Serena Cross aveva accolto con scetticismo il racconto della sua migliore amica, convinta che il figlio di un potente senatore fosse coinvolto in un incredibile complotto. Ma, dopo avere assistito con i propri occhi all’omicidio dell’amica, Serena non può più dubitare: è lei stessa in pericolo. Così accetta suo malgrado la guardia del corpo che il Dipartimento della Difesa le assegna perché vegli sulla sua sicurezza: Hunter. Arrogante, prepotente, eppure terribilmente affascinante… Ma se lui conosce a memoria il dossier di Serena, lei ignora tutto del suo protettore. Soprattutto il fatto che il più grande pericolo per lei potrebbe essere proprio Hunter.
“Be’, i buoni non erano i tipici eroi dei libri. Anzi, non erano affatto buoni; però, se c’era una cosa che avevo capito era che non esistevano buoni e cattivi. Tra il bianco e il nero c’era sempre molto grigio.”
La cosa curiosa di questo spin off è il punto di vista: se nella Lux ci ritroviamo a tifare per i Luxen (in particolare per Daemonfigodapaura & co.), in Obsession vediamo la storia dall’altro lato della barricata, ovvero quello degli Arum (antagonisti per eccellenza della serie principale).
Jennifer L. Armentrout ci presenta Hunter.
In tutto e per tutto Arum, irriverente, sarcastico e con quel pizzico di cucciolosità che ogni protagonista nato dalla penna dell’autrice, deve avere.
“I Luxen erano degli arcobaleni del cazzo, sempre allegri e felici.”
Le vicende partono con un omicidio: Mel, migliore amica di Serena (protagonista femminile), viene uccisa in un garage dopo aver assistito alla trasformazione di due Luxen che altri non sono che i figli di un importante politico della città.
Nulla si sa di quello che è successo in realtà, solo piccoli frammenti raccontati a Serena in un bar prima del fattaccio. Frammenti molto pericolosi per la società e che, in un modo o in un altro devono essere messi a tacere.
Per questo motivo, il Governo, le affianca una guardia del corpo: Hunter.
Serena ancora non sa che l’elemento più temibile è proprio lui.
È un libro di sesso. In ogni pagina, più o meno, i due fanno “cose da grandi”. Insopportabile. E non lo dico perché io non amo particolarmente le scene di sesso, quando sono contestualizzate non mi danno alcun fastidio ma come dice la stessa autrice nei ringraziamenti: “ un enorme grazie va a tutti i lettori della serie Lux che volevano che questo mondo diventasse più adulto”. Una mercenaria in poche parole. E si sente. È forzato all’ennesima potenza.
La protagonista è inutile, priva di qualsiasi forma di orgoglio, esegue gli ordini senza fiatare e, da quasi inesperta di copulazione, diventa in meno di un capitolo una femme fatale da panico.
Hunter è un Dio del sesso, super dotato che Rocco Siffredi levati proprio, la sbatte a destra e a sinistra provocandole lividi di ogni genere rischiando in un paio di occasioni di ucciderla, e orgasmi anche solo guardandola negli occhi. Va be’.
“Volevo nutrirmi di te. Volevo nutrirmi di te mentre ti scopavo. Ti avrei svuotata completamente.” Mi scorse un brivido lungo la schiena e sospirai. Cos’avrei dovuto dire? Sì, scopami, ma per favore non ammazzarmi mentre lo fai?
Nonostante egli sia un alieno senza sentimenti, in breve tempo si innamora di lei, trasformandosi in un cagnolino.
“Era la mia luce, il mio calore, e non ero pronto a lasciarla andare via.”
Tutto normale, gli ingredienti per un paranormal romance effettivamente ci sono tutti.
Il libro è costituito dai pov di entrambi i protagonisti: assistiamo alle infinite e ripetute paranoie di lei, e al pene perennemente in erezione di lui. Per quest’ultimo c’è una spiegazione logicissima: o sfoga i suoi impulsi animaleschi o uccide chiunque gli passa davanti (e si tratta quasi sempre di morti lente e dolorose magistralmente descritte). Una lotta continua tra il suo io interiore e il coinquilino sempre pronto.
“L’avrei strangolata. Anzi, prima l’avrei strangolata, poi l’avrei chiusa nella sua stanza. A ripensarci, meglio evitare lo strangolamento. L’avrei chiusa in camera e legata al letto. Mmm… ottima idea”
La storia è pressoché inesistente. Se non fosse per alcuni aneddoti riferiti alla serie Lux, sarebbe del tutto priva di senso.
Gli Arum diventano i buoni e i Luxen i cattivi.
Interessante, considerando che per i cinque libri precedenti sono gli essere più temibili dell’universo.
La scoperta di una seconda verità ci sta assolutamente, ed era ciò che speravo di trovare in questo spin-off. Ma dall’essere completamente “cattivi” all’essere completamente buoni e giusti, ce ne passa di acqua sotto i ponti.
Detto ciò la bravura della scrittrice è nota ai più, e in Obsession non si smentisce. Si legge bene, ogni tanto ci piazza qua e là elementi sorpresa che fanno venire voglia di proseguire la lettura per capire dove andrà a parare. Ho sperato fino alla fine di trovare quel pizzico di originalità a cui ci ha abituati in tutte le suo opere e invece, nada. Ciò che ho pensato all’inizio mi si è presentato davanti.
Non ho altro da aggiungere. Sono profondamente arrabbiata con mia suocera: Hunter non ha nulla da spartire con marito Roth (della serie Dark Elements), o cognati Daemon (serie Lux) e Aiden (serie Covenant), ugualmente Serena non c’entra nulla con i tipici personaggi femminili cui ci ha abituato.
Lo consiglio? Nì. Dove la N sta per la banalità della storia e la Ì sta per le risate che l’Arum, con le sue irriverenze e i pensieri tipici maschili, ci fa fare.
“Ancora più folle era il fatto che quella situazione mi piacesse. Com’è che le chiamavano? Coccole? Ci stavamo coccolando, cazzo.”
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