Come si diventa cacciatori di vampiri nel terzo millennio? Cosa si prova ad avere la meglio su creature tanto potenti? Alastair Crane, folle aristocratico inglese, ce lo racconta attraverso le pagine del suo diario. Ne ha uccisi tanti, nel corso degli anni, e ripercorre con nostalgia quei momenti. Ora, però, è all’opera per portare a compimento il suo progetto più ambizioso: catturare e sottomettere un immortale davvero antico e potente. Chi, se non Raistan Van Hoeck, il nuovo Sommo Maestro del Clan dei Diurni? Cosa è disposto a fare Raistan, pur di liberare la figlia di sangue di Lord Seymour, caduta nelle mani dello spietato assassino di immortali? In una lotta senza esclusione di colpi, il Falco bianco e il cacciatore si sfidano fino al drammatico epilogo finale. Chi vincerà? E a quale prezzo?
Siamo arrivati al sesto volume delle avventure di Raistan Van Hoeck, e mai come stavolta ho avuto paura di non leggere più il suo “Caro lettore”.
Nel nuovo capitolo il nostro vampiro non ha incontrato nemici, questa volta si è dovuto scontrare contro la pazzia, il sadismo, la vera crudeltà. Questa volta non si è trattato di uno scontro ad armi pari, questa volta tutto sembrava volgere al peggio.
Il demone non alberga nei vampiri, il demone in questa storia alberga nell’animo di un uomo che si erge a giudice e carnefice, privo di ogni traccia di umanità. Uomini, vampiri e chiunque, secondo lui, si macchi di un peccato va eliminato e possibilmente alla radice. Se poi prima di uccidere la vittima la si tortura lo si fa per amore della scienza, la sacra scienza, patetica scusa per mascherare la brama di sangue, il godere della sofferenza.
In questo libro Raistan non è l’unica voce narrante, l’autrice per la prima volta ci mette direttamente in contatto con i pensieri di tutti i protagonisti della storie, perché in questo caso vittime e carnefici hanno lo stesso peso.
E mentre l’umano si priva di umanità, il non umano la acquista. Qui Raistan perde molto del suo freddo distacco, si trova a muoversi senza pretendere nulla in cambio, il vampiro lascia spazio a quello che rimane dell’uomo che era.
In ogni suo racconto Raistan ha sempre espresso la sua difficoltà a convivere con l’eternità, ha sempre inconsciamente cercato la Vera morte, ha sofferto nel fisico e nell’animo, è affondato nella palude dell’oblio stanco del vivere. E sempre Stefan, il suo Stefan lo ha riportato a galla. Non è ancora il tuo momento Raistan anche se questa volta, mettendo a repentaglio la tua vita, ci sei andato terribilmente vicino.
Anche i vampiri hanno amici e l’aiuto è davvero inaspettato, diviso tra il passato e il presente.
Una vicenda, questa, vissuta totalmente nell’oggi dove si scopre che anche gli esseri soprannaturali non sono immuni dai pericoli che ci circondano, anzi la loro lunga vita li rende spesso ancora più deboli e disarmati di fronte alla frenesia dei nostri tempi.
Come sempre i personaggi di Lucia escono dalle pagine per la loro complessità, sono tridimensionali, i loro pensieri sono vivi e il confronto tra Raistan e Alastair, prima a distanza poi diretto, è superlativo. Eroe e villani secondo tutte le regole del gioco.
La crescita del personaggio, e dell’autrice, continua di pari passo alla complessità e allo stile, come sempre fluido e avvincente.
Una storia, insomma, che mi ha coinvolto profondamente, tanto da commuovermi e a cui non avrei mai rinunciato.
Voglio ancora seguire il volo del falco bianco, lo aspetto.
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