il suo ingresso alla villa del clan di Trinity, ne succedono di tutti i colori (quanto è carica l’immaginazione della Armentrout?), finché un attacco improvviso e un rapimento da parte di un demone d’alto rango li costringe a tornare insieme a Washington per cercare di rimettere a posto le cose. Ed è qui che il romanzo non solo prende il volo, ma decolla come un missile terra-aria. Avete amato Astaroth, Principe degli Inferi dai tratti scolpiti, i capelli corvini e gli occhi d’ambra? Allora miei cari, non potete non leggere anche questo nuovo capitolo della serie spin-off, e non aggiungo altro, altrimenti vi rovino le sorprese, che non sono poche.
Ancora una volta il confine tra il bene e il male non è così netto, e credetemi, la zona grigia è la più gustosa. Non vedo l’ora di avere tra le mani il secondo volume di questa nuova serie perché sono parecchie le cose da scoprire in una trama ben congeniata che fila alla perfezione, sparge indizi preziosi, lascia delle ombre nei punti giusti, e conferma la maturità raggiunta dalla Armentrout, oggi una delle mie autrici preferite.
Un piccolo consiglio: questo romanzo può essere letto anche da chi non ha sfogliato la serie precedente, ma per goderne appieno, sarebbe buona cosa divorare prima la “Dark Elements”, ne vale davvero la pena.
Buona lettura, vivamente consigliata a chi ama il genere e a chi desidera passare qualche ora tra il Paradiso e l’Inferno, non per forza in quest’ordine 😉
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