Quando l’amore arriva è come pioggia che nutre la terra: anche il cuore più indurito ricomincia a battere
Harrison Duke, fascino selvaggio e pessimo carattere, è un ex scrittore di successo. Il burrascoso divorzio da una vanesia diva di Hollywood, il flop del suo ultimo romanzo e un pericoloso attaccamento alla bottiglia lo hanno spinto a rifugiarsi in una baita sperduta fra le montagne del Wyoming.
Tormentato da un triste segreto e in cerca di una nuova dimensione, Harrison vive in solitudine, lavora duramente ed evita ogni contatto umano, specie femminile. Tornare a scrivere è fuori discussione ma un giorno il suo ex agente gli propone di concedere un’intervista a Leo Tucker, giovane giornalista di talento, e Harrison a malincuore accetta. Salvo pentirsene non appena realizza che Leo è diminutivo di Leonora.
Quello che avrebbe dovuto essere un breve incontro si prolunga inaspettatamente, e i due sono costretti a condividere per giorni la spartana baita, isolati dal mondo, con effetti disastrosi.
Non è facile sopportarsi quando si è più che determinati a odiarsi. Ma cosa potrebbe succedere se la convivenza forzata si rivelasse più piacevole del previsto?
Con questo libro la Giusti torna alla narrazione classica del romance, uscendo dagli schemi dei due precedenti adult e regalandoci un altro protagonista deviante, ma non del tipo criminale al quale ci aveva abituate, bensì un uomo che vive al di fuori delle regole della società. In altre parola un eremita.
Harrison Duke ha deciso di isolarsi dal resto del mondo e lo ha fatto alla grande. Vive in una baracca, e non si tratta di una esagerazione, nel Wyoming. La sua unica compagnia sono i suoi animali, un autentico serraglio di specie diverse con le quali ha instaurato l’unico rapporto che ancora ha un senso nella sua vita. Tra maiali che sembrano cani, tacchini che si credono predatori e montoni che si credono tacchini, la sua esistenza scorre lenta e uguale, cadenzata dalle esigenze della natura, monotematica e semplice. Ma non è sempre stato così. Harrison è un ex scrittore, uno di quelli geniali e fuori dagli schemi sui quali vengono fatte tesine e scritti saggi, la cui scrittura ha ispirato una generazione. A soli trentanove anni è oramai una leggenda, anche se da nove anni il mondo non sa più niente di lui.
Leonora Johnson è una giornalista, una di quelle serie, una di quelle che non scriverebbero niente su di te senza avertelo fatto leggere almeno tre volte. Anche lei ha un passato da dimenticare, fatto di abusi psicologici e baratri mentali, che ha in parte superato grazie all’aiuto di una personalità resiliente e alla terapia. Ma, soprattutto, Leo Tucker, come si fa chiamare quando scrive, è l’ammiratrice numero uno di Harrison. Ha letto tutti i suoi libri e l’amore che prova verso la sua scrittura l’ha sostenuta nei momenti bui.
Quando si presenta l’occasione di intervistare il suo idolo, prende carta e matita e parte alla volta del nulla.
La storia inizia con il classico equivoco. Harrison pensa che Leo sia un uomo e, quando se la trova davanti, tira fuori l’aspetto più soave del suo carattere.
Decise di essere un signore e di limitarsi a mandarla al diavolo. Senza sprecare parole, però. Aveva già sprecato una cosa preziosa come il tempo, arrivando fino a lì e buttando nel cesso una mezza giornata di lavoro. Così, quando la ragazza fu abbastanza vicina da vederla bene e da notare che era più scopabile di quanto gli fosse sembrata a distanza, fece la prima cosa sensata di quella mattina. Montò sul pick-up e mise in moto. L’auto si dimostrò complice del suo progetto. Partì subito, come se fosse un ferrovecchio più vivo che morto. Harrison fece una rapida manovra, sotto lo sguardo sconvolto della giornalista, artigliò una pozzanghera melmosa, sollevò un ventaglio di schizzi di fango , la innaffiò fino alla testa, sgommò e si allontanò. La lasciò indietro, completamente sudicia, e rise, rise con bastarda soddisfazione, come non faceva da tempo, poiché da tempo aveva smesso di ridere in qualsiasi modo fosse possibile farlo.
Ma se c’è una cosa che Leo non fa mai, è arrendersi.
Complice una convivenza forzata dallo scatenarsi di una natura, che diventa il cicerone della loro storia, Leo e Harrison saranno costretti a sopportarsi e a confrontarsi l’uno con l’altra e ciascuno con le proprie paure.
Harrison è uscito dall’abisso della dipendenza e Leo gli ricorda un mondo che lo ha tradito e abbandonato. L’aspetto florido della ragazza, e la sua bellezza semplice, suscitano la sua ilarità e il suo feroce sarcasmo, anche se lo attraggono in modo inspiegabile. In certi punti ti viene voglia di fargli del male fisico per come tratta Leo, ma poi comprendi la disperazione che c’è dietro le sue parole cattive, il suo livore, e la sua totale mancanza di empatia e tatto. È un uomo che è stato tradito da chi credeva di amare e ha perso ciò che lo rendeva unico.
Leo è delusa. L’eroe dei suoi sogni è in realtà il lupo cattivo, senza che si intraveda la benché minima speranza di ritrovare l’uomo le cui parole hanno per così tanto tempo lenito le sue ferite. Lo ha amato da sempre, o meglio amava l’idea che si era fatta di lui, ma lentamente scopre un uomo nuovo, un uomo reale, che le piace quanto quello immaginario.
Ma tra di loro ci sono segreti, rapporti del passato non risolti, differenze forse troppo profonde da colmare, o forse similitudini troppo difficili da accettare.
Quando Leo va via, lascia un vuoto mai provato prima e trascina Harrison in una spirale alla fine della quale potrebbe ritrovarsi, o perdersi.
In questo libro la Giusti usa una narrazione più diretta, meno complessa e carica di figure retoriche, cosa che si adatta perfettamente al tipo di storia, e consente di entrare direttamente in contatto con i protagonisti, generando un impatto emotivo potente.
La trama è semplice e, anche in questo libro, a parte un colpo di scena finale, non è questo il punto di forza. Ciò che fa sempre la differenza è il modo in cui la Giusti ci racconta la storia e, come sempre, è difficile lasciarla andare.
Visto che ci piacciono tanto le classifiche, vi dico la mia: Harrison non batte Marcus, ma supera Kade; Leo supera Penny, ma non Mira.
Lettura imperdibile e, unico appunto, il volto in copertina, pur bellissimo e affascinante, non c’entra niente con la storia, sempre a mio gusto e parere.
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