Le porte della città si sono chiuse alle spalle di Eliana, sul suo capo una sentenza di esilio che ha lo stesso sapore di una condanna a morte.
Nessuna luce. Il Buio ha nascosto il sole agli occhi degli uomini e ora il mondo è immerso nell’oscurità. In un futuro distopico gli esseri umani si sono rinchiusi nelle città, dove possono tenere a bada le Tenebre con il fuoco e l’elettricità. Ma l’ignoto ha sempre esercitato un ambiguo fascino sull’uomo e l’Oscurità sembra diffondere un irresistibile richiamo per coloro che le prestano orecchio. Gli sguardi si rivolgono all’esterno, là dove il Buio ha nascosto il mondo e lo ha plasmato a sua immagine: esseri privi di occhi strisciano dove la luce non arriva, creature sconosciute pronte a ghermire chiunque sia abbastanza pazzo da allontanarsi dalle zone illuminate.
Come può Eliana sopravvivere in quella nera realtà dove lo spegnersi della fiaccola significa morte certa? E, soprattutto, saprà resistere alla tentazione del Buio?
Immaginate il Buio.
Non il buio a cui siamo abituati, che in natura non è mai totale, ma un buio assoluto in cui nemmeno le stelle e la luna ci vengono in aiuto.
Questo è il buio in cui si muove Eliana, ragazza esiliata da Bologna e “adottata” dal misterioso Glauco.
Eliana faticava a immaginare come potesse essere vivere in un mondo dove il Buio non inghiottiva il mondo a pochi passi di distanza. Le fotografie dove era visibile l’orizzonte erano rare e a lei apparivano strane e aliene: il cielo e la terra che si toccavano in lontananza… assurdo.
In questo contesto oscuro e post apocalittico, gli esseri umani lottano contro una natura mutata, diventata pericolo continuo per l’umanità. Il buio, infatti, ha la capacità di trasformare gli esseri viventi e di toccare le menti, trascinandole in una follia che le rende parte del Buio.
In parallelo alla lotta per sopravvivere di Eliana, che deve diventare adulta in fretta e affrontare difficili scelte, seguiamo le congetture di una dottoressa che studia il Buio, che cerca di dare una spiegazione razionale a qualcosa d’inspiegabile.
Che non si trattasse solo di assenza di luce? Ma, da come la stava ponendo quel ragazzo, pareva che l’Ombra avesse una volontà propria, il che era assurdo.
Il Buio rappresenta anche un nuovo mondo – con nuove regole – in contrasto con il vecchio mondo corrotto, una realtà alla quale, però, Eliana non è pronta ad adattarsi e come lei la gran parte delle persone, sia nate dopo l’evento che ha oscurato la Terra, sia prima.
Il contrasto tra la concezione del bene e del male delle persone legate ancora al mondo luminoso, rispetto a quello delle creature (forse mostri?) del Buio, rende la storia ricca di contrasti.
I personaggi non sono a senso unico: sono dubbiosi, non sempre sanno quale sia la scelta giusta, commettono errori. Sono umani e per questo interessanti.
Eliana, in particolare, è nata con il buio, ci si sta adattando, anche se qualcosa nel fondo della sua mente cerca la luce. Lo attraversa e il lettore lo sente sulla sua pelle. Il buio, con la sua presenza costante è quasi protagonista esso stesso del romanzo.
Aprì le braccia fendendo il vento. Era come volare. Seduta sul sedile posteriore della grossa motocicletta di Uge, Eliana piantò gli stivaletti sulla pedaliera e chiuse gli occhi protetti dalle lenti che le avevano dato in prestito, allontanò il rombo delle motociclette e respirò a pieni polmoni l’aria pregna del gas di scarico di quei mostri di metallo. Era come se il Buio stesso le scorresse attorno simile a una corrente di inchiostro nero, carezzandole la pelle e la mente. Spalancò gli occhi e si alzò in piedi, senza chiudere le braccia. «Boia!» gridò Uge, voltandosi, le luci che si riflettevano negli occhiali da aviatore. «Sei impazzita? Siediti!» Eliana non lo ascoltò. Si trovava spezzata in due: una parte di lei adorava la sensazione di quel fiume di Oscurità che le scorreva attorno, mentre l’altra non poteva che ridere nell’euforia di quella cavalcata folle, in sella a qualcosa che poteva essere più veloce e rumoroso del dracco che infestava ancora i suoi sogni, di tanto in tanto.
Il viaggio di Eliana, in parallelo alla guerra della scienza, ormai prerogativa di pochissimi, contro il buio, è coinvolgente e denso di avvenimenti spesso inaspettati, in una storia con svolte non prevedibili e una narrazione veloce senza essere superficiale.
Il linguaggio della narrazione rispecchia il fatto che non si conosca più il giorno e la notte, che la luce ormai sia solo un sogno e che quindi i sensi debbano adattarsi alla sua assenza.
L’autore, tramite i personaggi, evidenzia come dei semplici modi di dire risultino senza senso in mancanza del sole, e li rende simboli di un tempo migliore che non esiste più. I pochi che usano ancora quelle parole lo fanno con nostalgia, a ricordare la loro gioventù, quando ancora si poteva guardare il cielo azzurro.
Nyctophobia è un romanzo fantascientifico difficile da classificare, con una storia e una concezione del mondo originale. Si legge piacevolmente lasciando la sensazione di un romanzo ben costruito.
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