Nel futuro prossimo, i Krinar governeranno la Terra. Questa razza avanzata proveniente da un’altra galassia è ancora un mistero per noi—e siamo completamente alla loro mercé.
Timida e innocente, Mia Stalis è una studentessa universitaria di New York, che ha condotto una vita normale. Come la maggior parte delle persone, non ha mai interagito con gli invasori—finché un fatidico giorno nel parco non cambia tutto. Avendo attirato l’attenzione di Korum, ora deve fare i conti con un Krinar potente e pericolosamente seducente che vuole possederla e non si fermerà davanti a niente pur di farla sua.
Fino a che punto ti spingeresti per riconquistare la libertà? Quanto sacrificheresti per aiutare la tua gente? Che scelta farai, quando inizierai a innamorarti del tuo nemico?
Dopo aver letto e recensito per voi “La prigioniera dei Krinar”, prequel stand alone della serie di cui “Relazioni Intime” costituisce il volume I, non vedevo l’ora di proseguire con i libri su Korum e Mia per rituffarmi in quel mondo a metà strada fra il fantascientifico e il trash creato dalla Zaires, con l’unica aspettativa di divertirmi, di svagarmi completamente. Vengo subito al sodo, ben sapendo quale sia la domanda a cui chi è interessato a saperne di più desidera trovare risposta: ebbene, ci troviamo di fronte a una storia piacevole, leggera, anche divertente in alcuni punti, infarcita come sempre da tanto sesso; il romanzo è però qualitativamente superiore rispetto al prequel, quanto basta per giudicare più curata l’intera storia, complice anche il fatto che si tratta di una trilogia, e l’autrice ha ora a sua disposizione pagine sufficienti a spiegare meglio taluni aspetti tecnologici e certe caratteristiche dei krinar, fornendo così più tempo al lettore di metabolizzare e adattarsi, in modo da sospendere l’incredulità e godersi meglio il romanzo, senza crolli mandibolari e, come reazione, conseguenti risatine sardoniche (come nel mio caso) o irritazione. Ho trovato più curato anche l’aspetto psicologico dei personaggi, in particolare mi riferisco alla protagonista Mia, dato che questo primo libro è scritto dal suo punto di vista in terza persona. Ciò comporta però che la psicologia del personaggio maschile, Korum, risulta ancora abbastanza nebulosa, dovendolo valutare solo dalle sue interazioni con Mia, ma sono certa che tale impostazione sia voluta dall’autrice per creare la giusta suspense intorno alla forte personalità dell’alieno e alle sue eventuali emozioni. Detto questo, appare evidente che la risposta a “ma la serie migliora?”, sia la seguente: migliora, nella misura in cui non vi aspettate miracoli. Trattasi pur sempre di storiella erotica, ragazze mie, però di quelle ben fatte.
Ma veniamo al romanzo: cinque anni sono passati dall’arrivo dei krinar sulla Terra. Non è stata una invasione cruenta. Essi si sono presentati in maniera pacifica, forti della loro enorme superiorità fisica e tecnologica, chiedendo di risiedere sul pianeta nei Centri da loro scelti. Dopo un primo periodo di sbandamento per i terrestri, le cose sono tornate a una relativa normalità per la stragrande maggioranza della popolazione umana, se non si considerano le ripercussioni psicologiche dovute alla caduta di tante illusioni di natura antropologica e religiosa. Ad esclusione di una piccola minoranza di terrestri che coltivano la speranza di scacciare gli alieni dal pianeta (la Resistenza), le persone continuano a condurre la vita di sempre, anche grazie al fatto che i krinar se ne stanno per i fatti loro nei loro centri isolati, lontani dalle città e dalle zone più popolate della Terra, limitandosi a imporre nuove norme ecologistiche in materia alimentare, al fine di salvaguardare il destino del pianeta che ora condividono. I K vengono visti dagli umani con timore e sospetto, la tipica reazione nei confronti del “diverso”, aggravata dalle informazioni che circolano sulla loro forza e indole, e sull’elevato grado di tecnologia di cui dispongono, ma vengono anche osservati con una sorta di morbosa curiosità. E qui va un plauso alla Zaires per aver reso il tutto in maniera molto credibile.
Mia è una ragazza di ventun anni, una studentessa seria, timida ma determinata, che una mattina al parco attira suo malgrado l’attenzione di un K, il primo che abbia mai visto dal vivo, affascinante e pericoloso nell’aspetto e nelle movenze. Ne è intimorita e attratta allo stesso tempo, mentre lui, Korum, non nasconde di provare interesse per lei, al punto da prendere informazioni sulla ragazza e farsi trovare sulla sua strada il giorno seguente. Korum viene subito dipinto nelle azioni come il tipico maschio alfa, non ci sono dubbi sul fatto che Mia gli piaccia e intende prendersela, arrogante e sicuro di sé all’eccesso, a volte prepotente, altre volte inaspettatamente dolce e tenero, attento e protettivo.
Il cuore di Mia le saltò nella gola. Non sarebbe mai salita su una strana macchina con un K che aveva ammesso di seguirla. Puntò i piedi e si preparò a urlare. “Mia. Sali. In. Macchina.” Quelle parole la colpirono come una frusta. Sembrava arrabbiato, con gli occhi sempre più gialli. La sua bocca, normalmente sensuale, appariva crudele tutto d’un tratto, sembrando fin troppo intransigente. “Non FARMELO ripetere.”
Qualcuno penserà che il tipo è esagerato, troppo autoritario, ma io sono propensa a dargli il beneficio del dubbio: anzitutto Korum non è un K qualsiasi, ma membro del Consiglio che governa i K e geniale ingegnere che ha progettato le astronavi con le quali i kriniani sono giunti sul nostro pianeta, dunque la sua bella attitudine al comando ce l’ha. Inoltre, in fin dei conti ci sta che a 2000 anni di età non si abbia più la pazienza di discutere sotto la pioggia con una persona che in quel momento sembra comportarsi da bimba capricciosa e impaurita. Esatto, perché per quanto egli provi a rassicurarla in tutti i modi sul fatto che non ha intenzione di farle del male, Mia ha una fifa blu, a causa dei pregiudizi, delle dicerie e soprattutto a causa della forte attrazione che prova per lui. Mia pensa di essere per Korum uno sfizio che egli intende togliersi, e anche se ne è attratta, ha paura di lasciarsi andare e di pagarne lo scotto quando lui si sarà stancato della novità. Teme di essere usata come oggetto sessuale e i modi quasi tirannici di lui non fanno altro che accrescere tale percezione, spingendola a provare rancore nei suoi confronti e a reagire con rabbia contro Korum e contro le emozioni che le fa sperimentare per la prima volta, al punto che quando viene avvicinata da esponenti della Resistenza con la richiesta di spiare l’alieno, ella acconsente nonostante sia combattuta. Spiarlo però equivale a restargli vicino, ed è con questi presupposti che inizia la loro relazione. Di più non vorrei dirvi, per non rovinarvi il gusto della lettura, ma sappiate che la storia non prosegue in maniera banale e prevedibile. Atipica per un romance sarà la scelta di Mia, anche più atipica e imprevedibile sarà la reazione (o mancata reazione) di Korum.
“Sei mia” le disse, accarezzandole l’interno del polso con il pollice. “Sei stata mia fin dal primo momento in cui ti ho vista nel parco quel giorno. Non condivido ciò che mi appartiene. Mai. Se guarderai un altro maschio—umano o Krinar—te ne pentirai. E chiunque ti sfiori firmerà la propria condanna a morte. Sono stato chiaro?”
E veniamo alle dolenti note. Anche stavolta la versione italiana lascia alquanto a desiderare: traduzione approssimativa, spesso errata concordanza dei verbi tra principale e subordinata, qualche confusione coi pronomi personali gli e le, ripetizioni a iosa degli stessi termini. A proposito dell’ultimo punto, sono seriamente tentata di portare all’attenzione di chi ha curato il libro in italiano il sonetto di Giuseppe Gioachino Belli dal titolo Er Padre de li Santi. Hai visto mai, stimolasse la creatività?
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Commenti
Nessun commento ancora.