Katerina e Natalia sono sorelle, due forze della natura dallo spirito affine ma del tutto diverse l’una dall’altra. Sono nate in Siberia e sono state strappate alla madre naturale quando la minore aveva un anno e la maggiore cinque. Separate e sopravvissute alla rigidità degli istituti russi, si rincontrano anni dopo sull’aereo che le condurrà in Italia insieme ai genitori adottivi. Mentre Kate è solare e allegra e affronta la vita con slancio, Natalia ha un demone dentro e vive in funzione di un unico desiderio: tornare in Russia, per poter fare i conti con un passato costellato di violenza e abusi che solo lei sembra ricordare. Quando le due ragazze incontrano Andrej, ogni cosa cambia. Lui, che si sente un figlio di nessuno, arrivato in Italia già grande, scorgerà in Kate un riscatto e troverà in Natalia la sua stessa percezione di essere un’anima rotta. Katerina e Andrej si innamorano, illusi dalla certezza di compiere un destino già scritto. Allo stesso tempo l’amicizia tra Andrej e Natalia renderà quest’ultima più determinata nel suo proposito di tornare in Russia.Quale sarà il prezzo da pagare per concedersi di essere felici? Un romanzo implacabile e intenso, una storia ricca di passione ma anche di rancore.
Mi sono tuffata in questo libro senza nemmeno aver letto la trama, quindi quando ho capito che si trattava di uno YA mi sono detta: “Oh no cavolo!” (non sono una grande estimatrice di questo genere). Andando avanti nella lettura però il mio tentennamento iniziale è diventato un: ”Oh si cavolo!” Insomma ho finito con l’appassionarmi alla storia di Katerina, Natalia e Andrej, tanto da di dimenticarmi che avevo tra le mani uno young adult.
Questo è un romanzo di formazione, nel quale l’autrice ci racconta lo spaccato di vita di tre giovani con in comune un passato traumatico, lo stesso Paese di origine e l’esperienza dell’adozione.
Due sorelle, Kate e Natalia, e un ragazzo, Andrej, le cui vite sono strettamente intrecciate, con radici comuni che li hanno condotti in Italia.
“E all’improvviso, e quello sì che mi terrorizza, vedo chiaramente il filo invisibile che ci lega. È in controluce, tra le insicurezze che ci rendono fragili, e il bisogno di affidarci a qualcuno che possa capire. Siamo figli della stessa matrice. Nei suoi occhi riconosco qualcosa di me, un’intensa sensazione di appartenere allo stesso mondo. Voglio conservarla. Voglio che non finisca. Voglio lui, come ho pensato il primo giorno in cui l’ho visto.”
Kate ha deciso di guardare solo davanti a sé: il passato non conta, non vuole che conti, quindi è tutta proiettata verso il suo futuro. Tutto il suo mondo ruota attorno alla scuola, alle amiche e alla famiglia. Questo almeno finché non compare Andrej, che le ruba il respiro e le fa battere il cuore forte, come nessuno e nulla prima di quel momento. Andrej con le sue ombre dense e con le sue paure, ma anche con un lato tanto luminoso e protettivo, Andrej talmente dolce con Kate da sembrare, a volte, due persone diverse.
E poi abbiamo Natalia, che è ancora radicata al suo passato: non riesce a dimenticarlo, o forse non vuole. Quel passato traumatico è ancora sin troppo presente nella sua vita e a lei non resta che combattere tutto e tutti, soprattutto se stessa. Nessuno sembra in grado di capirla, o così almeno crede Natalia, nessuno la può aiutare, anzi nessuno deve aiutarla perché in realtà lei non lo permette. Nemmeno Kate può qualcosa, anche se a volte pare intuire sin troppo delle intenzioni della sorella, del dolore che la logora, giorno dopo giorno, e che la trascina in un vortice di autodistruzione. Un legame, il loro, ricco di amore, ma anche di odio.
Natalia sa che deve tornare in Russia; solo là potrà trovare delle risposte e, forse, mettere fine al suo tormento.
“Qualche anno fa c’era un tarlo, sulla prima in basso. A mia madre non l’ho mai detto, anche se tutto quel rosicchiare, più di una volta, ha rischiato di mandarmi fuori di testa. Poi il tarlo deve essere morto. E io sono rimasto solo, almeno per un po’. Perché i tarli non se ne vanno mai, sono come certi pensieri che ti ronzano attorno quando c’è silenzio: alcuni sono belli e ti ci vorresti perdere per sempre, altri consumano ogni dannato neurone sano e non esiste modo di scacciarli via.”
Andrej vive scisso, con un piede nel passato e uno nel presente, e a volte le ombre della sua vita in Russia diventano più forti, lo avviluppano tra le loro spire e lo soffocano. Il buio dentro di lui diventa ogni giorno più fitto, finché non conosce Kate. Quell’incontro rappresenta per Andrej la salvezza, lo stimolo per andare avanti, per relegare il passato nel passato, appunto. Ma a volte l’amore non basta, non quando i dubbi ti divorano, non quando la paura di trascinare chi ami nel tuo stesso dolore, nella tua stessa rabbia. Per Andrej, che si vede corrotto e sporco, Kate è troppo pura e innocente, non in grado di capire i suoi tormenti, come invece sa fare Natalia.
Lui e Natalia sono fatti della stessa pasta ed entrambi sanno che devono affrontare il passato per poter mettere la parola “fine”…
Non è stata una lettura facile, questa; i temi trattati non sono certamente leggeri, tuttavia ho letto il libro in pochissimo tempo. Ho impiegato di più a cercare di mettere su carta le mie impressioni e tutto ciò che questa storia mi ha trasmesso.
“Ma in fondo so che il motivo per cui è così disperata è l’amore. Lo mettiamo in fuga e lo rincorriamo, incapaci di tenercelo stretto, e non vediamo che è tutt’intorno a noi, che sopporta il male che gli scagliamo contro con la sua immensa pazienza.”
Tre giovani vite e tre modi diversi di affrontare il proprio vissuto. Ognuno di questi giovani ha i suoi demoni da combattere, persino Kate li ha, anche se all’apparenza sembra non avere problemi di nessun tipo. Per loro sarà dunque necessario tornare dove tutto ha avuto inizio, per poter guardare in faccia il proprio passato e poi, finalmente, trovare il coraggio di liberarsi, a qualunque costo…
“Noi figli adottivi siamo un po’ figli di tutti, perché chi ha scelto di diventare genitore seguendo quella strada è umanamente disposto ad accogliere e amare chi è diverso e non potrà mai somigliargli.”
Ho pianto, non mi vergogno a dirlo: leggere certi passaggi è stato devastante, ma non me ne pento. L’autrice ha uno stile che ti coinvolge, in grado di scavare dentro di te, alla ricerca delle tue emozioni.
La storia ci viene raccontata dal punto di vista di Katerina e di Andrej, salve qualche sporadico capitolo dal punto di vista degli altri personaggi, ma ci dà comunque una prospettiva completa, specie del mondo dell’adozione, facendoci capire quanto, fin troppo spesso, un passato tragico influenzi il presente con i suoi nefasti tentacoli.
L’unica pecca, se così vogliamo chiamarla, riguarda il finale; specie dopo le scene conclusive, avrei gradito un epilogo che mi offrisse uno sguardo sul futuro dei protagonisti. Una conclusione tanto netta mi ha lasciato con la sensazione che mancasse qualcosa, come se la storia non fosse completa. A parte questo, il romanzo merita davvero di essere letto.
Bravissima Alessandra, ora aspetto il tuo nuovo libro! Sono molto curiosa.
Consigliatissimo!
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