Lulu ha perso tutto… sospesa.
Colpevole?
Innocente?
Parigi, romantica e crudele, fa da cornice a una grande storia d’amore.
Ma Gerard non è l’uomo che Lulu conosceva: sguardo d’acciaio e, dentro, un fuoco che brucia di rancore. Lui è crudele, distante, inaccessibile. La sua è la lotta di un uomo che rinnega la vita.
Colpe da espiare, distanze che fanno male, anime trasfigurate e poi… la carne, che rivendica il proprio ruolo, parla una lingua atavica fatta di passione e la ragione cede a desideri torbidi ed eccessi.
È la battaglia di una donna che rivuole la propria esistenza, una donna determinata, ferita. Pronta a tutto, anche alla vendetta, disperata e dolce come l’amore.
Avevo già letto qualcosa di questa autrice e l’avevo apprezzata, ma questo romanzo è molto diverso. Ciò che ho provato leggendolo è stata una gamma di emozioni forti e vive, vere. Adoro quando un libro mi trascina così e mi prende tutto, adoro come è scritto e come ogni personaggio riesce a suscitare sentimenti diversi e molto, molto vividi. L’autrice è stata capace di farmi vivere ogni azione sulla pelle e nella testa, rendendo tutto assolutamente reale.
“«Non permetterò venga portata via loro la madre per una seconda volta. La preferisco morta piuttosto che dar loro l’illusione di riaverla com’era un tempo.» Lulu non capiva, si affannava, sentiva il cuore accelerare i battiti… Un marito, dei figli? Non ricordava, ma una fitta al cuore le portò alla mente il ricordo di tanto amore, un sentimento lontano, qualcosa che non faceva più parte della sua esistenza. Non più…”
Lulu è una donna forte, una leonessa. Ha sopportato tanto, si è ripresa, ha combattuto, ma una volta tornata a casa, è lì che comincia il suo inferno; tuttavia, continuerà a combattere con tutto ciò che ha e tutto l’amore che prova per colui che le rende ogni giorno più difficile. Accanto a sé ha una grande amica, una di quelle che sarebbero disposte a uccidere e a salvarti da qualsiasi cosa, un’altra donna in gamba che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno: Hélène.
“Hélène non la smetteva di farneticare prospettando almeno una decina di metodi, molto dolorosi, con cui uccidere suo marito. L’unico motivo che la fece desistere fu di non riuscire a elaborare un piano che non comportasse la galera. «Potremmo tagliuzzarlo e inciderlo come un origami e poi cospargerlo di sale grosso, soffrirebbe parecchio prima di morire dissanguato, che ne dici?» Lulu rispose con una risata sommessa e scosse il capo, rassegnata. «Hai ragione, troppo blanda come punizione, dovrà pure venirmi in mente qualcosa di più adatto» continuò Hélène, che aveva interpretato la sua risatina come un timido assenso.”
Poi c’è Josette, un personaggio infimo, malato, molto malato. Ha cercato poco alla volta di prendere il posto di Lulu nella sua famiglia e ci è riuscita, e ha anche rischiato di fare male a dei bambini. È un personaggio che ho odiato proprio grazie a lui, un uomo che, sinceramente, avrei preso a cazzotti per buona parte del libro: Gerard.
“«E per te invece, è un male?» «No! È solo difficile.» «Sarebbe stato più semplice affrontare la mia morte?» «Mi dispiace, ma… sì, è così.»”
Gerard è cattivo, spietato, cerca in tutti i modi di allontanare Lulu perché ha sofferto tanto, tantissimo, ma i modi in cui lo fa sono davvero ignobili. In questo uomo, però, ho visto anche tanto amore e anche dolcezza, sentimenti che esprime un pò a modo suo.
“«Sei ancora bellissima, lo sei sempre stata. Persino addormentata in quel letto di morte eri bella da far male. In preda alla follia mi ero persino convinto che prima o poi ti avrei svegliata con un bacio. Come in una fiaba.» Lulu fu commossa da quella confessione, non si trattenne e chiese: «E mi hai baciata tante volte mentre ero lontana da te?» «Infinite volte. Solo che tu non ti svegliavi. Non tornavi da me.»”
Ma c’è un ultimo personaggio che mi ha rapita totalmente, Vincent, un uomo che, forse, ha sofferto più di tutti perché ha perso tutto, e questa circostanza lo porta a essere diretto, senza mezze misure; è anche dolce, affettuoso e non gli importa cosa pensano di lui gli altri. Ha deciso di vivere anche se non ha più l’altra metà di se stesso, però lui c’è e aiuterà i protagonisti a capire e a risolvere i loro problemi, anche se per farlo userà metodi poco convenzionali e molto efficaci.
“«Dev’essere destabilizzante guardare in faccia chi ti appartiene, colui a cui tu appartieni e…sentirlo scivolare via. Vederlo a intermittenza, come fosse la più bella delle decorazioni natalizie, ma…comunque rotta.» Lulu perse un battito davanti a quell’analisi così precisa e crudele. «Dritto come una lama, eh, professore?» osservò Lulu con ammirazione. «L’arte della diplomazia non mi appartiene» rispose Vincent con un sorriso. «C’è da chiedersi se sia un pregio o un difetto» lo provocò Lulu, meravigliandosi della confidenza che stava crescendo velocemente fra loro. «È sicuramente un difetto, essere troppo diretti allontana le persone. Il fatto è che quasi tutti preferiamo una bugia a una scomoda realtà. Ci piace vivere nella menzogna, usarla come protezione, dirigere lo sguardo sulle miserie altrui affinché non vengano scoperte le nostre.» Vincent non parlò con saccenteria, ma con uno sconforto rassegnato e un sorriso cinico fin troppo seducente.”
Consiglio questo libro a chiunque voglia immergersi in una buona lettura e godersi una narrazione capace di suscitare davvero molte emozioni e sentimenti, sia buoni che cattivi. Ma è questo che cerca chi ama leggere, giusto?
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